Capitolo 27

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Sono appena le 5 del mattino e i miei occhi si aprono all'improvviso.
Il soffitto della mia camera e' la prima cosa che vedo, subito dopo, l'orario rosso della sveglia, che lampeggia, sul comodino.
Mi giro e al mio fianco Emma dorme serenamente, torno a guardare il soffitto.
Vorrei alzarmi ma ho paura di svegliarla e poi chi la sente!
Così  lentamente prendo il telefono, chissà se Stefano e' già sveglio, vorrei chiamarlo prima che inizi la sua giornata, prima che il mondo e i suoi demoni si sveglino.
Ma ecco che Emma si rigira su se stessa e apre i suoi bei occhi nocciola, incastrandoli nei miei.
Si stiracchia e per poco non mi arriva un pugno in faccia.
"Grazie!"
Le dico ridendo.
"Buoooongiorno!!"
Dice sbadigliando.
"Ma che ore sono..." mi chiede.
"Le 5..."
Lei sbarra gli occhi.
"Cosa?? Oddio sto diventando come te...."
Io rido e intanto penso ancora se chiamarlo o meno.
"E adesso che facciamo??"
Mi chiede rigirandosi e sdraiandosi sulla pancia.
"Cosa vuoi fare di domenica all'alba??"
"Andiamo a correre!!"
Esclama entusiasta.
Stavolta sono io a sbarrare gli occhi.
"E dai!!!"
"No! E' freddo, girati e torna a dormire."
"Non posso, ormai sono sveglia..su dai alzati!!" Dice scoprendomi completamente dal piumone  e facendomi arrivare una fastidiosa aria fredda, su tutto il corpo.
Prima che possa incavolarmi, lei si alza e calpestandomi scende dal letto.
Faccio un lungo sospiro, per non ucciderla in questo esatto momento.
"Ti preparo il caffè e ti voglio bene, dai scendi!!"
Urla dalla cucina.
Odiandola, la raggiungo.
Lei mi porge la tazza di caffè e poi prende il suo telefono.
La sento parlare con Valerio, lui è già sveglio per partite insieme alla sua squadra.
Si allontana camminando su e giù per la cucina, e mentre parla con lui vedo il suo sorriso illuminarsi, infine conclude la chiamata e si ferma davanti a me, fissandomi seria.
Io mi siedo e poggio il telefono, sul tavolo,vicino il caffè, anche io ho provato a chiamare Stefano, ma il suo telefono e' spento.
Rispondo al suo sguardo arrancando un sorriso.
"Chiamerà appena potrà.."
Lei mi sorride ma l'ansia dentro la cucina sembra così concreta che si potrebbe toccare, e io questa sensazione la conosco ormai troppo bene.
"Allora, sei pronta per questa corsetta??"
No, non mi va proprio, e il mio sguardo glielo fa capire.
"Dai, almeno oggi che non piove, vedrai che ti sentirai meglio dopo."
La sua voce dolce mi convince, così Emma va a prepararsi, mentre io finisco il mio caffè.
"Posso mettere la tuta bianca??"
Urla dalla mia camera. Sorrido e le rispondo di sì, poco dopo me la vedo arrivare di corsa e saltellante in cucina.
"Pronta!"
Dice sorridente.
"Sei proprio sicura..."
Faccio un ultimo tentativo per convincerla ad abbandonare la sua idea, ma senza riuscirci.
Emma si avvicina e mi solleva di peso.
"Sembri una larva rinsecchita, forza a preparati!"
E mi lancia verso le scale della camera.
"Larva rinsecchita..?"
Le domando mentre inizio a vestirmi e lei si butta sul divano, accendendo la tv.
Sento la sua risata.
"Si una larva! Ho letto da qualche parte, non so dove, che tutta la nostra giornata dipende dal modo in cui ci svegliamo e affrontiamo la mattinata.."
Alzo gli occhi al cielo, mentre mi infilo la felpa, nello specchio i miei occhi seri mi fissano.
"...e fare attività fisica di mattina aiuta molto anche il metabolismo pigro...che poi io che ne so, se il mio e' pigro o no?"
Mi tiro i capelli indietro e li incastro in una coda alta.
Perché Stefano ha il telefono spento? Possibile che sia già con il Duca, l'ho chiamato
apposta così presto, ero certa che mi rispondesse.
Come me, anche lui passa notti in bianco e la mattina si sveglia sempre troppo presto.
"Tu lo sai??"
La sento urlare dal divano.
"Ma cosa??"
Le chiedo cercando le scarpe da ginnastica, ogni volta che Emma usa le mie cose le sparpaglia e non riesco più a trovare niente.
"Emma..ma le Nike bianche dove sono..."
Continuo a cercarle, ma niente per prenderne un paio per lei, mi ha fatto un casino,eppure lavora in un negozio.
"Emma!!! Ma che cavolo....non trovo.."
E poi eccole davanti a me. Finalmente sono pronta!
"Nicole!!! Corri..oddio Nicole!!"
La sua voce mi fa gelare il sangue, lascio stare tutto e mi precipito con il cuore a mille di sotto.
Trovo Emma in piedi davanti la televisione, con il viso pallido, che fissa lo schermo con occhi sbarrati.
Mi avvicino e vedo il telegiornale regionale. Emma alza il volume.
"...Roma, poche ore fa ha avuto luogo una sparatoria in zona Prati, sotto l'abitazione del noto imprenditore romano Massimo Ammanniti, la sparatoria avvenuta intorno alle 4 del mattino ha coinvolto proprio l'imprenditore romano, secondo la testimonianza, di alcuni vicini, allarmati dagli spari. Purtroppo sui colpevoli dell'aggressione e' stato soltanto riportato che erano in due, su uno scooter nero e che avevano il volto coperto."
Il cronista in diretta, indica l'ingresso di un abitazione, dove per terra sono visibili chiazze di sangue.
"La peculiarità della vicenda e' che Massimo Ammanniti, sempre secondo alcuni testimoni era insieme ad una o forse due persone, all'uscita dell'abitazione, e dopo la sparatoria i tre sarebbero scappati via in una macchina.
Il legame dell'imprenditore romano con alcuni esponenti della criminalità organizzata e' nota ormai a tutti, sicuramente si tratta di un regolamento di conti, lo conferma la fuga di Ammanniti e .."
Ma la voce del cronista ormai attraversa la mia testa come un suono di cui non intendo il significato.
Emma incrocia il mio sguardo, sta tremando, la paura le segna il viso e gli occhi completamenti sbarrati, sono lucidi, forse vuole piangere.
Forse lo voglio anche io, ma non e' questo il momento. Non ora.
"Emma, io devo andare."
E senza aspettare altro, prendo il telefono e le chiavi della macchina e mi precipito fuori.
Non sento altro che il mio cuore battere impazzito.
Non ci sono suoni, odori, freddo o caldo intorno a me. Esiste solo il mio battito e Stefano.
Entro in macchina e mentre sto per partire, Emma entra e si siede tremante accanto a me.
La guardo un istante, ha solo questo momento per decidere se davvero vuole venire con me o no.
Ma lei trema, trema e annuisce.
Guido e penso alla sparatoria, la pistola, tre persone, chi? Stefano? E quando? Cosa ci faceva di mattina lì, magari e' presto, troppo presto, magari dorme ancora nel suo letto, a casa di Simone.
"Simone...chiamalo Emma."
Le dico passandole il telefono.
Lei cerca il nome e chiama. Spento. Cazzo.
"Francesco, chiama Francesco"
Dico buttandomi in strade che non so neanche io dove mi portano, perché non so dove sto andando, non ho idea di dove andare. Dove sei..dove diavolo sei.
"Spento."
Dice Emma con la voce rotta, percepisco la sua paura e non devo lasciar uscire la mia.
In quel preciso momento il mio telefono squilla.
"E' Elisa.." dice Emma e risponde.
Sento la voce di Elisa mi sembra agitata, ma che dice, non capisco. Mi accosto sulla strada, non ha senso girare a vuoto.
Emma ascolta senza parlare, poi la voce di Elisa non si sente più, deve aver attaccato.
Emma mi guarda.
"Ha detto solo da nonna Gina."
Attivo il cervello e riprendo la strada, correndo, forse un po' troppo, ma non posso, io non devo perdere tempo.
"Non ha detto altro?"
"No..sentivo delle voci sotto. Parlavano e lei ha solo detto questo nome, ha attaccato subito.."
"Hai sentito Stefano...la voce che sentivi era di Stefano??"
"No...io non lo so..."
Cerco di respirare. Lui non era lì, non era lì, se fosse...Elisa qualcuno me lo direbbe maledizione!
Continuo a correre per le vie di Roma deserte all'alba di una tranquilla domenica di Novembre.
Il cielo bianco e nuvoloso ci accompagna fino sotto i palazzoni dell'Eur.
Tutti dannatamente identici, ma d'istinto mi infilo nella prima traversa e mentre guido cerco un qualcosa. Qualsiasi cosa che mi faccia ricordare dove diavolo si trova nonna Gina.
"Non..sai dove si trova?"
Mi chiede Emma, vedendomi in difficoltà.
"Ci sono stata..io ci sono stata, perché non mi ricordo dannazione!"
La mia voce isterica invade la macchina, facendo vacillare il mio autocontrollo.
"Calmati, adesso ti verrà in mente .."
Emma cerca di aiutarmi, ma non ha la minima idea di cosa cercare.
Il panico mi sta divorando, continuo a entrare e uscire tra questi alti palazzi e tutti, tutti mi sembrano avere stessi portoni, stessi cortili, addirittura lo stesso identico marciapiede, impreco tra me e me, forza Nicole forza, cerco di spazzare via ogni pensiero e ricordare solo quell'entrata.
Poi all'improvviso i miei occhi la vedono, eccola, la moto di Stefano buttata per terra, di fianco la macchina di Simone.
"Eccoli.."
Giro di scatto, andando contromano e mi fermo affianco alla moto.
Perché è buttata lì per terra che è successo, non ci pensare mi dico. Non ci pensare lui sta bene, lui sta bene.
Scendiamo e correndo ci precipitiamo dentro al palazzo, non un rumore, non una voce.
Sembra un abitazione fantasma, ben diversa dalla mia ultima visita.
Corro per le scale più veloce che posso seguita da Emma i nostri passi rimbombano per tutto il palazzo, facendo molto rumore, ma non riescono a sovrastare il battito del mio cuore, che cresce, cresce sempre di più.
Con il fiato corto arriviamo nel lungo corridoio, tutte le porte sono uguali... mi fermo e mi guardo a destra e sinistra.
Emma osserva le numerose porte davanti a noi, poi cerca il mio sguardo, ma io continuo a guardare le porte.
"Di qua.."
Le dico seguendo solo il mio istinto. Ti prego, fa che sia quella giusta. Mi fermo davanti alla porta dove penso ci sia nonna Gina e..tutti loro.
Respiro e busso, busso senza fermarmi. Emma impietrita dietro di me, non dice una parola.
"Andiamo....dai......"
Ti prego, ti prego, il cuore mi sale in gola.
E poi la porta si apre. Elisa con il viso pallido e gli occhi che di certo sono stati arrossati dalle lacrime, mi guarda in silenzio.
Si tira indietro lasciandoci entrare.
Nonna Gina in cucina sta preparando il caffè. Emma mi guarda spaesata, non ha la minima idea di chi sia quella signora e sopratutto di quello che l'aspetta. E neanche io.
Sento la voce di Francesco provenire della cameretta in fondo al corridoio, senza aspettare, mi precipito lì.
Trattengo il fiato e quando entro lo vedo, Stefano, vivo, seduto senza maglietta su uno dei due letti. E' vivo. Sento una lacrima scendermi giù lungo il viso.
Resto ferma ad osservarlo, lui si gira e i suoi occhi scuri sono più neri di come li ricordavo, rabbia, dolore, forse odio...io ci vedo tutto e niente.
Francesco vicino a lui ha qualcosa in mano, e l'odore di spirito mi arriva forte fino dentro la gola. Soltanto adesso mi rendo conto che sono tornata a respirare.
"Che ci fa lei qui?"
Ringhia Stefano.
Lo guardo allibita e poi cerco lo sguardo di Simone, in piede davanti a lui.
Anche Simone ha un espressione spaventosa, gli occhi celesti spenti e vuoti mi osservano.
Francesco bagna uno straccio bianco che ha in mano con un po di alcool e lo poggia sotto il braccio di Stefano, lungo il fianco. Vedo la pelle della sua schiena rabbrividire e lo sento imprecare.
Faccio qualche passo avanti e Simone indietreggia, lasciandomi passare, per mettermi davanti a Stefano.
Mi inginocchio, arrivando davanti al suo viso. Ma lui si gira di scatto,per non guardarmi.
"No Nicole.."
Le parole si interrompono, come se stesse per cedere, come se stesse per piangere.
Ma non lo fa, lui non può farlo, lui è Lupo.
Francesco toglie lo straccio bianco dal suo fianco ed ora e' rosso, rosso sangue.
E solo in quel momento vedo una striscia rossa sul fianco di Stefano, come fosse una bruciatura ma scavata in profondità, lasciando un solco sulla pelle viva, da cui esce sangue e pus.
Mi porto una mano sulla bocca, mentre Francesco butta ancora alcool e rimette lo straccio sulla ferita.
"Ma che ti hanno fatto..."
Chiedo con un filo di voce.
Simone esce dalla stanza, senza dire niente, Checco mi guarda e i suoi occhi non sono più solari, come li ho sempre visti.
Morti come anche il suo sorriso, che lascia posto a una bocca serrata.
Ci guardiamo e io mi alzo lentamente, Checco fa per spostarsi, ma Stefano lo blocca tempestivamente, prendendolo per il braccio.
"No France'..."
Dice sempre con la testa abbassata e lo sguardo sul pavimento.
Checco mi guarda, non sa cosa fare.
"Pensavo fossi morto. Ho...ho passato l'ultima mezz'ora a cercarti e non sapevo cosa, come ti avrei trovato..."
Gli dico decisa, ribadendo tutto il mio diritto di essere lì, accanto a lui.
Lui fa un lungo sospiro e lascia la presa sul braccio di Checco.
Ci scambiamo di posto e ora, seduta affianco a Stefano, cerco di tamponare questa ferita.
"Vado a cercare un po' di garze..."
Dice Checco a mezza bocca, uscendo dalla camera e chiudendo la porta.
Il suo respiro e il mio sono gli unici rumori che riempiono la stanza.
Delicatamente poso lo straccio imbevuto di alcool sulla sua pelle e lui si irrigidisce a ogni tocco.
"Eri lì stamattina..." sussurro.
"Cosa sai di stamattina.."
Risponde piano, con voce bassa anche lui.
Deglutisco, cercando un po' di salivazione, che non ho e schiarisco la voce.
"Al telegiornale..."
Appena sente quelle parole Stefano mi guarda e i suoi occhi mi spaventano tanto sono vuoti, impreca e poi mi lascia continuare.
"..hanno detto di una sparatoria sotto casa del Duca, due uomini su uno scooter nero."
Ripeto a memoria tutto quello che il mio cervello ricorda, come fosse una poesia.
"Hanno detto che il Duca era con altre due persone, che è scappato appena quelli sono andati via e..che pensano a un regolamento di conti.."
Stefano rimane in silenzio.
"Ti fa male..."
"Sto bene."
"Stefano.."
La mia voce suona come una supplica.
"Nicole, tu devi andare via."
"No."
Stavolta la mia determinazione lo fa voltare, come se non se lo aspettasse.
"Io resto qui."
La porta si apre e Checco entra, portando un pacco di garze e cerotti.
"Fammi vedere."
Dice riferendosi alla ferita.
Io mi sposto di poco e Checco si avvicina.
"Mi sembra pulita...adesso ci metto un po' di garze e ..speriamo non si infetti."
"Ma tu...tu sai come si fa? Sei sicuro che non.."
Checco cerca di rassicurami con un lieve sorriso.
"Non sono un medico, però ogni tanto qualche ferita in palestra....certo lì non si usano pistole però..diciamo che me la cavo.."
Applica la garza con precisione e io l'aiuto a fissarla, non mi azzardo minimamente a parlare di ospedale, Stefano non ci andrebbe mai.
"E il proiettile.."
Gli chiedo, cercando di capirci qualcosa.
"L'ha preso di striscio, ecco perché ha questa forma allungata, per fortuna e' esterna, cioè dentro dovrebbero essere ok..."
Indietreggia di qualche centimetro, per controllare se la garza tiene e poi guarda Stefano.
"Dovrebbe andare bene."
Stefano fa per alzarsi, ma ricade sul letto stringendo i denti.
"Devi restare fermo Lupo, adesso ti metti sul letto e ci resti. Vado a prenderti un antidolorifico.."
"Non lo voglio.." parla con rabbia.
Checco mi guarda e sospira, lasciandoci di nuovo soli.
Io mi sposto e lui piano piano si tira indietro, sdraiandosi lentamente.
Io sono immobile seduta accanto a lui, Stefano mi guarda e poi con una smorfia che dovrebbe essere un sorriso mi dice "..vieni qui."
E io con delicatezza mi sdraio sul fianco opposto a quello ferito e poggio la testa sul suo petto.
Il suo petto nudo si alza e abbassa seguendo il ritmo del suo respiro.
"Ieri notte il Duca mi ha chiamato, poco dopo che sono andato via da te."
Inizia a parlare giocando con i miei capelli.
"Era..incazzato, ha detto che voleva vedermi subito e sono andato a casa sua."
Si blocca per una fitta di dolore e poi riprende a parlare.
" ..quando sono arrivato c era solo lui e la sua guardia del corpo, il suo mastino Rocky, così lo chiamiamo e ..di solito se ti aspetta con lui ...vuol dire una cosa sola..."
Si blocca di nuovo, non per il dolore stavolta.
Io trattengo il respiro, mentre parla e le mie mani sono chiuse a pugno sul suo petto.
"...ho pensato questo m'ammazza, è finita. E t'ho pensato, ho immaginato te su quella cavolo di giostra."
Sorride e anche io, ma insieme al sorriso mi scendono anche le lacrime.
"Lui ha capito che uno di noi aveva sbagliato qualcosa, uno di noi non aveva visto o sentito qualcosa. Era completamente impazzito, diceva che c'ammazzava tutti.
Ho cercato di farlo ragione ma era impossibile, così alla fine gli ho detto che era stata colpa mia. Che io non ho seguito bene gli affari giù a Napoli, io mi sono fatto fregare e lui...ha detto che non gli servivo così, che tu mi avevi fottuto il cervello...che era colpa tua."
Fa un lungo respiro, mentre io non riesco a credere a quello che sto sentendo, mi sembra assurdo, pensare che lui l'ha affrontato completamente solo.
"Ha detto che t'avrebbe ammazzata, che l'avrebbe fatto per punire me."
Alzo la testa e lo guardo negli occhi. Lui si gira e vedo solo rabbia e odio.
"Gli ho detto ammazza me, se devi farla pagare a qualcuno allora fallo con me. E lui mi ha puntato la pistola in faccia."
Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa ma riesco solo a immaginarlo da solo in una stanza con una pistola davanti, pronto a farsi ammazzare per salvare me.
"Non ha sparato, non perché non avesse coraggio..no no, quello c'è l'ha. Ma perché ha capito che per farmi male sul serio, per farmi soffrire come lui desiderava..l'unico modo era arrivare a te.
Mi ha promesso che ti avrebbe ammazzata ed è uscito dalla stanza con Rocky. Io l'ho seguiti giù, continuavo a provocarlo, a farlo incazzare perché non..lui non doveva venire da te.
E poi non lo so che è successo...ho sentito gli spari e ci siamo buttati tutti per terra...la gente ha iniziato ad affacciarsi e io ho messo il cappuccio per coprire il viso...e ho visto Rocky alzare il Duca e l'ha portato in macchina, stava messo male...e sono partiti."
"Ma tu, non sei andato con loro.."
Stefano fa un sorriso gelido.
"No, no m'hanno lasciato la per terra...mi sono alzato e sono arrivato alla moto, e sono riuscito ad arrivare qua..."
Ci guardiamo, lui senza espressione io piena di lacrime.
"Ti saresti fatto uccidere per me."
"Tu non avresti mai dovuto conoscermi."
"Smettila di dire così, almeno ora ..."
E dicendolo mi appoggio di nuovo sul suo petto.
"Dov'e' ora il Duca..."
"Non lo sappiamo. Stiamo tutti qui a cercare di capire se è vivo, morto, se ci farà ammazzare tutti...e Francesco mi dice che devo riposare..." Sorride per trattenere la rabbia.
"..e Simone che dice.."
"Simone e' incazzato con me, perché sono andato lì da solo e perché mi sarei fatto sparare...gli passerà."
Parla come se non si stesse parlando della sua vita, come se non avesse avuto una pistola puntata in faccia, come se non gli avessero sparato addosso solo poche ore fa.
Lo sento così lontano, così diverso e lo stringo più forte. Perché mi tieni fuori anche adesso, perché non ti lasci aiutare, perché sei così dannatamente te.
Dopo poco, mi rendo conto che il suo respiro si è regolarizzato e alzando lo sguardo vedo che si è addormentato.
Lentamente scivolo via da lui, coprendolo e uscendo dalla stanza.
Gli altri sono tutti nella camera da letto di nonna Gina, la stanza più grande della casa.
Emma in piedi vicino la finestra, Elisa e Checco seduti sul letto e Simone su una poltrona, mi guardano tutti, con i loro volti scuri.
"Dorme.." riesco a dire.
"Gli farà bene, riposare un po'.."
Dice Checco.
"Ci sono novità?"
Chiedo più rivolta a Simone, ma lui non mi guarda neanche.
"No, su internet si parla solo di questa sparatoria, ma del Duca non si hanno notizie. E anche in televisione dicono le solite cazzate.."
Continua Checco.
Sento lo sguardo di Emma su di me e mi sento tremendamente in colpa, per averla trascinata in tutto questo.
"Per ora restiamo tutti qui...vediamo se più tardi riusciamo a saperne di più."
Conclude Checco alzandosi e Elisa lo segue, toccandomi con dolcezza la spalla prima di uscire dalla stanza.
"Come sta?"
Mi chiede Emma con un filo di voce.
"La ferita non dovrebbe essere profonda..almeno così sembra, però gli fa male."
Simone fa un lungo sospiro, rompendo finalmente il suo mutismo.
"Almeno e' vivo..sto coglione."
Si alza e senza minimamente calcolarmi, esce anche lui dalla camera.
Emma mi guarda sorpresa, non lo capisce Simone, non riesce a capire perché parla così, ma io ho imparato a conoscere anche lui.
"E' preoccupato per Stefano quanto noi."
Le dico, come a giustificarlo e mi siedo sul letto. Lei viene accanto a me.
"Nicole che succede.." bisbiglia.
"Prima parlavano di nuovo giri, nuove persone che vogliono prendere il posto del Duca...sembra che anche loro non hanno la minima idea di cosa li aspetta."
Io la guardo negli occhi e vorrei solo piangere, ma di nuovo mi impongo di non farlo.
"Il Duca ha capito che hanno fatto qualcosa contro di lui. Stefano si è preso la colpa e..lui ha minacciato, anzi ha promesso che mi avrebbe..ammazzata."
Emma sgrana gli occhi e si porta le mani alla bocca. E dopo averlo detto, anche io realizzo quanto sia davvero pericoloso tutto questo.
"Non hai paura.."
Mi chiede vedendo la mia apparente tranquillità.
"Si. Se il Duca e' vivo, terra' fede alla sua promessa."
"Nicole, tu pensi che chiamare la polizia..."
Lascia cadere la frase.
"Non possiamo Emma, sono troppo coinvolti.."
"Ma quello ti vuole ammazzare!"
Continuiamo a sussurrare tra di noi.
Le prendo la mano stringendola tra le mie.
"Mi fido di Stefano, ora dobbiamo aspettare e capire come stanno realmente le cose."
"E se il Duca fosse..morto?"
La guardo di nuovo negli occhi e penso a quello che ha appena detto.
"In quel caso..vuol dire che un altro prenderà il suo posto, come aveva detto Stefano, ma li lasceranno in pace? Sono così vicini al Duca..."
Il rumore della porta di fronte a noi ci fa zittire all'istante e Stefano esce, mentre si infila la felpa.
Ci guarda un secondo e il suo sguardo indugia su Emma e poi su di me, e so già che pensa, non dovevo portarla qui.
Ma non dice niente e va in cucina, io mi alzo e Emma fa lo stesso e ci ritroviamo tutti insieme, con nonna Gina intenta a cucinare e Elisa che la aiuta.
"Che pensate di fare?"
Chiede Stefano mentre guarda i suoi amici.
"Io credo che oggi dobbiamo solo restare qui e aspettare di avere notizie."
Risponde Checco con tono sicuro, sa già che Stefano non ha intenzione di assecondarli.
"Bene, restiamo qui a nasconderci e non abbiamo la minima idea di che cazzo succede là fuori."
Risponde tagliente.
Nonna Gina come fosse sorda, continua a cucinare tranquilla.
"Non ci stiamo nascondendo Lupo, ma dimmi che altro possiamo fare? Vuoi andare in giro senza sapere chi ci sta aspettando? Capace che il Duca ha mandato qualcuno qua sotto pronto a spartiti in faccia!"
Non ho mai visto Francesco così serio e deciso.
"Mi ha promesso che avrebbe ammazzato Nicole! E lei si trova proprio qui..io devo fare qualcosa! Possibile che non riuscite a capirlo!" La voce di Stefano e' alta e rabbiosa.
"Ma..avevate detto che il Duca non conosce questo posto.."
Intervengo facendomi coraggio. Stefano mi fulmina all'istante.
"Te devi andare via. Te l'ho già detto."
Faccio per ribattere, ma stavolta è Simone a parlare.
"Decidi te per lei? Da quando?"
Chiede in tono di sfida.
Stefano sposta tutta la sua rabbia sul suo amico.
"E' la mia ragazza, non capisco perché parli."
"Perché mi hai rotto il cazzo, tu e la tua mania di comandare e decidere sempre per tutti...l'eroe.."
Sento la tensione salire, Checco sposta lo sguardo da uno all'altro.
"Fattela passare Simo'..non ho tempo anche per te."
Dice Stefano snobbandolo.
Ma Simone non ci sta e avanza deciso verso di lui. Si ritrovano faccia a faccia e io ho il cuore in gola.
"Lei ha saputo da un cavolo di telegiornale quello che è successo. Ma non ci pensi a come si può sentire?! A come ci siamo sentiti noi..ci potevi restare secco stanotte!"
"Lo sappiamo quello che rischiamo, lo sappiamo da una vita e da quando ti interessa quello che prova Nicole??"
"Da quando te l'hai immischiata con tutta la merda che ci circonda! Tu l'hai portata così vicina al Duca! E adesso la mandi via??"
"Non sai quello che dici.."
Ringhia Stefano spingendolo.
Simone si rilancia subito su di lui sbattendolo al muro.
"Stefano basta!"
Urlo e subito Checco si precipita a dividerli.
"Ma che cazzo fate!!"
Loro due restano a fissarsi con odio, divisi solo da Francesco, non li ho mai visti così.
Anche non Gina ha smesso di cucinare e lì sta guardando, senza proferire parola.
"Ormai non controlli più niente. E se quello vuole ammazzarla, forse il posto più sicuro per lei e' qui con noi."
Continua Simone scandendo ogni singola parola.
Stefano ha il respiro accelerato, ma non dice altro. Simone si tira indietro e si siede.
Sento la mano di Emma stringere la mia, ma i miei occhi sono puntati su di lui.
"Ora che tutti siamo d'accordo, nessuno andrà via di qui, almeno per ora."
Conclude Checco lasciando la presa su Stefano e sedendosi anche lui.
Stefano si gira e senza guardarmi, torna in camera sbattendo la porta.
"E' completamente matto, e da quando ti ha conosciuta e' peggiorato!"
Dice Simone con rabbia. Io resto immobile, quelle parole, tutte le loro parole mi fanno solo male.
"Vieni Nicole, sedetevi.."
Dice calmo Checco.
E io Emma lo facciamo.
Checco accende la tv, cercando qualche notizia.
"Mi dispiace per come si è comportato."
Dico guardando Checco, ma le mie parole sono per Simone, e lui se ne accorge, perché sento i suoi occhi addosso.
"Che cavolo vuole fare? Uscire a cercare il Duca per ammazzarlo?? Vuole commettere un omicidio!! Con tutte le guardie che ci saranno in giro...matto, completamente matto." Continua Simone.
"Non lo farà. Sa che sarebbe un suicidio uscire adesso. Vuole solo proteggere Nicole e non riesce a pensare con lucidità."
Risponde fermo Checco, continuando a fissare la tv.
"Sei dalla sua parte ora?"
"Siamo tutti dalla stessa parte. So che ti rode perché è andato lì come un coglione, da solo. Ma non possiamo tornare indietro. E' vivo e adesso e' qui. Mettete da parte i vostri caratteri di merda.."
L'autorità delle sue parole fa sì che Simone a braccia conserte e imbronciato non dica altro.
Intanto nonna Gina ha preparato la pasta e inizia a passarci i piatti.
Emma mi guarda e la paura e' stampata nel suo
viso, e lo so che vorrebbe sapere cosa succederà e quanto dovremmo aspettare, ma io non so dargliele queste risposte.
Checco va a chiamare Stefano e poco dopo tornano in cucina.
Stefano si siede accanto a me, ci ritroviamo tutti intorno ad un piccolo tavolo e l'unica voce e' quella di nonna Gina, che racconta di quando Simone era picciolo.
Ma nessuno la sta ascoltando veramente, nessuno mangia, tutti in silenzio assoluto ci guardiamo e di tanto in tanto, buttiamo un occhio alla tv.
Stefano vicino a me, ma completamente assente e totalmente lontano.
Vorrei urlargli contro, vorrei farmi guardare da lui, ma fisso il piatto davanti a me, con la paura che mi ha riempito il cuore.
Al telegiornale non dicono altro di rilevante, ancora nessuna notizia del Duca e il nervoso aumenta sempre di più, per la situazione incerta, per la costrizione a restare fermi e per la piccola casa che deve raccogliere tutto questo.
Mentre ancora siamo tutti al tavolo, il mio telefono rompe quel silenzio pesante.
L'attenzione di tutti rivolta verso di me, e il nome dell'avvocato Proisi, lampeggia sul display.
Stefano lo vede e mi guarda serio, io con la mano tremante prendo il telefono e mi alzo, dirigendomi giù in camera, faccio per chiudere la porta, ma qualcosa me lo impedisce .
Stefano dietro di me, mi spinge dentro quasi senza sfiorarmi ed entra chiudendo la porta, poggiando la schiena su di essa.
Mi fissa soltanto, mettendomi un'agitazione spropositata addosso.
"Buongiorno avvocato.."
Dico con un filo di voce.
"Nicole, non vorrei disturbare.."
La sua voce seria, lui lo sa.
"No, no nessun disturbo.."
Continuo a guardare Stefano e vorrei solo che andasse via.
"Ho sentito, al telegiornale...io vorrei sapere dove ti trovi e con chi sei.."
Mi mordo un labbro, la mano non resta ferma, facendo vacillare anche il telefono.
"Io sto bene, stiamo tutti bene."
"...puoi parlare?"
"Si.." oppure no?
"Nicole, ho avuto adesso una notizia e..a breve lo sapranno tutti, ma voglio che tu lo sappia prima. Se in qualche modo può aiutare..."
Non è spedito e lineare come sono abituata a sentirlo parlare a studio, o nei suoi colloqui.
Resto in silenzio, sentendo il suo sospiro.
"Hanno trovato il cadavere del Duca, lungo una strada di campagna, poco più giù c era la macchina con cui sono scappati e l'uomo alla guida e' stato portato in ospedale d'urgenza. Non credo ce la farà..."
Fisso Stefano e mi da fastidio il suo modo di guardarmi, come se ora fosse l'avvocato il suo nemico.
"E' morto..."
Riesco a dire e Stefano apre leggermente i suoi occhi.
"Si, stanno cercando i due aggressori, ma per ora sembrano spariti, inutile dirti che ci sono le forze dell'ordine su tutta la zona.."
"Si immagino, grazie per l'informazione."
"Nicole, se il tuo amico e' compromesso con questa storia, io posso aiutarlo."
Diglielo, diglielo che hai bisogno del suo aiuto, diglielo...lui può aiutarci tutti. Ma la speranza abbandona il mio cuore così come è arrivata, all'improvviso.
"No, lui non c'entra niente."
"Nicole, per favore ragiona lucidamente.."
Stefano si avvicina come se volesse prendermi il telefono, ma resta immobile a un centimetro da me, i nostri occhi si fissano.
"Non si preoccupi, ora devo lasciarla."
"Va bene, ma tu sai che c è sempre una soluzione Nicole. Io ti posso aiutare e posso aiutare anche lui. Diglielo."
"Si, lo so. Grazie avvocato."
E chiudendo la chiamata mi sento terribilmente sola.
"Il Duca è morto?"
"Si, hanno trovato il suo cadavere lungo una strada..l'altro è stato portato in ospedale, ma non credono ce la farà.."
Stefano mi guarda ma sta pensando ad altro. Il suo cervello e' in funzione e io prego che non faccia niente di avventato.
Si gira per uscire dalla stanza, ma gli prendo la mano, facendolo voltare.
"L'avvocato può.."
Ma come immaginavo, non mi vuole neanche ascoltare.
"No Nicole, no."
E toglie la sua mano dalla mia.
Lo seguo in silenzio, in cucina, tutti ci fissano aspettando qualcosa, una novità, una notizia.
"Il Duca e' morto."
Dice Stefano senza lasciar trasparire una minima emozione.
E mai come adesso avverto tutta la pesantezza del suo mondo che ci sta schiacciando, mai come ora, non riconosco la persona che mi sta accanto.
Mai ho visto il suo sguardo poggiarsi su di me, e passare oltre, senza lasciare la traccia di un emozione. Mai, come ora, siamo stati così lontani.

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