Un marchio per sentirmi tua

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Salve a tutti ragazze e ragazzi! Volevo chiarire una cosa: mi è stato chiesto come mai sulla storia saltasse fuori la scritta "Completata" (o Terminata? Non ricordo...) comunque, non so se sia colpa mia o di wattpad! Fatto sta, che volevo avvisare tutti che STO CONTINUANDO gli aggiornamenti e quindi continuerò a pubblicare :)

Gli invitati non sono solamente dei, ci sono elfi, stregoni, vampiri, fantasmi, valchirie e mutaforma di tutti i tipi.

Nella prima metà della serata i due terzi degli ospiti si sono presentati a noi con inchini e riverenze eleganti che mi hanno fatto sentire importante.
Anche se non lo sono.
Per niente.
Mi divertirei molto a sputtanare la messa in scena che abbiamo architettato. Ma i soldi sono soldi. 
Lucifer non mi ha mai lasciato. La sua mano non ha mai lasciato il mio fianco e la mia schiena.  Solo per evitare che cascassi dai tacchi, sicuramente.
Solo per stasera.
Caliane pensa ai soldi!

Ci dirigiamo al tavolo degli alcolici e Lucifer mi offre un bicchiere di liquido colorato "Bevi."
Guardo il liquore giallo fluo "No, grazie."
"Stiamo per incontrare mio padre."
E io che l'ho cercato per tutta la sera con lo sguardo, sperando di vedere un altro paio di ali nere, ma nisba.
Il che vuol dire che non è nella nostra stessa sala.
"Dammi quel bicchiere!"
Lucifer sorride e me lo passa.
Il liquido attraversa la mia gola, bruciando come lava.
Cerco di non tossire.
"Che schifo!"
Lucifer ridacchia.
"Che cavolo è questa roba!?"
"Non lo vuoi sapere."
Poggio il bicchiere vuoto sul tavolo.
Ho bisogno di acqua.
"Chi è tuo padre?"
"Sei una scambiatrice di argomenti  professionista..."
"Dimmi chi è tuo padre."
"Abraxos."
"Cazzo. Me lo potevi dire prima."
Dovete sapere che Abraxos è uno degli dei della morte più famosi e potenti nel regno degli immortali. Ai bambini noi non raccontiamo mai la storiella dell'uomo nero.
L'uomo nero è Abraxos.
Ma penso che ne sia al corrente.
"Non me l'hai mai chiesto."
"Touchè. Furbo da parte tua dio dei cliché."

"Non sembri molto spaventata."
"L'unica mia paura è mia madre."
'Ecco perché ti ho scelto."
"Perché ho paura di mia madre?"
"Perché sapevo che non avresti avuto paura di mio padre."
"Solo perché è il dio della morte più famoso e spietato di tutti non significa che io debba averne paura."
Lucifer mi sorride e poi mi conduce verso l'angolo ovest della sala.
Entriamo in un corridoio buio.
L'ambiente si fa sempre meno popolato e più inquietante; finalmente degno di una casa degli dei della morte. Mi si inizia a stringere lo stomaco, mentre un formicolio alla nuca mi fa rabbrividire.

Ci ritroviamo davanti ad un altro corridoio senza una luce ad illuminare; dove l'unico suono è il ticchettio delle mie scarpe sul pavimento.
Il corridoio è un vicolo cieco e sul fondo riesco a intravedere un trono posizionato su un soppalco sfarzoso.

Sul trono è seduto un uomo dalle ali nere immense le cui piume sono solcate da striature di argento. Gli occhi antichi e rossi fanno a botte con lo smoking.
L'espressione e il ghigno sono dannatamente uguali a quelli di Lucifer.
Ai piedi del trono ci sono quattro uomini, due per lato, prostrati. Non hanno ali nè l'odore tipico degli immortali. Rabbrividisco quando capisco che si tratta di umani.
"Venite avanti."
La sua voce è talmente profonda che rimbomba per tutto il corridoio fino a vibrarmi nelle ossa.
Caliane non ha paura di niente!
Ci avviciniamo agli scalini che conducono al soppalco e ci fermiamo davanti ad esso. Abraxos....sembra così in alto rispetto a noi! 

La sua voce rimbomba nuovamente nella stanza immersa nella semiombra "Valchiria. Bella scelta Lucifer."
"Grazie papà."
Come si fa a chiamare quest'uomo papà!?
Stavolta parla rivolgendosi a me "È vero che le Valchirie hanno un padre divino?"
Gonfio il petto "Ovvio. Mio padre Woden."
Mi lancia un'occhiata indagatoria che riesce quasi a farmi tremare.
"Valchiria vieni da me."
"Ce l'ho un nome. Mi chiamo Caliane."
Lucifer mi pizzica un fianco, come a raccomandarmi di mordermi la lingua.

Mi avvicino agli scalini e prima di salirvi mi tolgo i tacchi alti.
Mi ritrovo a pochi centimetri dal dio.
I suoi occhi: sono penetranti e uno strano luccichio li fa brillare nella penombra.
Caliane non ha paura di niente!
"Così mio figlio ha trovato una sposa bella e coraggiosa. E dalla lingua lunga."
Mi fa girare su me stessa, ordinandomi di farlo con un gesto del dito.
Lo accontento solo per evitare di farlo incazzare subito.
"Secondo Lucifer sono piatta e sboccata. E dal grilletto facile."

Abraxos mi rivolge un sorriso storto che mi ricorda per un momento Lucifer. Poi si inclina leggermente e tira un'occhiata nello spacco del vestito.
Non ce la faccio a non scansarmi con un balzo felino.
Tale padre tale figlio.
Ride di gusto "È divertente. Nonostante la sua opinione di te non ha sprecato tempo per marchiarti."
Marchiarmi!?
Guardo allarmata le mie gambe sotto lo spacco della gonna per vedere a cosa si riferisse Abraxos.

Rimango di sasso quando vedo un'impronta rossa e frastagliata su uno dei miei polpacci. Sembra...l'impronta di una mano!

Ripenso al momento prima del ballo quando Lucifer mi ha buttato sul letto e mi ha preso le gambe con la mano per infilarmi le scarpe.
Che bastardo!
Tiro uno sguardo furente a  Lucifer, dietro di me e vedo il suo sorriso di scherno scintillare nella semiombra.

La ragazza della morte (In revisione) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora