4. Hastings

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La prima cosa che fece, appena sveglia, fu rigirarsi sotto le coperte per cercare di trovare nuovamente il sonno, ma le fu impedito dal freddo e dalla fame; in oltre quel letto era decisamente scomodo.
Mugugnó scocciata, mentre si sollevava controvoglia. Si tiró su il plaid, avvolgendoselo attorno alle spalle, come fosse un mantello.

Caffè.

Camminó scalza fino in cucina, ed in effetti una macchinetta elettrica c'era, ma lei non si era premurata di comprare la materia prima per farla funzionare, insieme a qualsiasi altro tipo di spesa.
In ogni caso, nonostante quella mancanza, le stanze almeno erano più calde della sera prima: a donare loro un aspetto nuovo era la luce del sole.

Sostó per qualche secondo davanti alla vetrata del loft, prendeva quasi tutta una parete e affacciava sulle strade già affollate della grande metropoli americana.
Tornó verso la stanza da letto alla ricerca di una sigaretta, anche quelle stavano finendo. Ci penso dopo.

Con l'estremità del drummino stretta saldamente nelle labbra, spinse la mano magra sulla maniglia della portafinestra, questa si aprì scricchiolando, Allison pensó che avrebbe avuto bisogno di un po' d'olio, ma non osava sfiorarla l'idea che potesse essere lei a sistemarla, non in quel momento, almeno.

L'accendino.

Lo sguardo cadde sul davanzale: ce n'era uno non suo, abbandonato chissà da quanto, per curiosità provó a controllare se funzionasse, ed effettivamente faceva il suo lavoro. Allungó quindi il collo per accendersi la prima sigaretta della giornata, e solo dopo il primo tiro, alzó il volto al cielo.
Sicuramente una delle cose che amava di più della California, era il sole. Adorava la sensazione di caldo sulla pelle, tanto che decise di prendere posto su una delle sedie sul terrazzo e godersi quello spiraglio di luce nell'aria inquinata di Brooklyn.

Teneva la sigaretta sospesa tra due dita, con una la colpì piano in cima per far cascare a terra la cenere in eccesso, poi se la riportó tra le labbra, e rifece lo stesso gesto fin quando non vi fu più nulla da aspirare.

Tornó dentro per buttare quel che rimaneva della sua colazione al sapore di nicotina, poi, solo poi, controlló il telefono.

A quanto pare non era così presto come immaginava, le dieci erano passate da poco, ma non aveva particolari piani in programma, quindi non si considerava in ritardo su niente.
Scivoló con l'indice affusolato sullo schermo luminoso, scorrendo i vari messaggi per cercarne qualcuno che le interessasse davvero.

Allison, c'è una festa stasera, gli Hastings inaugurano un nuovo locale, sanno che sei in città.

Il messaggio era del fratello, mentre lo leggeva la bocca le si storse in una smorfia divertita. Ovviamente, lo sanno. La risposta fu immediata, non che solitamente ponderasse troppo le sue reazioni.

Chiamandola festa non la fai sembrare migliore.

Lasció la coperta scivolarle addosso, l'abbandonó sul parquet polveroso, poi lentamente si liberó di tutti gli altri indumenti, in modo da essere completamente libera una volta raggiunto il bagno, le ci voleva una doccia calda.
Controlló se ci fossero già shampoo e bagnoschiuma, e infatti erano lì, lasciati dal precedente inquilino.

Indugió qualche momento sotto il getto bollente, aveva la meravigliosa capcità, Allison, di farsi scivolare addosso le cose come in quel momento facevano le goccioline d'acqua sulla sua pelle.
Era un'arma a doppio taglio, viveva serena la maggior parte del tempo, ma quando i pensieri tornavano erano sempre prepotenti e violenti, bramavano considerazione e attenzione, se la mangiavano fino alla distrazione successiva.

Nel silenzio della doccia, mentre si sentiva solo l'acqua scorrere, divennero presto rumorosi e presero a punzecchiara riguardo alla festa degli Hastings, gli ottimi rapporti che c'erano tra la sua famiglia e l'altra la obbligavano ad andarci, vivevano di strani equilibri, ancorati a tradizioni del passato e ad apparenze che si era rifiutata di capire. Almeno non poteva lamentarsi di non essere stata considerata, l'avevano accolta come se fosse stata via solo qualche giorno. Lei, invece, temeva di fare fatica a riadattarsi a quel mondo costruito alla perfezione, dove nessuno diceva mai una cosa fuori posto, e a Natale si fingeva di essere tutti amici.
Possedevano quasi tutti i locali principali di Manhattan, gli Hastings, erano mezzi nobili ma la bionda non sapeva esattamente da che parte e neanche se fosse una voce vera, o solo qualcosa che non smentivano perchè li rendeva ancora più superiori ai comuni mortali. Energie negative, emanavano decisamente energie negative.

Don't look back in Anger Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora