Prologo. Testimonianzia da San Augustìn

588 33 37
                                    


Dall'archivio del Federal Bureau of Investigation.

Interrogatorio n° 20750613/27, Città del Messico.


Il ragazzo sta seduto davanti a un tavolo metallico, una luce fredda al neon illumina la stanza priva di altri mobili. Si torce nervosamente le mani e guarda di lato in continuazione, come a cercare qualcosa.

«13 giugno 2075.» Le parole, in spagnolo, giungono da un punto imprecisato nella stanza e il ragazzo sobbalza appena, prima di guardarsi intorno. «Sono le ore quattro e tredici minuti del pomeriggio. Conduce l'interrogatorio l'operatore K-730918.»

Il volto del giovane si muove a destra e a sinistra. Cerca la fonte di quel suono invisibile, ma non la trova. Attraverso le lenti sporche, le pupille sono velate dalla paura.

«Come ti chiami?» incalza l'interrogatore invisibile.

«Luis.»

«Nome e cognome completo, per favore.»

La voce è atona e meccanica, scandisce le sillabe come un precisissimo metronomo.

La mano di Luis corre all'asticella degli occhiali, se li toglie con un gesto rapido e si massaggia la radice del naso. Un sommesso fischio prolungato lo convince a rimettere subito le lenti a posto.

«Luis Vasco Reyes,» risponde, gracchiante. Con un colpo di tosse prova a schiarirsi la gola.

«Data di nascita,» ordina l'esaminatore.

«Sono nato il 10 marzo del 2052, a Città del Messico,» risponde, questa volta più pronto.

«Che cosa ci facevi lungo Calle Libertad, a nord di San Augustìn Tiaxiaca, alle 20:38 del 12 giugno?»

Luis guarda di lato ed esita qualche istante.

«Andavo da mia nonna.»

Segue qualche secondo di gelido silenzio, rotto poi dalla voce meccanica.

«È mio dovere ricordarti che questo incontro è registrato e che verrà trattenuto dalle autorità governative come prova relativa a un presunto attacco terroristico di grave entità,» spiega, con una curiosa nota piccata che vibra ancora di più nel silenzio della stanza. «Riformulo la domanda e ti invito a rivedere la tua risposta: che cosa ci facevi lungo Calle Libertad, a nord di San Augustìn Tiaxiaca, alle 20:38 del 12 giugno?»

Luis sembra prendersi del tempo per riflettere. Si toglie ancora gli occhiali dalla spessa montatura scura per asciugarsi un rivolo di sudore che gli cola lungo il lato del naso; un secondo fischio, più intenso, lo fa sobbalzare.

«Occhiali del cazzo!» esclama, inforcandoli con un gesto secco. «Li posso levare solo dalle undici di sera fino alle sette del mattino.»

L'operatore K-730918 non risponde; il ragazzo si accomoda sulla sedia metallica e si schiarisce la voce.

«Dovevo vedermi con un amico, lui... lui voleva darmi una cosa che... ma è davvero così importante? Non c'entra nulla con quello che è successo.»

Silenzio.

Luis si guarda intorno dubbioso, non ha idea di chi o cosa cercare.

«Possiamo sorvolare su questo dettaglio,» risponde infine l'interrogatore misterioso. «Ci vuoi raccontare che cosa è successo?»

Il giovane sembra sollevato: fa un sorriso tirato e le gote paffute si rilassano, le sopracciglia contratte si distendono in due sottili linee scure e gli occhi, coperti dalle pesanti lenti, riacquistano luminosità.

Il Divoramondi - L'altra GemellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora