16. A rapporto

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I giorni ad Hogwarts si susseguono pigramente uno dopo l’altro in attesa che arrivino gli studenti e l’anno scolastico ricominci. Il castello è stato tirato a lucido e gli Elfi Domestici stanno preparando tutto perché il banchetto iniziale sia qualcosa di memorabile.

Ellemir si è rifugiata in biblioteca, approfittando della calma e del silenzio di quelle giornate per cercare le notizie che le servono nei libri riguardanti la storia recente di Hogwarts. In realtà preferirebbe gironzolare per le sale e per il giardino, ma non è mai sola, come le aveva preannunciato la Preside, per cui lascia perdere. Preferisce far vedere che è “buona e tranquilla” in modo che un po’ alla volta le diano più fiducia e la lascino stare in pace da sola. Non che i suoi accompagnatori siano invadenti…. ma ci sono e questo le basta per farle passare la voglia di andare in perlustrazione.

Non ha più visto in giro George Weasley, probabilmente è andato via, visto che ancora non sono iniziate le lezioni. ‘Meglio’ ha pensato quando se ne è resa conto, ‘uno in meno da cui guardarsi’. Ma in realtà, anche se non lo ammette neppure con sé stessa, il castello senza di lui è davvero vuoto.

La ragazza si immerge  nella lettura dei più svariati libri, così tiene concentrata la mente su qualcosa di più concreto e urgente di un paio di occhi azzurri.

Ben presto nelle “Cronache di Hogwarts del secondo millennio” trova quello che sta cercando. Senza dare nell’occhio, copia in un foglio che subito nasconde le informazioni trovate, poi continua a tirare fuori libri su libri per non far capire alla “guardia” di turno, un costernatissimo Hagrid, che è giunta al termine delle sue ricerche.

Una mattina, osservando l’alba fuori dalla finestra della sua camera, nota un certo movimento laggiù nel giardino del castello. Da lontano non riesce a riconoscere i volti delle persone radunate a chiacchierare e salutarsi, ma appare evidente che sono i professori infine arrivati. Prima che la parte razionale del suo cervello riesca a impedirlo, il suo sguardo si posa da una figura all’altra alla ricerca di un qualcosa di rosso, e quando lo scorge il cuore manca un battito anche perché le sembra che il viso di George sia stato per un momento rivolto in alto verso di lei. ‘Idiota’ si rimprovera ‘Cosa ti importa che sia arrivato? Era ovvio che sarebbe successo. Piantala.’ E distoglie lo sguardo allontanandosi dalla finestra.

Ma intanto rimane rintanata in camera, per evitare incontri inopportuni che le toglierebbero quel po’ di serenità guadagnata negli ultimi giorni.

Dopo un tempo interminabile, nel quale il suo nervosismo ha raggiunto livelli preoccupanti,  si decide a uscire ritenendo di essere fuori pericolo “faccia a faccia”.

Apre la botola e si cala giù per la scala senza guardare. Così quasi cade fra le braccia di Hagrid, che stava iniziando a salire per chiamarla.

“Ohhh si-signorina Les- lestrange” balbetta l’omone al colmo della confusione, mentre la deposita a terra il più delicatamente possibile “La Preside chiede che vieni in Sala Professori perché ci sono novità che devi sentire.” Le spiega grattandosi il testone irto di capelli incolti.

Ellemir si ricompone in fretta, un po’ divertita dalla situazione e dall’imbarazzo del gigante.

“Bene, andiamo. Non sta bene far aspettare la Preside, giusto?” e si avvia a grandi passi per il corridoio, lasciando Hagrid piantato là a guardarla a bocca aperta.

La figlia di BellatrixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora