Capitolo 26

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I giorni dopo il compleanno di Stefano sono tornati ad essere noioso e lunghi, tremendamente lunghi.
L'unica novità e' andare insieme ad Emma e Valerio a visitare case su case, quella indecisa della coppia e' lei, ovviamente, trova sempre un difetto in ogni casa che vede.
Valerio però mantiene la calma e la asseconda, per non farle pesare il fatto che è sempre lei a dire no.
Parlando con lui mi ha detto che non vuole spingerla a prendere una casa che non la convince, come Emma, anche lui non vuole ripetere gli errori del passato.
Io cerco di fare un po' da intermediario nel senso che quando sono con Emma, le dico di prendersi tutto il tempo che vuole, però avere paura di prendere una casa, non deve essere la scusa per non prenderla mai.
E quando parlo con Valerio gli dico che sicuramente fa bene a non metterle pressione, però dovrebbe anche lui dire la sua e se una casa gli piace davvero, perché lasciarsela scappare, senza neanche provare a parlarne con lei.
La situazione sembra molto complessa, in verità io vedo solo due persone che si amano e che vogliono vivere insieme.
Purtroppo il passato spesso ci condiziona così tanto, che non ce ne rendiamo neanche conto.
"Questa mi piace...però non mi convince il garage.."
Dice Emma, mentre usciamo da una casa che ha visto la mattina con Valerio, e che ha voluto rivedere insieme a me, oggi pomeriggio.
La giornata di oggi è particolarmente piovosa e fa freddo.
Finiamo di visitare la casa e quando usciamo fuori, ci ripariamo insieme sotto al mio ombrello, ma piove così tanto che i nostri tentativi di restare asciutte, falliscono miseramente.
"Dai Emma..."
Le dico mentre la ragazza che ci ha fatto vedere la casa, chiude il cancello con qualche difficoltà, reggendo anche l'ombrello.
"Cosa?"
Mi chiede lei, ma già ha capito dal mio sguardo.
La ragazza dell'agenzia ci viene vicina, salutandoci, la ringraziamo e corriamo verso la macchina.
"Il garage non ti convince ...? A me e' piaciuta molto! Ha molte camere ed e' luminosa, poi la cucina con l'isola mi e' sempre piaciuta.."
Le dico mentre cerco di sistemare i capelli umidi.
"Si.. infatti è la cosa che mi ha colpito di più, anche a Valerio e' piaciuta molto."
"E poi e' l'unica casa di cui ti ho visto parlare davvero entusiasta..perciò smettila.."
"Ma di fare cosa?"
Mi chiede mentre guida attaccata al volante, cercando di vedere, con l'acqua che sbatte forte sul vetro.
"Di avere paura! Buttati! Andrà bene stavolta siete pronti!"
Lei sorride, la conosco troppo bene, so che questa casa le piace sul serio e chissà forse si sta convincendo che è davvero ora, di prendere coraggio e fare questo passo.
"Va bene, ti prometto che stasera ne parlo con Valerio...alla fine il garage serve solo per metterci dentro una macchina..."
"Esatto!"
Le dico come fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Cavolo ma quanto piove!"
Dice fermandosi davanti casa mia.
"Sicura di non venire a cena da me? Mamma sta facendo un risotto buonissimo.."
"No, sono stanca e bagnata e voglio solo farmi una doccia e buttarmi nel letto..ringrazia Amelia da parte mia.."
Le do un bacio sulla guancia e mi precipito verso il cancello.
Una volta a casa, mi faccio una doccia calda e riesco a togliermi il freddo di dosso.
Controllo il telefono, Stefano eccetto qualche messaggio questa mattina, non si è fatto sentire .
Mi metto il pigiama e mi butto sul divano, domani è sabato e per fortuna non devo lavorare.
Cerco di rilassarmi, ma la pioggia sbatte forte contro le finestre e adesso ha iniziato anche a tuonare.
"Perfetto..."
Dico a voce alta, cambio mille volte i canali in tv, sembra che stasera non ci sia niente di interessante.
Ma ecco che un rumore all'esterno cattura la mia attenzione.
Resto immobile con il telecomando in mano, neanche respiro.
Aspetto ancora un minuto ma niente, eccetto la pioggia, non sento altro.
Faccio un lungo respiro e torno a guardare la tv, sto per prendere il telefono in mano e di nuovo un rumore, stavolta però proviene dalla porta, qualcuno sta bussando alla mia porta.
"Cavolo..." mi alzo in piedi e con il cuore a mille, mi avvicino alla porta.
Come hanno fatto ad arrivare alla porta senza suonare al cancello?
Resto immobile e aspetto...e se il Duca avesse mandato qualcuno... la mia mente inizia a viaggiare.
Devo chiamare Stefano, con il telefono in mano, cerco il suo nome, ma ecco che di nuovo bussano alla porta.
"Nicole! Sono Stefano..apri!!"
Mi precipito alla porta e la apro, lui completamente bagnato entra in casa, togliendosi il cappuccio.
"Ma quanto ci metti ad aprire!"
Dice sorridendo.
Gli do una spinta per allontanarlo.
"Ma tu sei matto! Mi hai fatto prendere un infarto!!! Cavolo!!"
Urlo e me ne vado in sala, sedendomi di nuovo sul divano.
Stefano si toglie il giacchetto e viene verso di me.
"Ma che hai?"
Lo guardo malissimo.
"Come hai fatto ad arrivare alla porta senza citofonare al cancello??"
Chiedo arrabiata.
"Ho scavalcato! Mi sarei bagnato ancora di più ad aspettare che rispondessi.."
"E perché bussavi senza dirmi chi eri??"
"Pensavo mi avessi visto dalla finestra..."
Mi dice come se fosse un bambino che non ha proprio capito il perché, del mio atteggiamento.
"Ti sembra normale scavalcare e sbattere alla porta mentre fuori e' buio e diluvia??"
Gli chiedo con il cuore ancora a mille.
Lui mi guarda allibito e sta per ridere.
"Stefano.." cerco di restare seria, ma sta venendo da ridere anche a me.
"Dai Nicole...non dirmi che ti sei messa paura...."
Non riesce a trattenersi e inizia a ridere.
Gli lancio un cuscino addosso, ma lo schiva prontamente e si butta addosso a me facendomi sdraiare sotto di lui.
"Sei uno stronzo..."
Ma non penso che le mie parole siano credibili, ad un centimetro dalla sua bocca.
"Sono riuscito a venire qui da te e mi sbrocchi perché ti ho messo paura..." dice sorridendo.
"Esatto."
Cerco di restare incavolata, ma con lui è impossibile e poi la felicità di averlo di nuovo qui, a casa mia, dopo tutto questo tempo ...e' indescrivibile.
Lui guarda ogni centimetro del mio viso e inizia a baciarmi sulla bocca e poi scende giù fino al collo, piano e delicato sento il suo calore sulla mia pelle.
"Ti voglio Nicole...voglio ogni cosa di te..."
E mette le sue mani sotto al pigiamo, arrivando sul mio seno, io lo stringo forte e già sento il piacere salire dal ventre, il cuore a mille e d'istinto gli tolgo la felpa e la maglia, ritrovando la sua pelle, che ho sognato per così tanto tempo.
Lui continua a baciarmi e si stacca da me solo per togliersi i jeans e sfilare i miei pantaloni, per poi tornarmi sopra.
"Mi sei mancato.."
Gli sussurro e lui mi stringe più forte entrandomi dentro.
Ci guardiamo negli occhi perché lo sappiamo che entrambi abbiamo contato i giorni dalla nostra ultima volta.
Entrambi sappiamo che ci siamo desiderati e sognati, anche quando eravamo lontani.
Lo tocco ovunque e lo stringo forte addosso a me, perché per troppo tempo ho dovuto farne a meno della sua pelle liscia, del suo odore, del suo sguardo mentre si muove sopra di me, dei suoi respiri prima del piacere che ora so, di conoscere a memoria.
Tutto, ogni cosa sembra ritornata al suo posto, ogni piccolo pezzetto del mio cuore si è ricostruito e lo sento, ora lo ricordo perfettamente il piacere che sa farmi provare e di nuovo, arriviamo nello stesso momento, senza programmare niente, come fosse la cosa più giusta e naturale del mondo .
Ancora accaldati e ansimanti restiamo incollati su questo divano, stretti uno all'altro a sentire in nostri respiri, nessuno dei due dice niente. Come quando si entra in una chiesa vuota e si crea quell'atmosfera strana, un alchimia tra passato  e  presente e nessuno all'interno proferisce parola, per non rovinarlo quel silenzio.
Ecco così, io e lui restiamo muti come se questo potesse fermare il tempo, come se nessuno può dirci di alzarci, di tornare a vivere le nostre vite così difficili.
Non una parola, ma solo baci e carezze, forse ci manca proprio il coraggio di affrontare quello ci aspetta la fuori.
E mentre osservo la sua mano scorrere su e giù sulla mia pancia, mi chiedo solo quando sarà? Quando esploderà questa bomba che abbiamo attivato proprio noi. E in che modo ci travolgerà, perché lo farà, di queste ne sono certa.
"Non pensare Nicole...non pensare a niente, almeno adesso."
La sua testa poggiata sul mio seno, il suo corpo attaccato al mio, mi ricorda che siamo ancora qui, al sicuro almeno ora.
"Cosa pensi che succederà..."
Gli chiedo senza staccare gli occhi dalla sua mano.
"Lui sta rimanendo solo, si sta attaccando a me sempre di più. Non si fida più di nessuno."
La sua voce è triste e io non so come alleggerire questo fardello che si porta dentro.
"Lo sto tradendo e so che è l'unica cosa da fare...ma perché mi sento una merda..."
Una lacrima mi cade giù, ma la spazzo via con la mano veloce.
"Vuoi tornare indietro..."
Non voglio, ma glielo devo chiedere.
Stefano smette di accarezzarmi e alza la testa incastrandomi nei suoi occhi lucidi.
"No. Io rivoglio la mia vita e voglio stare con te. Ho provato e riprovato a parlare con lui, e il Duca mi ha sempre promesso cose, che non ha mai mantenuto."
"Lo so...però capisco come puoi sentirti...tu non l'avresti mai fatto, se non ti avesse costretto."
Stefano si tira su, mettendosi a sedere e anche io, prende il mio pigiama e me lo infila.
"Non devi prendere freddo.."
Cerca di sorridere, ma non riesce a nascondere quello che prova.
"C è qualcosa che non mi stia dicendo.."
Lo osservo bene, ormai so leggere ogni minima espressione del suo viso.
Lui abbassa gli occhi, accarezzandomi le gambe  distese su di lui.
"Sto vedendo volti nuovi in giro...mai visti prima, e da come mi guardano loro sanno bene chi sono io..."
"Non sono di Roma?"
Lui fa per dire qualcosa, ma poi ci ripensa.
"Voglio sapere che succede...tu puoi dirmi tutto.."
"Non mi sento più così sicuro a girare per strada, e' una cosa nuova per me. Io so nato dentro sta città, l ho vissuta strada per strada, l'ho amata tanto e odiata nello stesso identico modo, ma sono sempre stato sicuro..."
Parla con fatica e infine mi guarda.
"E' na bomba Nicole ...succederà un casino..."
"Ma noi possiamo affrontarlo, noi possiamo farlo."
"Te non dovresti neanche pensarle ste cose..."
I suoi occhi luccicano e sembra che una lacrima stia per cadere, ma si passa una mano sugli occhi veloce e torna in se.
Mi avvicino a lui, al suo viso.
"Ho deciso io di stare con te, non prenderti colpe che non hai."
Mi prende e mi abbraccia forte, dandomi un bacio sulla testa.
"Scusa, per tutto il casino che t ho portato.."
"Tu devi solo promettermi di restare vivo."
E mentre lo dico, mi sento morire io stessa.
Stefano respira a fondo. E io non ho il coraggio di guardarlo.
"Me lo devi promettere, perché io non posso perderti adesso."
"Lo farò.."
Ma so perfettamente che lo dice solo per farmi stare tranquilla.
Mi allontano da lui per guardarlo negli occhi, lui mi sorride.
"Quanto e' bello fare l'amore con te... non mi è mai piaciuto così tanto.."
"Tu resta vivo e potrai farlo quando vuoi!" Stavolta gli sorrido anche io, non possiamo mollare adesso e abbatterci.
"Dormi con me?"
"Si, andrò via domani mattina presto.."
"Svegliami.."
"Perché? ..tu devi riposare.."
Mi sdraio di nuovo su di lui, prendendo il suo braccio e mettendolo dietro il collo.
"Tu svegliami e basta."
Lo sento sorridere e insieme ci guardiamo un po' di tv, come una qualsiasi coppia di fidanzati, in una giornata di pioggia, cercando di ritagliarci piccoli momenti di vita normale.
Al mattino presto vengo svegliata dai suoi baci dolci sul collo e poi lungo la schiena, sento il suo profumo sul cuscino, quei dettagli che per troppo tempo sono mancati.
Quando apro gli occhi, lui è già vestito, e' disteso affianco a me e mi osserva.
"Buongiorno.." dice sorridendo.
"Buongiorno.." la mia voce ancora impastata dal sonno.
"Devo andare Nicole..."
Dice controvoglia, mentre con gli occhi sembra ammirare un quadro bellissimo davanti a lui.
"Dove..?"
"Ora a casa, da Simone e poi dal Duca..."
Non dico niente, mi avvicino e lo bacio delicatamente e lui in silenzio si alza e con i passi pesanti di chi proprio non vuole camminare, va via.
Resto a guardare il soffitto della mia camera, se penso a tutta la nostra storia questo, credo sia il momento peggiore.
Il non sapere cosa succede, l'ansia che qualcosa comunque succederà.. vivere di intensi ma brevi momenti, e' insopportabile.
Fuori continua a piovere, una classica giornata di Novembre dove non ti va di fare niente, se non restartene nel letto.
Controvoglia mi alzo e mi preparo un caffè, e decido di chiamare mia madre.

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