11. Piccole fratture

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Dopo l'atroce scoperta i due decisero che erano troppo agitati per tornare alle loro dimore e abbandonarsi alle grinfie di Morfeo, Simon si sentiva fragile, pieno di dubbi e incertezze, aveva voglia e bisogno di un tipo d'affetto che solo Allison sapeva come dargli. Lei cercava di assorbire la sua frustrazione, si rifugiarono insieme nel nascondiglio della californiana, Brooklyn non era mai sembrata cosí bella come in quel momento.

Rimasero in silenzio, attorcigliati tra le coperte calde come due cuccioli feriti. Cosa avrebbero fatto? Simon come aveva intenzione di muoversi?
Scappiamo via, ti prego.
Fu l'idea migliore che attraversò la mente contorta della bionda, ma per quanto potessero essere simili, fuggire non era sicuramente nello stile del giovane Hastings, sapeva prendersi le sue responsabilità molto meglio dell'amata.

« Hai paura? » le parole di Simon si scontrarono contro il collo biancastro della donna, facendola tremare.
Dovette rifletterci un attimo, provava tante cose, in quel momento, ma no, la paura non era tra quelle, non nel modo in cui la intendeva lui, almeno « no » rimase zitta, come a valutare se fosse il caso di continuare « e tu? ».
Prese ad accarezzargli la nuca con le dita affusolate, nascondendole nei suoi ricci castani.

« Ho paura che ci sia altro. »
« Devi parlare con i tuoi genitori. » Allison aveva ben presente il volto della signora Hastings, ma quello del padre, non riusciva a dargli una vera forma: lo vedeva come un'ombra oscura, onnipresente, era certa sapesse anche dove fosse il figlio in quel momento. Simon non aveva un vero rapporto con lui, lo subiva come sottoposto rispetta un generale, non era mai stato presente se non tramite una funzione gerarchica e malata. Sapeva che comunicare con lui sarebbe stato difficile, se non impossibile.

Lui non disse niente, d'istinto strinse la presa delle sue braccia attorno alla vita di lei, rimasero in quel modo a lungo, e fu cosí che li ritrovò il sole sorgendo al mattino seguente: ancora annodati l'uno all'altra, disperatamente alla ricerca di certezze.
« Fa questo freddo tutte le mattine, qui, Whistledown? » una risata profonda solleticò la pelle di Allison, ella non schiuse neppure gli occhi, le sembrava troppo presto per dare quel genere di spiegazioni, Simon lo sapeva e rise ancora. Si allungò alla ricerca del telecomando per azionare l'aria calda, i suoi movimenti non turbarono il sonno della californiana, ad infastidirla invece fu quando dovette sciogliere l'abbraccio che lo legava al suo corpo esile, storse la bocca ma non si lamentò.

« Non c'è niente per fare colazione. » Lo avvisò prima che potesse raggiungere la cucina, o decidere solo di alzarsi. La voce era ancora ruvida di sonno, si rannicchiò tra le coperte, mentre l'altro probabilmente pensava già al locale, al lavoro, non era mica un buono a nulla come lei.

« Non avevo dubbi. » non sembrò affatto irritato, era raro vederlo nervoso, sapeva essere sfacciatamente tranquillo anche nelle situazioni più improbabili; la sera precedente, davanti ai segreti della sua famiglia, si era mostrato eccezionalmente fragile. Si alzò, liberandosi delle coperte solo quando la stanza fu abbastanza calda, a quel punto si rivestí della giacca e si sistemò la camicia sgualcita.
Allison lo osservò da dietro, in silenzio, godendosi in segreto lo spettacolo più bello, la calma di non dover scappare, la tranquillità di poter vivere altre mille mattine come quella. « vieni con me al Lux? » cosa? « ti faccio preparare la colazione. » si!

Un modo inusuale per invitarla a fare colazione insieme, rivelò un ghigno compiaciuto, mentre si alzava anche lei per imporsi davanti a lui, ancora in veste da notte « dipende, i tuoi cuochi sanno fare un buon pain perdu? » lui le rispose con lo stesso sorrisetto malizioso « certamente, mademoiselle. » il francese di Simon era perfetto, come quello di tutti gli Hastings, si diceva avessero parenti in Europa, forse era solo un altro modo per essere in qualche modo migliori degli altri. Aveva conosciuto un'educazione molto rigida e singolare, probabilmente l'unico ambito in cui era stato ritenuto necessario le apparenze rispecchiassero la realtà.

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