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"Conosci Marco Mendoza?" Mi chiese una mattina Jack mentre mi passava le mollette per appendere i panni appena lavati "Il cacciatore prodigio di 16 anni?" Chiesi a mia volta "Sta per firmare un contratto e ci vogliono nella squadra" "dov'è l'inganno?" Chiesi rimanendo con una maglia fra le mani "Perchè ci deve essere un'inganno?" "Perchè dubito che spenderebbero milioni di galeoni per averci nella squadra se non ci fosse qualcosa sotto" dissi prima di riprendere il lavoro "io accetto, tu accetti?" "Che mi dai in cambio?" "Il mio amore non ti basta?"

"Salve, sono Jonathan Talbot, ci siamo sentiti al telefono" disse l'uomo nel momento in cui varcammo la soglia del Ministero "il piacere è tutto nostro, la ringraziamo per volerci nella sua squadra" disse Jack stringendogli la mano e storcendo il naso quando egli mi fece il baciamano "per Marco questo e altro, venite che ve lo presento" disse prima di girarsi e incamminarsi verso la sala ristoro dove li avremmo raggiunti anche noi. Arrivati al tavolo il giovane prodigio già ci stava aspettando e ci salutò con un cenno del capo ed iniziò a parlare, ancor prima che ci fossimo seduti sulle sedie "gioco a quidditch da quando ho iniziato a camminare e volare. A sei anni stracciavo quelli del sesto anno. Non bevo, non fumo. Quello che faccio è portare a casa il punto" disse tutto d'un fiato facendo sorridere il mio compagno "mi piace questo ragazzo" disse Jack ricordandomi tempi di Hogwarts dove entrambi eravamo nella squadra di quidditch, lui come cacciatore ed io come cercatrice ma a seguito di un grave infortunio al terzo anno smisi di giocare e Scorpius prese il mio posto. Non sono salita mai più su una scopa da quel giorno. "E tuo padre che centra?" Chiesi abbandonando i vecchi ricordi "non vuole che passi al professionismo" confessò "quindi si tratta di soldi?" "No, quelli non m'interessano. Se non divento professionista, non posso giocare con la mia squadra e non posso scontrarmi con i migliori. E se non posso scontrarmi contro i migliori, come faccio a diventare il migliore?" "Davvero commovente" commentai "ma hai solo 16 anni, e quello che non ho sentito è perchè non puoi aspettare un'altro anno" continuai "ognuno raggiunge l'apice della forma età diverse. Ho l'occasione di diventare il miglior cacciatore dell'ultimo secolo, devo coglierla" "attento a quello che dici, conosco solo un cacciatore degno di quel titolo".

"Sei pronta?" Mi chiese Jack l'indomani "gli sponsor già si litigano il ragazzo" "Papà ha scelto il completo" dissi indicandomi dalla testa ai piedi mostrando il tubino rosa cipria accompagnato da delle décolleté a punta in vernice beige "allora vinceremo di sicuro" disse lui prima di aprire la porta della sala riunioni e farmi passare "accorci sempre l'orlo della gonna vero?" "Così puoi guardarmi" dissi facendo l'occhiolino e sedendomi sulla sedia precedentemente spostata da lui. "Papà?" Disse improvvisamente il giovane entrando nella stanza "Marco, perchè non ti siedi?" Disse Jack spostando anche a lui la sedia, di fronte alla mia "che ci fa lui qui?" Chiese l'allenatore "vuole parlare con suo figlio" dissi "ma lui vuole emanciparsi" "il nostro cliente è Marco, non lei" fece notare Jack "è meglio che torni a casa, questa riunione è riservata" continuò prima di chiudere fuori l'uomo. "Signor Mendoza vogliamo essere chiari con lei" iniziò "non vogliamo sfruttare suo figlio, ma tutelarlo" continuai "è un buon inizio" "voglio raccontarle una storia" dissi "e pensa di convincermi a lasciare che Marco passi al professionismo così? Io allora gliene racconto una sulla Regina Elisabetta" "conosce Ginevra Potter?" Chiesi "chi non la conosce, la miglior cacciatrice degli ultimi tempi" "allora saprà anche che ha deciso di lasciare le Holyhead Harpies per stare accanto ai suoi figli. Non so dirle se rimpiange questa scelta, ma ad ogni modo è stata una sua decisione. Suo figlio vuole poter fare lo stesso." "Mio figlio non è pronto per quel mondo" "mi hai insegnato tu il Quidditch quando avevo tre anni" intervenne il giovane "perchè è uno splendido sport" "forse non prevedeva di crescere un prodigio, ma l'ha fatto" disse il mio compagno "non mi dica come crescere mio figlio" "le sto solo dando dei consigli" "ha detto che voleva tutelarlo, lui o la sua carriera?" "Non fa differenza" rispose il ragazzo "tu non capisci, io do sempre il massimo ed è questo che voglio, che ti piaccia o no, cazzo!" Continuò "Marco..." richiamai il ragazzo cercando di tranquillizzarlo "mi parli così davanti a questi parassiti?" Rispose l'uomo al ragazzo "dico quello che mi pare" "chiudi la bocca!" Urlò il padre puntandogli un dito contro "non passerai al professionismo né continuerai con questa storia. E questa conversazione è finita" continuò prima di uscire dalla stanza sbattendo violentemente la porta, seguito a ruota dal figlio che disse solamente "non mi interessa quello che dice, voglio l'emancipazione" prima di sbattere anche lui la porta.

THE MALFOY CASEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora