Capitolo 9. Il paziente speciale

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Darren seguì Jacob su per le scale immerse nel buio; alle sue spalle sentiva i respiri affannati di Alex e i passi leggeri di Theresa.

Non era per nulla contento di come aveva gestito quella giornata: se solo si fosse imposto un po' di più con la nipote, adesso non si sarebbero ritrovati invischiati in quel casino. Però, tutto sommato, un lato positivo c'era, anche se si doveva scavare molto in fondo in quella montagna di merda per trovarne traccia.

Theresa aveva imparato sulla sua pelle che combattere per davvero non era come incrociare delle spade finte con i compagni d'allenamento, mentre Alex stava sviluppando le sue peculiari capacità. Sarebbe diventato un grandissimo cacciatore di taglie se solo avesse avuto la stessa indole di suo zio, ma era chiaro che il ragazzo non si fosse trovato a suo agio in quell'occasione, glielo si poteva leggere chiaro in volto.

Non che Darren fosse contento di vedere l'aspirante paladina sfoggiare quel viso così tirato e rattristato, ma almeno poteva dire con certezza che Theresa avrebbe ripensato a quella disavventura prima di lanciarsi in ridicoli discorsi etici e morali per poi finire a inneggiare il suo ruolo da combattente della giustizia. Non gli faceva piacere, proprio no, ma era una lezione che andava imparata. Comunque, dopo aver trovato Erika in buona salute, la nipote pareva meno abbattuta e un cipiglio di determinazione era tornato a farsi strada tra i lineamenti morbidi del suo bel viso. Nulla avrebbe potuto abbatterla in modo definitivo.

Le scale sfociarono in un corridoio avvolto nella penombra, molto simile a quelli che avevano percorso al piano terra del Sentara Albemarle. C'era silenzio, tanto che l'edificio poteva sembrare abbandonato da anni, ma sia Darren che i suoi compagni sapevano che non era così: l'ultimo membro di quella combriccola di fuorilegge si nascondeva in una stanza di quel reparto e nessuno dei presenti si sarebbe potuto dire davvero al sicuro prima di aver posto fine a quella schermaglia notturna.

Il novizio con cui avevano parlato poco prima aveva indicato la camera dove il paziente speciale era stato rinchiuso, quindi Jacob avanzava sicuro attraverso i corridoi deserti del reparto. Tutte le altre stanze che avevano superato erano vuote, forse addirittura da prima dell'arrivo del FBI e del loro paziente segreto, segno inequivocabile che l'ospedale non avesse più lo stesso giro di clientela che poteva vantare un secolo prima, quando tutto era diverso.

A prima analisi doveva sembrare un qualcosa di positivo: meno paziente significava meno persone bisognose d'aiuto. La realtà era ben diversa, invece: il costo delle cure mediche era impennato nel corso degli ultimi decenni, anche a causa dell'introduzione della magia applicata alla sanità privata. Le persone che potevano permettersi un'assicurazione sanitaria degna di quel nome erano pochissime e persino tra quei pochi eletti c'era chi non riusciva a far fronte alle spese di un intervento sanitario magico, erogato dai sacerdoti del dio della vita che stanziavano in gran parte degli ospedali della nazione. La crisi del lavoro, il crollo degli stipendi medi e la recessione avvenuta negli ultimi cinquant'anni non avevano certo aiutato la gente meno fortunata a non doversi preoccupare della propria salute. Per quanto le cose fossero in lieve miglioramento grazie alle politiche interne della presidentessa Lawson, la crisi era ben lontana dall'essere passata.

E pensare che esisteva gente come Jacob metteva ancora di più il nervoso addosso al mezzelfo. Seguivano le stupide regole pedissequamente, senza questionare nulla, senza un briciolo di critica costruttiva! Poco importava a loro che alcuni leggi fossero state introdotte con il chiaro scopo di mantenere un monopolio statale su determinate realtà; poco importava che la gente soffriva e faticava a vivere in modo decente. Jacob e tutti i suoi colleghi non erano altro che poveri automi, educati soltanto a percorrere la strada che qualcuno aveva tracciato per loro. Osservandoli da quel punto di vista si poteva dire che fossero i più sfortunati di tutti.

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