Nuova casa, nuova famiglia

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Avete presente quando senza alcuna voglia iniziate una qualsiasi attività, dopo poco sei talmente presa da questa che solo dopo diverso tempo ti accorgi del mondo intorno, o magari che stai pensando ad alta voce. In sintesi è quello che sta succedendo a me: dalla scena nella platea ad ora, che sto osservando la villa di fronte a me, non ricordo un granché. Di quei momenti riesco solo a risentire i miei pensieri tormentati, l'altra me che è pessimista e melodrammatica, colei che riesco sempre a sopprimere con immagini felici e divertenti, oggi mi è sfuggita dal controllo e ha impossessato il mio corpo. Ora voglio concentrarmi nel ricavare più informazioni possibili sul mio futuro e sicurezze oggettive e non "probabili", arricchite da "forse". Sento sempre più la mancanza di mia madre, già stava male prima, consideriamo quando scoprirà che sono scomparsa e per non pensare alle medicine, solo con i miei lavori riuscivo a trovarne alcune per aiutarla ma senza di me come farà?
Davanti a me si erge un'immensa struttura fatta interamente di marmo: ha delle colonne accostate all'entrata costituita da una ciclopica porta stile Medioevo. Inoltre il giardino che accompagna la strada d'ingresso è altrettanto grande.
Io che ho sempre vissuto in un piccolo appartamento formato da massimo 3 camere senza finestre, trovarmi di fronte tutta questa sfarzosità in una volta è un colpo al cuore. Tutti questi ricordi, pensieri e riflessione mi fanno scendere una lacrima sul volto che mi asciugo immediatamente. Ho imparato con molte esperienze a non mostrarmi mai debole e secondo me questa occasione racchiude tutte queste esperienze passate, tipo una prova finale. Spero di riuscire a tornare a casa prima o poi.
Il signor Ronan mi supera a passo veloce ed io per timore rimango immobile. Sale i pochi scalini che lo separano dall'ingresso e poi si gira, mi squadra e mi fa un occhiolino.
Con titubanza cerco di ricordarmi come si faceva a camminare e muovo la gamba destra, poi quella sinistra ma vengo interrotta da una voce mai sentita, il mio primo pensiero andò ad un uovo possibile rapitore/ padrone ed invece "Signore, Signore! C'è Elisabetta nel suo ufficio che chiede urgentemente di parlarle!" Sento uno sbuffo del diretto interessato. Non riesco a sentire ciò che ha detto all'uomo di fronte ma poi lo vedo scomparire. Rimaniamo solo io e quest'uomo con uno sguardo gentile, è vestito simile ad un maggiordomo (con i colori di un pinguino!)
Con lentezza, come se fossi una preda pericolosa o una bambina con le lacrime (più possibile l'ultima), si avvicina a me. Mi prende il braccio e sussurra parole di incoraggiamento del tipo "Su, Su! Ti devi mostrare forte e sicura di fronte ai leoni per spaventarli e cacciarli" oppure "Se piangi o ti rattristi farai venir voglia loro di vederti ancor di più in questo stato, se ridi potrebbero trovarti carina e lasciarti in pace". Non potrò mai fargli capire di quanto sono grata di queste sue parole così piene di coraggio. Ci fermiamo di fronte ad una porta di legno, mi guarda e mi dice che queste sono le camere della servitù femminile e che dovrò prenderci confidenza. Mi lascia un bacio sulla fronte e mi augura buona fortuna; gira i tacchi e se ne va.
Prendo le ultime gocce di coraggio e appoggio la mano sulla maniglia che mi separa definitivamente dal mio vecchio mondo a cui spero di tornare prima o poi.
Chissà che ci sarà dietro... voglio davvero scoprirlo? Posso decidere o sono obbligata?











❤️🌺

Servant of the heart -quando l'amore è l'unico rimedio al dolore-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora