Nel mirino

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Dopo essere stata allontanata abbastanza bonariamente e con tono materno dalla lezione e dall'arena, sono praticamente corsa a cambiarmi e sfogato la mia rabbia contro armadietti e sgabelli vari. Elettra mi vede uscire dagli spogliatoi femminili e attacca subito bottone non accorgendosi minimamente della mia ira funesta "Lia! Ascolta per quello che è successo prima in classe: ti rendi conto che non potremo più..."

Non dà mai troppa importanza alle mie risse perché ormai è abituata a vedermi prendere a pugni immortali irritanti un giorno sì e quello dopo pure.

Ma stavolta non so perché interrompo Elettra per dirle "Ho dato un pugno per prima a Lucifer."
La vampira strabuzza gli occhi e si posa una mano sulla fronte "Cosa? Ma...avevi vinto l'incontro!"

La mia vampira non è una combattente attenta.
"Mi ha lasciato vincere."
"Impossibile."
Apprezzo la fiducia cieca che Elettra nutre nei confronti delle mie doti combattive, che le hanno salvato il culo più di una volta a scuola e fuori casa.
"Caliane, perché?"
"Perché cosa?"
"Perché sei scema!?"
"E cosa c'entra?"
"Sveglia Lia! Perché lo hai picchiato?"
"Perché mi ha detto che gli piaccio."
Elettra ridacchia "E tu picchi se qualcuno ti dice che gli piaci!?"
"Poi ha detto che sono piatta."
"Oh..."
"E sboccata."
"Oooh..."
"E manesca."
"Oh, cazzo."
"Già... oh, cazzo..."
Ci guardiamo per qualche secondo negli occhi, comunicando senza parlare e poi la vampira scoppia a ridere.
"Lia, ti adoro. Sei una comica. Hai dato...un pugno a un dio della morte."
Non so cosa ci trovi di divertente, ma Elettra si scompiscia sempre quando vengo coinvolta in qualche rissa o meno qualche vampiro.
"Cazzo Lia, sei pazza."
"No, sei tu quella scema. Se lo meritava e basta."
Elettra scoppia in un'altra risata, ma dopo una frazione di secondo cambia espressione diventando improvvisamente seria "Lia, da oggi non si parlerà altro che della tua rissa con Lucifer! Nessuno si azzarderà a farti più incazzare!"

Se inizialmente il discorso di Elettra mi sembra divertente e un po' sciocco, dopo poco ripensandoci mi rendo conto che Lucifer ha vinto nel cerchio, ma io ho vinto nella vita reale. L'ho spennato bene.
Alzo la mano in aria ed Elettra mi schiaccia il cinque e sorride mostrandomi i canini perfetti.

"Bene, è il caso che io ritorni nell'arena" dice Elettra con un tono sconsolato "Dato che non sono la cocca della prof Greta."

Le scompiglio i capelli e ci diamo appuntamento per la fine della lezione nel giardino comune. La guardo correre via un po' mogia mentre mi manda i baci con le mani.

Una brezza fredda mi fa salire un brivido lungo la schiena; me lo scrollo di dosso. Faccio roteare la mia spada argentata e la rinfilo nella fodera contenuta nello zaino e prendo la direzione del giardino. Voglio stendermi, rilassare i miei nervi tesi e aspettare la mia amica vampira per il pranzo. Ma appena mi volto sbatto contro un muro solido e irremovibile: il petto di Lucifer.

Mi fa ombra con la sua stazza e le sue ali nere e immense.

Alzo lo sguardo e i suoi occhi si agganciano ai miei, schiacciando la mia anima al terreno con la potenza di un treno merci.

Per la primissima volta in tutta la mia vita ho paura.

Sento che le gambe mi stanno per cedere ma racimolo le ultime forze rimaste dopo il combattimento per non cadere a terra.

"Vuoi altre botte?"

Lucifer alza un sopracciglio "Sei la prima a cui permetto di toccare le mie ali."

"E non sarà nemmeno l'ultima volta se mi irriti di nuovo."

"Fossi in te non ci scommetterei."

"Se vuoi un altro assaggio, basta dire."

"Oh, mi hai già dato un assaggio di molte cose."

Lo guardo cercando di trovare nei suoi occhi un perché, ma sono pozze di sangue troppo profonde e devo distogliere lo sguardo prima di perdermi.

Faccio vagare gli occhi sull'immenso giardino che precede l'uscita della scuola, mentre le ali nere di Lucifer frusciano cullate dal vento.

"Non dovresti farti troppi nemici. Sei uno studente. Comportati da tale."

"I miei piani vanno oltre la scuola e l'essere studente."

Faccio finta di trattenere una risata "Finché stai qua gli unici piani che ti devono davvero interessare sono quelli cartesiani per passare l'esame di mate. Nessuno si diverte qua con i vostri stupidi giochetti da dei. Quindi piantala."

Lucifer mi osserva, cercando di far riagganciare i nostri sguardi e questo mi fa imbestialire ancora di più.

"Che vuoi da me, posso sapere?"

"Ce ne saranno da vedere delle belle..."

Non ho voglia di continuare a parlare con un dio della morte invasato;gli do le spalle e me ne vado lasciandolo in mezzo al cortile a parlare dasolo.

La ragazza della morte (In revisione) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora