7. Ronny

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« Oggi siamo qui, nell'angolo più dimenticato di Central Park— »

« Dai, Simon! »

« Dicevo, siamo qui per celebrare il funerale di Ronny un piccolo roditore, ma un grande amico. »

Ebbene, Allison aveva costretto tutti i suoi tre più cari amici a riunirsi per dare il giusto rilievo alla morte di quel criceto, un po' per alleviare i sensi di colpa, un po' perchè non sapeva cosa fare e aveva sempre voluto indossare uno di quei cappelli da lutto, con la retina a coprire il volto, li trovava esageratamente sexy. Erano tutti vestiti per l'occasione, Daphne sfoggiava un Versace nero e oro, sulle spalle un missoni i cui bottoni riprendevano le decorazioni dorate dell'abito sotto; Anthony aveva forse scelto l'abbinamento più elegante di tutti, un doppiopetto scuro con dei pantaloni di sartoria, la giacca pesante non pareva scaldarlo abbastanza, ma non sembrava preoccuparsene. Simon invece pareva essersi messo d'accordo con la sorella, in nero anche lui, visti da lontano sembravano quattro tipi decisamente curiosi.

Cosí annoiati da indossare degli abiti da migliaia dollari ciascuno solo per celebrare il funerale di un criceto. La loro vita era cosí vuota che avevano bisogno di inventarsi un lutto, per far finta che avesse un senso.

« Allison, vuoi dire qualcosa? »

Le gambe lunghe della giovane si mossero lente sotto la stoffa morbida del vestito che le fasciava il corpo fino al polpaccio, un Mcqueen mai usato, comprato solo per far contenta la madre, e il suo ego. Annuí da sotto la retina del cappello scuro. « Addio, Ronny, sei stato con noi per poco tempo, ma non ti dimenticheremo facilmente. »

« A Ronny. » Anthony tirò fuori dalla tasca interna della giacca una fiaschetta, l'alzò in alto con aria solenne. L'aprí e prese un sorso, poi la passò agli altri compagni di giochi, e s'incantò a fissare la buca scavata nel terreno.

« Per quella abbiamo chiamato qualcuno, vero? Non penserete mica che mi metta a sotterrarlo. » A rompere la finzione esasperata con cui avevano deciso di distrarsi, la minore degli Hastings.

« Si che l'abbiamo fatto, adesso però pensiamo a Ronny. » Intervenne il fratello.

« Si merita un brindisi vero. » fu Allison a suggerirlo.

« Dovremmo organizzargli una festa. » Erano seri? Continuamente alla ricerca di qualcosa per cui far finta di divertirsi, erano il peggior fallimento dei loro genitori, persi e soli, non sapevano fare altro. Mentre parlava, Simon incrociò le braccia al petto, con aria teatrale.

« Al Lux è fattibile? » Il locale del giovane Hastings, cosí aveva deciso di chiamarlo. La californiana non aveva idea del perchè, non credeva ve ne fosse nemmeno uno troppo specifico.

« Stanotte, si può fare. »
Acconsentirono tutti in silenzio, con un cenno del capo.

« A Ronny. » Anthony sollevò nuovamente la fiaschetta dopo essersela ripresa, questa volta la svuotò sul terreno umidiccio, proprio dov'era la tomba del loro piccolo amico.
Tutti lo seguirono in quel solenne saluto. Simon alzò il capo e richiamò con lo sguardo il tizio che avevano pagato per sotterrare la scatola in cui avevano posto le spoglie dell'animaletto. Intanto che quello si avvicinava, tutti se ne andavano.

I passi del gruppetto risuonavano fastidiosi sul terreno melmoso del parco, nessuno di loro era amante di quei posti, la natura era troppo genuina e pura per suscitare il loro interesse « Allora ci fai sapere tu l'orario? » Allison richiamò l'attenzione di Simon, ormai il funerale era roba vecchia, adesso era tutta concentrata sulla festa di quella sera.

Don't look back in Anger Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora