𝕏𝕀. ℕ𝕖𝕧𝕖 ℂ𝕒𝕟𝕕𝕚𝕕𝕒 ℂ𝕠𝕞𝕖 ℤ𝕦𝕔𝕔𝕙𝕖𝕣𝕠 𝔽𝕚𝕝𝕒𝕥𝕠

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Buona lettura!

    Robin & Nancy

    Le due adorabili ragazzine se ne stettero comodamente sedute sulla gelida e rovinata panchina nel bel mezzo del verde e grande parco, a guardare la grande palla di fuoco incandescente chiamata "sole" scomparire fra le fitte e numerose nuovole di sfumature di blu-chiaro, azzurro-scuro, viola-lilla e arancione-rosso, che dominavano orgogliose il vasto cielo scuro e cupo. Era perciò ormai sera tarda, e ognuna delle due aveva sicuramente un qualche tipo di impegno che le avrebbe impedito di spendere dell'altro prezioso tempo insieme all'altra ragazza, ma non era minimamente così. Le adolescenti non volevano assolutamente lasciarsi alle spalle l'un l'altra, non volevano cessare quel caldo e frizzante sentimento che ti riempe fino all'orlo il cuore di euforia. Ne avevano bisogno, dovevano stare completamente appiccicate, perché sapevano entrambe di aver trovato la persona che faceva esattamente al caso loro. Sapevano di dover stare insieme, volevano stringersi forte, sentire ciascuna dolce fragranza e ogni singolo suono e rumore dell'ambiente circostante. Finché non iniziò a nevicare. Una gigantesca è immensa camionata di candida acqua completamente ghiacciata le travolse violentemente, e le fece rabbrividire  da cima a fondo. Se lo dovevano di certo aspettare, d'altro canto. Era pieno inverno, il termometro segnava -7 gradi e tutte le persone intorno a loro indossavano pesanti cappotti, felpe con varie immagini e scritte, scuri giubbotti e caldi maglioni di pura lana colorata. Decisero quindi di rimanere in perfetto silenzio e di non lamentarsi con l'unico essere che sarebbe stato costretto ad ascoltare le loro strazianti voci, l'universo.
    Non potevano di certo, però, rimanere a congelare sotto la bufera che si stava piano piano formando proprio sopra le loro innevate teste. Decisero perciò di tirarsi in su la cerniera di arrugginito ferro che sigillava solidamente le loro giacche e di inoltrare il loro lungo e impetuoso cammino verso il loro vasto e glorioso regno (ovvero casa loro). Si salutarono, sentendosi palesemente deluse, tristi e incomplete, e, cercando di non voltarsi e saltarsi violentemente addosso, riempendosi di passionati baci e caldi abbracci, se ne tornarono da dove erano venute.
    Robin, perciò, si avviò verso la strada che portava alla sua confortevole casa di vecchio legno e Nancy alla sua magnifica Smart nera, grigia e bianca, colori perciò vivaci e pieni di vita. Non era però, di nuovo purtroppo, destino che le due si separassero.
    La piccola macchina era coperta dalla testa di polipropilene ai piedi di gomma nera-intensa di ghiaccio, neve e Dio sa solo che cos'altro. La ragazza non sapeva come sinceramente reagire, dato che la sua povera auto si era completamente ricoperta di solida acqua ghiacciata, rimanendo così incastrata nell'enorme "cubetto" di ghiaccio e attaccata al terreno cementato e asfaltato. Non sapeva davvero come avrebbe fatto a tornare a casa, finché non le venne un'idea (non del tutto) geniale. Prese il suo telefono il più veloce possibile e lo accese, cercando subito l'icona nera con la scritta bianca 'Uber'. Si indignò malamente nel vedere che tutti gli Uber, gli autobus e il resto dei mezzi di trasporto (treni, metropolitane, aerei, ecc.) erano momentaneamente sospesi a causa del maltempo. Si trovava nuovamente al punto di partenza. Le venne un'idea più originale, ma soprattutto deltutto funzionante e sicura. Si guardò alle spalle e notò che Robin, essendo più lenta di una lumaca, era ancora nel suo raggio di visione. Fece quindi una corsa fino alla ragazza con i capelli corti e la fermò bruscamente, afferrandole di colpo e con poca delicatezza la spalla sinistra. Robin si girò, euforica come mai, e sorrise all'altra freddolosa ragazza, che con calma ricambiò, sentendosi altrettanto gioiosa.
    "Senti, Rob, ho un leggero problemino con la mia stupida auto. Quel maledetto pezzo di ferraglia si è del tutto congelato, e non posso tornare a casa perché tutti i mezzi sono moment-" Robin le ghignò sensualmente, si avvicinò lentamente alla ragazza che balbettava freneticamente e le mise l'indice sulle labbra, facendola smettere di parlare. Ridacchiò delicatamente e, spostando il dito sulla ghiacciata guancia di Nancy, le accarezzò il viso con amore.
    "Non serve balbettare tanto. Ti ospiterò a casa mia, dato che mia madre è fuori con qualche idiota di nome Lonnie. Non ti lascerei mai fuori, al freddo." E così Nancy sospirò compiaciuta e la guardò, evidentemente ammirandola e studiandola con attenzione. Accennò, sottovoce, un tremoliò che suono come: 'grazie'.
    Le due ragazze, sempre con la pesante bufera di neve che piombava come grandine su di loro, si fecero a piedi tutta la sterrata strada di ghiaia e fango in mezzo all'oscuro bosco fino alla piccola casa di Robin, che era di certo pronta ad'accoglierle.

    Volevo scusarmi con @Nancy_Wheeler_ per non aver pubblicato. La settimana prima della fine del quadrimestre è dura, e non ho avuto tempo di scrivere. Spero di riuscire a farmi perdonare.

800 parole


   

   

𝐁𝐚𝐝 𝐆𝐢𝐫𝐥⚡𝐍𝐚𝐧𝐜𝐲 𝐖𝐡𝐞𝐞𝐥𝐞𝐫 & 𝐑𝐨𝐛𝐢𝐧 𝐁𝐮𝐜𝐤𝐥𝐞𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora