Bentornata

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Buonasera a tutti e buona lettura! Come al solito vi chiedo gentilmente di aiutarmi a capire se la storia vi piace con una stellina al capitolo! ⭐
Grazie ancora!

Mi sento come se stessi percorrendo velocemente un tunnel. Alla fine del tunnel riesco a vedere la luce, ma è dolorosa. Sento che quando varcherò la fine del tunnel, qualcosa cambierà.
Perché adesso...sono incorporea.
Sì, è proprio così.
La luce si avvicina a velocità impressionante, ma non posso combattere l'avanzata. E proprio quando il calore e la luminosità si riversano su di me come pece, qualcosa scoppia dentro il mio corpo.
Una bomba d'aria invade i miei polmoni.
La bomba risveglia tutti i miei sensi all'improvviso.
Come un ventaglio aperto di scatto.
Vedo, sento e respiro.
Inspiro avidamente mentre il cielo si apre sopra di me; un blu offuscato da rami e foglie fitte.
Non sono...nella grotta.
Senza ricordare bene cos'è successo, le mie mani corrono allo stomaco e, solo quando tastano pelle liscia e fresca, ricordo tutto.
Il drago mi aveva ucciso.
Io...sono morta.
Il mio cervello sta elaborando talmente tante informazioni e domande esistenziali, che non mi accorgo di una presenza al mio fianco, finché non si materializza in due mani che mi afferrano e due enormi ali nere che si chiudono intorno a me come una gabbia.
"Amore...festeggeremo. Proprio domani, sì."
Mi faccio spazio in quell'abbraccio improvviso, confusa e un po' spaventata, e guardo il dio della morte dal basso. Rimango sconvolta da quello che vedo: Lucifer sta delirando, con gli occhi vitrei e lontani che vagano su e giù per la foresta, e piange senza sbattere ciglio.
"La Sacerdotessa...le devo la vita. La libereremo."
Questa visione mi trafigge il cuore e ruota la lama a fondo "Lucifer...ti prego. Cosa...stai dicendo?"
Il dio della morte mi guarda, ma i suoi occhi oltrepassano i miei in maniera innaturale.
Il drago, la missione, l'oro e il fatto di essere ancora viva stanno passando in secondo piano di fronte a un Lucifer che piange.
"Lucifer!"
Niente.
Gli do uno schiaffo abbastanza forte, ma sembra percepirlo quasi come una carezza, perché mi sorride come si sorride alla moglie di vecchia data che ti dice di aver preparato la cena.
"Lucifer! Perché stai piangendo? Parlami!"
Al mio urlo quasi disperato, noto un cambiamento nei suoi occhi. Le pozze rosso sangue brillano nella penombra creata dalle ali e divengono nuovamente presenti. Mi squadrano in un modo diverso; nessuno mi ha mai guardato così. Il modo con cui sta riuscendo a comunicare con gli occhi mi colpisce il cuore con la velocità di un treno merci, e sono costretta a inspirare pesantemente.
"Caliane..."
Gli metto una mano su una coscia, come per tenere ancorata la sua mente, prima che scappi via ancora una volta.
"Sì, Lucifer."
"Sei viva."
Oh, sembra sorpreso quanto me. "Speravo che almeno tu sapessi dirmi cosa è successo..."
"Ma io lo so."
Cala un gelo palpabile tra di noi, mentre entrambi aspettiamo che la risposta esca dalla sua bocca.
"Ci hanno aiutato."
"Chi!?"
"Il pubblico a casa."
"Lucifer. Non sono in vena di scherzare e nemmeno tu dovresti esserlo."
Dato che hai appena avuto un crollo psicologico.

