Servant of the heart -quando l'amore è l'unico rimedio al dolore-

Primo giorno

Sento un forte dolore alla testa ed apro d'improvviso gli occhi. Mi trovo per terra, con la faccia spiaccicata al terreno, di una piccola stanza con all'interno circa 15 ragazze energiche e scalpitanti peggio di una mandria di elefanti sono queste ragazze e rido dei miei stessi pensieri cercando di sollevarmi dal terreno.
Mi guardo intorno ancor più spaesata di prima non riconoscendo alcun volto o alcun oggetto. Panico ... ed ora?
Rimango immobile con gli occhi sgranati a guardarmi intorno fino a che una per una tutte le ragazze escono dalla stanza e finalmente rimango sola con i miei pensieri. In questo lasso di tempo tutti i ricordi delle ultime ore mi sono tornati alla mente e sono scoppiata a piangere anche quando le altre ragazze sono uscite dalla stanza, io sono rimasta con la testa sulle mie ginocchia piangendo. Sento una mano toccarmi la spalla sinistra e sussurrarmi gentilmente all'orecchio: " Ehi Lily, forza. So che il coraggio ormai lo hai finito ieri ma Tofane dell'altro. Questo non durerà per sempre, troveremo insieme un modo di andarcene ma prima cerchiamo di vivere bene in questo luogo. Guardami, forza, alzati. Se ci sbrighiamo non si accorgeranno del nostro ritardo" La abbraccio forte e poi faccio come mi aveva detto. La divisa era un semplice vestito grigio con sotto un pizzo bianco. Corriamo fuori dalla stanza incontro ad un gruppo di ragazze vestite tutte uguali che parlano tra loro. Non ho idea di che ore siano ma penso proprio che sia prima dell'alba considerato il buio nella casa. Tutte le ragazze si silenziano al nostro arrivo e una voce dice con toni autoritario: "Lily! Finalmente ci hai degnato della tua presenza. Io sono Sarah, il capo della servitù. Io do i lavori a ciascuna di voi e se non vi comporterete bene i vostri lavori saranno i più duri. Le regole sono facili da comprendere, anche per le teste piccole come la tua. A meno che non sia la tua mansione non andare al secondo o terzo piano, nel secondo piano ci sono le camere  dei  padroncini e al terzo piano invece ci sono quelle dei padroni. Non parlare con loro a meno che non sia richiesto, non guardarli MAI negli occhi, non lamentarti, non parlare proprio. Disobbedisci ad una di queste regole e finirà male per te. Ovviamente se un padrone ti dice di fare qualcosa la devi fare. Oggi Lily, per il suo ritardo, dovrà pagare i vestiti nella cantina con Scarlett e Beth. Avviatevi, ora!"

Mi stavano ancora frullando nella mente le parole di Sarah e incapace di orientarmi in questo luogo sconosciuto, seguivo con sguardo basso i movimenti di Beth, ragazza bionda con occhi verde acqua, davanti a me che si muoveva in modo molto aggraziato. Ci fermiamo improvvisamente e nella mia visuale entrano magnifici occhi scuri vicini al nero e mi dice: "Lily su con la vita, poteva capitarci molto peggio e le regole sono facili da memorizzare e rispettare. Comportati bene e ci hanno promesso che ci faranno uscire" quella ragazza era veramente gioiosa, anche io un tempo ero come lei, perché sono cambiata? Io non voglio. Alzo lo sguardo e le sorrido dicendo: "hai ragione! Diamo il meglio di noi! Ma comunque è vero c'è devo cercare di evitare il più possibile il signor Ronan, giusto?" Entrambe le ragazze mi guardarono diventando tristi. "Un giorno alla settimana il padrone richiede la presenza di una di noi per farlo "divertire" solo che con quelle nuove è particolarmente aggressivo. Tutte noi abbiamo auto questo "battesimo di fuoco" e non ci piace molto parlarne ..." Dice Beth.
"Scusate non volevo richiamare brutti ricordi. Quando è questo giorno alla settimana?"
"Il venerdì. Il problema è che oggi, non si sa ben a che ora, torna il signorino Giacomo, è andato via cinque anni fa per andare al college e ora che si è laureato ha deciso di tornare per aiutare il padre con la sua società, si dice che lui sia ancora peggio con noi serve ..."
Ma sla d'un brivido lungo la schiena. In che posto sono finita?!

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