Guardo l'ora e noto che sono in ritardo e quindi lascio il posto al proprietario appena arrivato e corro verso la scuola sperando di non far tardi. Durante il tragitto continuo a sentire questa strana sensazione di essere fissata, così decido di prendere varie strade secondarie e stradine per assicurarmi di seminare il mio inseguitore. Svolto a sinistra, poi a destra, di nuovo a destra e poi mi fermo per riprendere fiato ma facendo ciò mi entra il panico perché non riconosco più il vicolo dove mi trovo! Mi guardo attorno facendo varie piroette che neanche una ballerina saprebbe rifare, per poi accorgermi di poter affermare con sicurezza di essermi ufficialmente persa. Scordandomi immediatamente il motivo per cui fossi finita in quel posto, torno indietro ripercorrendo i miei passi fino a che mi sento strattonare per l'avambraccio sinistro attraverso una porta. Dalla paura chiudo gli occhi immediatamente aspettandomi un colpo o qualcosa di simile che di solito si vede nei film horror o thriller che da piccola guardavo sempre con mio padre, ma niente. Prendo un grande respiro sperando di acquisire non solo l'ossigeno ma anche un po' di coraggio e apro gli occhi, davanti a me vedo solo una grande stanza vuota, senza nessuno oltre che me. È buio e non riesco a vedere bene ma riconosco perfettamente un palco grandissimo e anche molto alto e un bancone simile a quello con cui lavoro io.
Mio padre prima che ci abbandonasse mi aveva insegnato un gioco: guardare la vita con sempre un sorriso sul volto, cercare di essere positiva su tutto ciò che mi accade e farmi valere se sono nel giusto, sempre; perciò inizio a fantasticare su come il mio corpo, scosso dalla paura di essermi persa, sia potuto entrare qui dentro. I miei pensieri, più confusi che altro, vengono interrotti da una voce in lontananza: "Aspetta, aspetta. Questa volta stupirò tutti, fidati. Ne ho trovata una che è un vero bocconcino, potrebbero darci miliardi di soldi per lei; è un affarone, fidati! Sì...! Stiamo già montando in macchina" il proprietario della voce è un uomo alto e robusto che se volesse potrebbe distruggermi un osso solo toccandomi. Sta parlando al telefono con qualcuno di cui non riesco a captare la voce perciò colgo l'occasione per andarmene convinta che magari avevano solo sbagliato e così con calma e con piccoli passettini, mi avvicino alla porta da cui sono entrata sperando di non esser vista. Puntualmente la dea cieca non è dalla mia parte perché l'uomo in questione riattacca il telefono e alza lo sguardo guardandomi in modo molto subdolo proprio mentre sto aprendo la porta. Ora che mi guarda riesco a riconoscerlo: è l'uomo che mi fissava prima al bar! Sento il panico scorrere lungo le vene del mio corpo e con questa misteriosa forza addosso mi lancio in una corsa sfrenata con la semplice speranza di non essere realmente il suo obbiettivo o essere diventata improvvisamente una specie di supereroina super veloce tipo Flash. Peccato che evidentemente quello non era il mio giorno fortunato infatti mi scontro proprio contro di lui: come ha fatto a raggiungermi se sono partita prima di lui?! Non ho il tempo per domandarglielo che mi prende il braccio sinistro ed inizia a strattonarmi fino ad una macchina grigio scuro di cui non riesco a riconoscere la marca, considerata anche la mia poca conoscenza di questo argomento. Senza ritegno mi lancia sul sedile posteriore con forza facendomi sbattere la testa sul finestrino, sento un forte dolore sia al braccio sia sul bernoccolo appena formato, ma non mi arrendo e cerco di aprire lo sportello scoprendo con grande rabbia che è chiuso dall'esterno. Vedo l'uomo salire sul sedile del guidatore, accende il motore e la macchina parte. Io mi ricompongo cercando di rimanere il più lucida possibile nonostante ciò che sta capitando. Apro la bocca due o tre volte prima di riuscire a trovare la forza per parlare e con mia grande sorpresa ci riesco anche senza far tremare la voce e così chiedo: "dove stiamo andando?" lui all'inizio non mi risponde, anzi, non mi considera proprio! Odio quando la gente mi ignora, specialmente considerato che fino a pochi istanti fa sembrava così interessato da me da rapirmi quindi significa che dovrebbe ricordarsi che esisto. Io ho il brutto vizio che se so di aver ragione riguardo a qualcosa l'altro deve ammetterlo, questo è uno dei principali motivi per cui litigo con mia mamma. Infatti dico con tono di superiorità, incrociando le braccia sotto il seno e guardandolo con sguardo minaccioso,dimenticandomi immediatamente con quale facilità era riuscito a catturarmi: "Sei sordo o cosa?! Sono in una macchina non mia, con una persona che non conosco che guida, potresti almeno..." vengo interrotta da uno schiaffo in pieno volto che mi fa quasi scendere una lacrima. Stringo i denti e faccio la faccia meno dolorante nel mio repertorio che dura poco però, perché lui risponde: "non provare mai più a trattarmi come un tuo simile, lurida ******a! Sappi solo una cosa, da oggi in poi la tua vita sarà rovinata in un modo che neanche ti puoi immaginare" rimango sbigottita da quelle parole. Sicuramente d'ora in poi cercherò di farmi un contegno e pensare prima di parlare ma poteva farmelo capire anche in un altro modo, eh! Comunque le sue parole mi fanno comprendere che probabilmente non è stato un errore questo rapimento, al contrario.Che cosa intende? Cosa mi succederà? Non è iniziata bene quest'avventura
❤️🌺
Spazio autriceRieccomi! Ho pubblicato prima del previsto questa volta Ditemi se vi piace e se vi sto lasciando un po' di curiosità.
Al prossimo capitolo
La vostra Ladyladyladyriddle
STAI LEGGENDO
Servant of the heart -quando l'amore è l'unico rimedio al dolore-
RomanceLily è una gran sognatrice che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e perciò si è sempre immaginata un futuro meraviglioso: il marito ideale, il lavoro dei sogni, la casa dei sogni... Deve ricredersi quando si trova sul palco del mercato nero degli...