'Ti voglio forte, senza alcuna paura.' Nesli.
Nesli la faceva facile, ma io la rendevo troppo difficile. Ogni cosa mi feriva e io non facevo altro che ferire me stessa con ogni cosa che avevo tra le mani. Lamette, forbici, taglierini, coltelli. Arrivai a diciasette anni con uno stile di vita abbastanza particolare. La mattina mi svegliavo, bestemmiavo per essermi svegliata e uscivo a distuggermi. Alcool, droga, cibo a sfascio. Poi tornavo a casa, mi mettevo due dita in gola e vomitavo. Entravo nella doccia armata di lametta e mi facevo del male. Ripetevo ad alta voce ogni singola cosa che mi aveva ferita durante la giornata e mi tagliavo. Arrivai perfino ad un punto in cui la lametta non mi bastava più, ad un punto che vivere mi aveva stremato, ucciso dentro. Tentai il suicidio più di una volta, ma non ebbi abbastanza coraggio per farlo. Non pensai a nessuno, non mi importava far male alle persone con la mia morte, ero incazzata con il mondo. Sapevo di essere un'egoista, ma non importava. Loro non capivano, non hanno mai capito. Ogni giorno era una continua lotta con tutti, con mio padre, con mia madre, con me stessa. Non mi accettavo, ero così sbagliata. Sono così sbagliata.