Dopo la mia affermazione Lucifer sembra aver perso la voglia di scherzare; mi guarda come se fossi un fantasma, e be', poco ci manca. Allunga una mano verso il mio viso per tracciare la linea della mandibola del collo.
Questo contatto inatteso e del tutto nuovo mi fa irrigidire come le corde di un'arpa. Ma allo stesso tempo la premura della sua mano inizia a suonare queste corde per creare dentro il mio corpo una timida melodia.
È come se tutto quello che è successo, di cui sono all'oscuro, avesse sconvolto il dio della morte a tal punto da trattarmi come un oggetto prezioso.
L'immagine del fiore esotico che mi aveva porto all'inizio dell'anno riappare rapida nella mia mente.
Immediatamente scuoto la testa e allontano la mano di Lucifer.
Non possiamo iniziare un viaggio nei sentimenti adesso.
Devo capire perché il dio della morte è in queste condizioni, e per capirlo devo avere i tasselli che mi mancano.
"Dimmi cosa è successo. Lo devo sapere!"
I suoi occhi vacillano "Eri morta."
"Questo poco ma sicuro, e poi?"
"Eri viva."
"Lucifer!"
Il dio della morte chiude gli occhi come se ascoltasse il suono più bello del mondo "Dillo ancora."
Sospiro pesantemente "Lucifer. Ho bisogno di sapere. Ora."
Lucifer mi guarda con occhi spiritati per qualche interminabile secondo "Sei stata resuscitata."
È come prendersi un palo in piena faccia.
Certo, era, bene o male, una cosa scontata.
Un fatto ovvio: resurrezione.
Ma sentirselo dire da qualcuno che ti ha visto morta e dopo qualche secondo nuovamente viva...
Un attimo "Quanto tempo è passato da quando...ehm..."
"Un'ora."
Un altro palo di ferro nei denti.
Deglutisco abbassando lo sguardo "Tu eri nella grotta."
Non so se suoni più come un'affermazione o una domanda, ma Lucifer mi risponde con un secco sì. Quello che è successo non si addice per niente ad una valchiria; mia madre mi riderebbe in faccia. E penso che anche Odino lassù in alto si stia scompisciando dalle risate.
E chissà come se la rideranno appena sentiranno quello che ho da dire al dio della morte!
Gioco con le mie mani, mentre per la prima volta nella mia vita dico questa parola con estrema sincerità: "Grazie." 
Faccio una fatica bestiale ad alzare lo sguardo da terra, e quando lo punto sul dio davanti a me sembra che stavolta ad aver preso un palo in faccia sia lui.
Non sopportando il silenzio, continuo a parlare "Be', mi hai salvata...Quindi: grazie."
Lucifer si gratta la nuca "Mi prenderei volentieri tutto il merito, lo sai. Ma quando dico che è stato il pubblico a casa non scherzo. Diciamo che abbiamo degli agganci abbastanza potenti."
Alzo un sopracciglio "Chi è l'aggancio potente? Tuo padre?"
"No."
"Damon?"
"No. E lasciamo stare mio fratello."
"Una delle zie?"
"Figurati."
"Lucifer."
"Caliane."
Mi alzo in piedi di scatto, mentre la mia tipica ira rimonta dentro di me.
"Lucifer. Prima mi costringi a darti una mano con non so ancora cosa, mi paghi, mi lanci in aria e poi mi riprendi, mi porti a casa tua e tuo padre mi affida una missione. Muoio. E ora sono qui. Prima piangi e sembri impazzito e ora sembri uno che ha voglia solo di scherzare. Esigo sapere cosa mi è successo e soprattutto... perché io! Perché!? Cosa ti è passato nella testa?"
Dal viso di Lucifer deduco che sta per arrivare un'altra risposta sarcastica.
"SII SERIO!" gli urlo in faccia anticipando tale risposta.
La mia isteria deve averlo colpito particolarmente stavolta, perché la faccia da barzellettiere lascia posto ad un'espressione più seria.
Anche Lucifer si alza da terra e si scuote la terra dai jeans "Okay. Ti spiegherò un po' di cose. Però mi devi promettere una cosa."
Alzo gli occhi al cielo "La prima volta che ti ho promesso qualcosa solennemente, il giorno dopo tuo padre mi ha lanciato un incantesimo vincolante nella sala della guerra."
Il dio della morte ridacchia "Sì, ma stavolta niente incantesimi."
Mi mette le mani sulle spalle, e mi rendo conto che è consapevole dell'effetto che mi provoca essere toccata da lui.
Avvicina il suo viso al mio orecchio "Domani dobbiamo festeggiare la tua resurrezione."
Mi allontano per guardarlo negli occhi "E perché ti dovrei promettere una cosa così?"
Lucifer mi guarda storto "Perché non voglio e non posso accettare un no."
Sospiro rassegnata "Okay, prometto. Ma prima di tornare al castello mi devi spiegare un po' di cose."
Il dio annuisce contento.
Mentre raggiungo il cumulo di alcune delle mie armi appoggiate ad un albero, la voce di Lucifer mi richiama.
"Ah, Cal."
Mi volto un po' stupita sentendo sentendo il mio soprannome e rivedo il sogghigno furbo e familiare.
"Bentornata."

La ragazza della morte (In revisione) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora