Il giorno dopo. Credo che il giorno dopo sia sempre il peggiore.
E' come se quando ti svegli ti ricordi di quello che è successo la sera prima e arriva così, d'impatto come un treno che passa all'improvviso.
Pronta o meno lui passa e ti sbatte in faccia tutto quello che e' accaduto.
E va bene quando sono cose belle ma quando invece sono cose brutte, il dolore ti avvolge completamente e non lo sai, davvero non lo sai se ce la fai ad uscirne. Io non lo so cosa succederà da adesso in poi.
Luca dopo l'ospedale e' tornato a casa, posso solo immaginare la reazione di Clara, sua madre nel vedere questa mattina il volto di suo figlio.
Emma e Valerio sconvolti mi hanno riportato a casa, mi hanno detto di calmarmi e per qualsiasi cosa li posso chiamare.
Ma io sto qui, nel mio letto che fisso la luce del sole entrare dalla finestra ovale davanti a me. Non riesco a mettere due pensieri di fila.
Stefano non si è fatto sentire, non so dove e' andato ieri sera, cosa ha fatto.
E non so cosa provo io, non riesco a capire come Stefano possa avere tutta quella rabbia dentro, come può trasformare una bellissima serata con un comportamento così violento.
E perché non mi ha detto che anche lui ha mandato un ragazzo in coma? La storia della sua cicatrice gliel'ho chiesta solo la prima sera che è venuto a casa mia, e conoscendolo non mi avrebbe detto tutto la prima volta, però poteva riprendere il discorso, poteva dirmelo...e cosa sarebbe cambiato Nicole?
Mi faccio questa domanda immaginando che me la possa fare lui, con la sua aria strafottente. Niente, non cambia niente, ci sono mille cose che Stefano ha fatto e che io non so. Lui vuole proteggermi dalla sua vita e io...
Forse io non voglio un tipo di persona così al mio fianco.
Forse non siamo destinati a stare insieme, il fatto che gli altri possano pensare male di me perché sto con lui non è rilevante, però non nascondo che sentirmelo dire da Luca non è stato piacevole, sapere che la gente può pensare certe cose sul mio conto... Stefano mi ha riempito la vita e sopratutto il cuore in questi due mesi, non posso non ascoltare quello che provo, ma se non è lui la persona adatta a me?
Continuo a pensare sempre le stesse cose, vedo sempre la stessa immagine di lui che colpisce Luca, di lui che non si ferma.
Mi passo una mano sul viso come a cancellare tutto questo caos di pensieri e mi butto in doccia.
Cerco di non guardare le sue cose sparse ovunque per casa mia, una maglia, un accendino, le scarpe...respiro e tiro dritta.
Mi vesto senza pensare, una canottiera nera aderente e un paio di shorts verde militare, converse nere, prendo borsa e occhiali da sole ed esco di casa.
Oggi devo andare a pranzo dai miei genitori e sinceramente e' anche l'unica cosa che mi va di fare.
La macchina e' caldissima, apro i finestrini cercando di ricevere un po' di aria, ma anche quella che entra e' fuoco.
Lego i capelli in una coda alta e mi immergo nel traffico romano. Sul raccordo le strade per andare al mare sono intasate e alla radio passano i soliti tormentoni estivi.
Sento squillare il telefono, lo prendo dalla borsa e ferma in fila leggo l'unico nome in grado di farmi battere il cuore così forte.
"Cosa vuoi?"
Dico sterile, la mia voce non ha espressione o tono.
"Parlarti .."
La sua non è così diversa dalla mia, piatta.
"Parlare..."
"Luca come sta?"
"Tranquillo non l'hai mandato in coma, questa volta"
Silenzio. Lo sento solo respirare.
"Stefano ora ti lascio devo guidare, ciao" chiudo la chiamata e una lacrima mi scende giù prepotente senza che io la volessi. Me la strappo via con la mano continuando a guidare e finalmente arrivo a casa dei miei.
"Nicole!"
Urla mio padre contento di vedermi, con la sua camicia sbottonata mentre sta preparando il barbecue sotto il sole cocente.
Harry e Ron si lanciano su di me scodinzolando, faccio un respiro profondo e mi stampo il sorriso migliore che trovo e cerco di non pensare a lui.
Mamma e' seduta al tavolo del giardino, mi avvicino a lei e le stampo un bacio sulla guancia, lei mi trattiene in un abbraccio forte. Mi siedo e prendo un po' di prosecco che papà ha mantenuto al fresco nel ghiaccio.
"Allora che mi racconti? Tutto bene?" Mi chiede mentre osserva ogni mia espressione. Faccio un lungo sorso e già mi sento un po' più leggera.
"Si, tutto bene...te al negozio come va?"
"Sempre tanto lavoro, per fortuna..hai fatto tardi ieri? Hai una faccetta.."
"Si, sono uscita con Emma e Valerio abbiamo fatto un po' tardi..."
"Ma quei due?"
Chiede mamma mentre prende un po' di prosecco anche lei.
"Chissà, penso che torneranno insieme, ma loro due ancora non capiscono cosa devono fare" sorrido.
"Io lo spero, mi sono sempre piaciuti insieme.."dice dolcemente.
"Già.." lascio andare la mente dove non deve.
"E tu..."
"Cosa?" Chiedo un po' sulla difensiva.
"Immagino che ci sarà qualcuno che ti interessa o a cui interessi.."
"No mamma proprio nessuno."
Abbasso lo sguardo perché sicuramente le mie guance sono diventate rosse.
Sento gli occhi di mia madre addosso e per fortuna in quel momento squilla il telefono.
Lo prendo al volo e alzandomi rispondo, mentre mi allontano un po'.
"Nicole, non riattaccare..."
"Stefano non ho voglia di parlarti"
"Cazzo non puoi fare così ...ho sbagliato ma non puoi fare sempre la ragazzina"
"Ragazzina?? Quello che non si sa comportare a 30 anni sei te!"
"Lo so ho fatto una cazzata, che ma ci sto provando a non fare casini lo sai.."
"Ci provi ma non ci riesci mai.."
Quelle parole sputate lì così, mi uccidono dentro e sicuramente stanno uccidendo anche lui.
"Hai ragione sai..." il cuore mi si blocca.
"Ho ragione?"
"Si, io ci provo ma non va mai come voglio perciò basta, non ti rovino più la vita contenta ?"
"Ecco perfetto, ci mancava la povera vittima adesso.."
"Ma vaffanculo Nicole!"
Chiude la chiamata e io resto come una scema con il telefono attaccato all'orecchio.
Gli occhi mi bruciano ma trattengo le lacrime, Harry mi si avvicina e lo accarezzo dolcemente.
"Nicole vieni a tavola o si fredda la carne!"
Urla mio padre dal tavolo, accanto a mamma. Così passo dopo passo mi siedo vicino a loro e faccio finta di stare bene, di non avere nessun magone, nessuna paura di perderlo, faccio finta che non ci sia nessuno da cui vorrei solo correre e abbracciare, nessuno.
Il pranzo trascorre tranquillamente, mio padre e' felice quando siamo noi tre insieme ma mia madre, lei mi conosce troppo bene sa che c'e' qualcosa che non va.
Non mi chiede niente, rispetta il mio silenzio ma i suoi occhi mi trafiggono ogni volta che li incontro.
Luca continua a inondarmi di messaggi per dirmi che gli manco e che e' stato contento di vedermi ieri sera e che, farsi menare e' stata la cosa più bella che gli sia capitata da quando l'ho lasciato, perché gli ha permesso di passare del tempo con me.
Alzo gli occhi al cielo, ma come ho fatto a stare con uno così? Ormai ogni sua parola mi sembra falsa, finta, priva di sentimento.
Gli chiedo solo come sta e poi ignoro tutto il resto.
Verso le sei di sera, decido di andare via, non riesco più a fingere con loro e ho voglia di stare sola, così li saluto e salgo in macchina.
Appena mi allontano da casa dei miei, mi arriva un messaggio di Stefano.
"Sono al bar, ti mando la posizione, se vuoi passa.." mi manda subito la posizione, del bar Lolli, io visualizzo ma non rispondo.
E subito mi scrive di nuovo.
"io comunque ti aspetto"
Anche io ho promesso di aspettarlo quella sera che abbiamo dormito insieme per la prima volta e la sensazione di sicurezza e tranquillità nella quale mi trovavo, mi arriva così forte e così nitida che è come se fossi tornata lì, a quel momento e senza pensare, senza ragionare mi dirigo da lui.
Trovo parcheggio abbastanza facilmente, e' una zona lontana dal centro, un po' periferica.
Mi domando cosa ci fa qui a Valle Aurelia, non è certo una delle zone più tranquille di Roma. Meglio non pensarci, appena arrivo davanti al bar Lolli, mi trovo davanti numerosi tavoli bianchi in plastica, ci sono parecchi ragazzi seduti e, cercando meglio vedo Stefano seduto con un altro ragazzo, stanno bevendo due birre. Devo ancora attraversare la strada che lui già mi ha vista e si è alzato.
Inchioda il suo sguardo bellissimo su di me e non lo sposta neanche quando diverse macchine o motorini, passano tra di noi.
Come una statua vivente mi imprigiona a lui.
Attraverso mantenendo la calma o almeno cerco, sono pronta a discutere a urlarglielo in faccia quanto e' stronzo e quanto mi ha fatto male, ma appena sono davanti a lui mi prende e mi abbraccia, lo fa piano quasi avesse paura di toccarmi, ma come se fosse l'unica cosa che potesse fare.
Respiro il suo profumo e già mi sento meglio. Dove è finito tutto l'odio e la rabbia che ci siamo urlati per telefono? E che stanotte mi ha tenuta sveglia?
Ci stacchiamo solo un attimo per guardarci negli occhi, mi da un bacio sulla guancia e io lo trattengo a me, non andare via non farlo più.
"Mi dispiace Nicole, faccio cazzate su cazzate e poi ti dico solo mi dispiace .."
"Lo so, il problema è che dispiace tanto anche a me.."
"Te lo giuro che non mi farò più vedere come ieri, tu non meriti ste cazzate"
"Non lo fare più perché ho avuto paura e io accanto a te non voglio averla"
I suoi occhi mi guardano in un modo che non so descrivere ma mi fa tremare le gambe e gli voglio bene lo sento che gli voglio davvero bene.
Lo bacio sulla bocca e lui ci infila la lingua sfacciato come è sempre. Gliela mordo leggermente e poi ci stacchiamo.
"Mi hai fatto male.." dice distogliendo lo sguardo verso il traffico.
"Bene, siamo pari allora.."
Ora torna a guardarmi con gli occhi lucenti.
"Vieni ti presento una persona.." a pochi passi da noi il ragazzo seduto che beveva con lui mi guarda sorridendo.
Un bel tipo con i capelli un po' scapigliati neri e gli occhi nocciola, un viso pulito e quando si alza per darmi la mano vedo che anche fisicamente non scherza, alto come Stefano ma un po' più muscoloso.
"Ciao io sono Francesco e te devi essere la famosa Nicole!"
Esordisce lasciandomi un po' perplessa un po' in imbarazzo.
"Famosa?"
Chiedo sedendomi insieme a loro.
"Diciamo che Lupo ha parlato abbastanza di te, dai mettiamola così!"
Alza la birra e fa un lungo sorso. Vedo Stefano guardalo minaccioso.
"Checco finiscila di sparare cazzate"
"Quindi parli di me?"
Gli chiedo maliziosa.
"No.." sorride cercando di mascherare un leggero, leggerissimo imbarazzo.
"Oggi sono passato a prenderlo per andare a pranzo insieme...sembrava che aveva il diavolo dentro!"
Rido divertita per il modo in cui Checco parla di lui senza timore. Mi ricorda me ed Emma.
"Io gliel ho detto se vuoi menare a qualcuno vieni da me in palestra e ti sfoghi li!"
Continua Checco sorridente.
"Lavori in palestra?" Gli chiedo.
"No signorina la palestra e' mia, sono il proprietario" dice soddisfatto.
"Ecco ci risiamo ora devi ascoltare per forza tutta la storia della sua palestra!"
Dice Stefano alzando gli occhi al cielo.
"Ti prendo qualcosa da bere, sennò non riesci ad ascoltarlo manco dieci minuti!"
"Invece a me già sta più simpatico di te! Comunque un prosecco lo prendo grazie!" Stefano mi fa una smorfia e va dentro al bar.
Checco mi fissa, ora è serio, sento le guance diventare rosse, maledizione.
"Perché mi fissi?"
Chiedo cercando di sorridere.
"Tu gli piaci .."
"Bene...buono a sapersi!"
Rispondo in super imbarazzo.
Checco ride allegramente e' davvero un ragazzo solare. Il contrario di Stefano.
"Sei forte Nicole, speriamo che la belva si sappia comportare, sai lui non è molto pratico per ste cose .."
"Si me ne sono accorta .."
Stefano esce e si siede appicciato a me.
"E il mio prosecco?"
Gli chiedo, lui mi da un bacio sulla guancia.
"Ho chiesto alla barista di portarlo..."
"Sei proprio una merda.." risponde Checco e Stefano ride.
"Ti piace la barista ?"
Chiedo non riuscendo a capire la situazione.
"La barista e' la mia ragazza .." dice secco Checco, finendo la sua birra.
Continuo a guardarlo senza capire la sua reazione.
"Ora ti spiego Nicole" e mentre Checco parla Stefano ride sempre di più.
"Oggi ho sentito Lupo parecchio giù perciò, da buon amico quale sono l'ho costretto a pranzare con me, però ho dimenticato di andare a prendere la mia ragazza a casa per portarla al lavoro..." guarda male Stefano che non la smette di ridere.
"Quando mi ha chiamato noi avevamo appena finito l'antipasto e..non potevo andare via così mi ha mandato a fanculo, ha urlato un po' di maledizioni e niente ora è qui a lavorare e non mi parla...cioè mi parla ma solo per insultarmi..."
"Ecco ora capisco..." mi viene da ridere vedendo Stefano così divertito.
E proprio in quel momento esce una ragazza, molto bella con delle treccine nere lunghe poco sopra il sedere, che fanno da contorno a un visetto piccolo e perfetto, con due occhi sottili marroni, un fisico slanciato. Porta un vassoio con due birre e il mio prosecco.
Si avvicina al tavolo e sbatte le due birre davanti a Stefano e Francesco.
Poi prima di darmi il prosecco mi guarda, si vede che è incazzata nera però a me sorride.
"Ciao tesoro, questo te lo offro io, visto che devi stare al tavolo con questi due coglioni..." posa il prosecco davanti a me delicatamente, poi liberando una mano dal vassoio si presenta.
"Elisa" gli stringo la mano "Nicole"
"Nicole se posso darti un consiglio non dare troppa confidenza a questa gente, sono dei deficienti tutti e tre ..."
"Tre?" Chiedo guardandomi intorno.
"Si il terzo, Simone, non c è ma loro sono tre corpi e un anima, e credimi dopo 6 anni devo ancora capire chi è il più coglione..."
Elisa mi guarda ignorandoli completamente.
"Amore, però forse sei un po' dura adesso, lei non ci conosce ancora non puoi presentarci così ..."
"Tu stai zitto .." lo fulmina e poi torna a guardarmi.
"Nicole se ti stanchi di loro mi trovi dentro comunque mezz ora e finisco il turno, avrei dovuto finire un ora fa però qualcuno si è dimenticato di portarmi al lavoro, perciò recupero il ritardo che mi hanno fatto fare..."
"Allora dovresti farti pagare un lungo aperitivo quando stacchi .." gli rispondo complice.
"Certo tesoro, ma non solo quello vedrai, torno tra mezz ora così bevo una cosa con una persona normale finalmente !"
Mi strizza l'occhio e sempre senza guardarli minimamente se ne va dentro.
"E' incazzata nera, per offendere anche me.." dice Stefano sempre un po' divertito.
"E' davvero una bella ragazza.." gli dico mentre Checco continua a guardare male Stefano.
"Si, decisamente tanto bella quanto stronza .."
"Certo avere a che fare con voi...."
"Che vorresti dire ?" Checco mi guarda sfoggiando un sorriso esagerato.
"Diciamo che fate uscire il peggio dalle persone .." stavolta guardo Stefano che ha quasi finito la sua birra e poggia una mano sulla mia gamba stringendomi.
"Non ci siamo Nicole, tu dovresti stare dalla nostra parte!"
"No, non credo che lo farà" interviene Stefano sfrontato e dannatamente bello.
Poco dopo arriva anche Elisa e si siede con noi, inizia subito a fumare e a litigare con Checco, per un po' io e Stefano prendiamo parte al litigio io difendendo lei e lui Checco.
Elisa e' una ragazza molto alla mano espansiva, mi sta subito simpatica e credo anche per lei sia lo stesso.
Mentre loro due continuano a litigare mi sento osservata e girandomi vedo gli occhi di Stefano puntati su di me. Ha lo sguardo leggermente arrossato, colpa delle birre, lo vedo più rilassato, sono sempre abituata a vederlo super vigile attento a tutto quello che fa anche quando stiamo insieme.
Ma questa parte di lui così spontanea mi piace.
"Cosa guardi?" Gli sorrido.
"Te...quanto sei bella Nicole, mamma mia..." fa un lungo sospiro.
"Perché sospiri?"
Gia' so a cosa sta pensando.
Lui si avvicina e girando un po' la testa verso la strada mi parla all'orecchio, in modo che ne Elisa ne Checco possano sentire, non lo farebbero in ogni caso, troppo impegnati nella loro litigata.
"Avrei voglia di toglierti questi pantaloncini ...di toglierti tutto" la sua voce bassa e profonda mi fa tremare.
Torna a guardarmi negli occhi.
"Anche io, però voglio prima chiederti delle cose.." lui mi prende la mano e se la porta alla bocca baciandola, un gesto che solo lui mi fa e che mi piace troppo.
Mi sa di promessa, come fosse un suo modo di promettermi che lo farà o che ci sarà.
"Ti rispondo a tutto quello che vuoi..."
Dopo l'ennesima discussione, Elisa e Checco ci invitano a cena ma noi rifiutiamo, Stefano ha bevuto un po' troppo e poi il bisogno di restare soli e di parlare e' così forte che li salutiamo e andiamo via.
Lo porto in macchina con me perché non è il caso di fargli guidare la moto.
Arrivati a casa Stefano si avvicina e mi abbraccia forte e restiamo per qualche minuto così senza parlare, senza muoverci. In piedi in cucina uno attaccato all'altro.
Poi lo guardo, lui mi sposta i capelli del viso e mi da un bacio sulla fronte.
"Luca come sta?"
Mi chiede e sento quanto costano per lui queste parole.
Io mi siedo sul divano e lui fa lo stesso.
"Mi ha scritto oggi, ha il viso gonfio e sente dolore dappertutto, per fortuna l'occhio non gli sta dando problemi."
"Ti ha scritto?"
Lo vedo leggermente preoccupato, mi aspettavo si arrabbiasse, invece no.
"Ti faccio leggere i suoi messaggi, ma non mi interessa quello che dice, gli ho risposto solo perché voglio sapere come sta."
Lo guardo negli occhi.
Lui sospira.
"Non li voglio leggere, potrei andare a spaccargli di nuovo la faccia"
Lo guardo male e lui subito sorride leggermente brillo.
"Hai promesso.."
"Lo so.."
Mi prende la mano e inizia a giocarci con le sue.
"Rispetterò la promessa, ma avvertilo che non deve più parlarti come ieri sera .."
"Tu hai sentito..."
"Quando ti ha detto che potevi scoparti qualcun altro? Si ero appena arrivato e ...mi è andato il sangue al cervello, nessuno neanche io Nicole ho il diritto di parlarti così..."
Stefano continua a guardare la mia mano tra le sue e le parole escono sempre a fatica dalla sua bocca, ma si sta aprendo con me.
"E' per questo che hai avuto quella reazione..."
Lui annuisce. Sento gli occhi diventare lucidi.
"Non...non mi sto giustificando io, ho sbagliato a reagire così però Nicole...il modo in cui ti ha detto quelle cose, non potevo fare altro."
Tiro su con il naso e una lacrima mi cade giù ma lui continua a non guardarmi.
"Cosa è successo quella sera...quando ti hanno menato?"
Vedo i suoi occhi diventare lucidi per un momento ma poi, schiarendosi la voce tornano limpidi.
Guarda sempre dritto davanti a se.
"Avevano arrestato mio padre e volevo andare dal Duca per chiedergli aiuto. Lui in un modo o nell'altro altro riesce e farti uscire o avere degli sconti di pena."
Si ferma e continua ad accarezzarmi la mano.
"Non ti ha aiutato ?" La gola secca, non mi permette di scandire bene le parole.
"No. Lui non ha voluto vedermi e ho saputo che in qualche modo ha aiutato a far arrestare mio padre. L ha fregato capito...i carabinieri sapevano fin troppo bene cosa stava facendo e dove."
Vedo la sua mascella fare un leggero scatto. Come se la rabbia dell altra sera stesse per venire fuori di nuovo.
Ma lui tiene la presa salda sulla mia mano.
"Ma perché avrebbe fatto una cosa del genere, e' andato contro i suoi interessi ..."
"Lui voleva me. Io ero il suo preferito, un ragazzino matto che faceva ogni cosa gli chiedeva. L'unico ostacolo tra me e il Duca era mio padre, litigavamo ogni giorno perché non voleva che lavorassi per il Duca. E litigava anche con lui, gli diceva di lasciarmi stare.." resta in silenzio e credo stia ripensando a quelle litigate con suo padre.
"Io difendevo sempre il Duca, era il mio idolo...Dio che coglione che sono stato."
"Eri più piccolo e...sei sempre cresciuto in questo ambiente, e' normale che volevi diventare come il Duca e fare quello che faceva tuo padre.."
"Normale Nicole?...io avrei dovuto ascoltare mio padre, invece gli ho sempre dato la colpa di tutto. Colpa sua se mamma era morta, colpa sua se io facevo mille cazzate...pensavo fosse geloso perché il Duca preferiva me a tutti, anche a lui"
Fa un sorriso amaro che mi fa venire i brividi.
Guardo il suo viso, il suo profilo perfetto, quei lineamenti che ormai conosco a memoria e ci vedo così tanta tristezza che vorrei potergli cancellare tutta la merda che ha vissuto, ma non posso farlo, ora posso solo ascoltare quello che ha dovuto affrontare.
"Comunque quando ho saputo che era stato lui a farlo arrestare sono impazzito. Qualcosa si è spezzato dentro di me e ..lo volevo ammazzare" finalmente si volta a guardarmi.
Gli occhi di nuovo lucidi mi trafiggono come una lama.
"Volevo ammazzarlo davvero Nicole, sono andato da solo a casa sua e ..ho trovato quei quattro e appena sono arrivato hanno iniziato a menarmi. Senza dire niente seguivano solo gli ordini del Duca. Ho reagito e mi sono lanciato contro uno di loro."
Le lacrime scendono silenziose sul mio viso e lui mi guarda ma il suo sguardo è tornato a quella notte, non vede più me.
"Non riuscivo a fermarmi e l'ho massacrato, poi quando gli altri mi hanno preso ho pensato che sarei morto e ...ho pensato va bene così ...li ho lasciati fare .."
"Basta Stefano ..." continuo a piangere senza neanche provare a nasconderlo.
"M hanno riempito di botte e poi...poi mi sono risvegliato dopo dieci giorni in ospedale, c era Checco vicino a me."
"Se penso che avresti potuto anche..." non riesco a dire quella parola.
"Quando mi sono svegliato non riuscivo a parlare bene, c erano delle parole che non ricordavo non riuscivo a dire..."
Gli stringo la mano che si trova ancora tra le sue.
"Checco mi ha aiutato tanto quel periodo...io non parlavo più con nessuno, non volevo vedere più nessuno"
"E Simone?"
"Lui, non riusciva a stare con me vedendomi in quel modo. L ho rivisto dopo un mese, ma non giudicarlo male, lui e' come un fratello per me però ha un modo suo di volerti bene.."
"E ..poi? Quando ti sei ripreso? Perché sei tornato dal Duca? Dopo quello che ti ha fatto?"
"Non avevo scelta Nicole,eravamo ragazzini in mano a uno dei più potenti criminali di Roma e sapevamo benissimo cosa ti succede se provi a sfidarlo"
Stefano finalmente mi lascia la mano e mi accarezza il viso asciugando le mie lacrime.
"La cicatrice che porto mi ricorda sempre da dove vengo. Cosa rischio tutti i giorni e lo ricorda anche a Checco e Simone...non ci chiudi co sta vita..però io voglio farlo, voglio provarci per me, per mio padre e sopratutto per te, l'unica cosa bella della mia cazzo di vita"
Mi avvicino e mi lancio addosso a lui abbracciandolo forte, come se da un momento all'altro potesse scomparire.
"Io non voglio che ti succeda niente ..."
"Non mi succederà niente Nicole..la voglia di stare con te e più forte di tutto"
Mi allontana per guardarmi negli occhi.
"Ma tu non devi piangere, non devi stare male per me, io voglio regalarti solo sorrisi .."
"Io voglio stare con te, promettimi che farai di tutto per non lasciarmi mai"
"Te lo prometto, non vado da nessuna parte Nicole.."
"E io ti aspetto, non me ne frega niente di questo Duca, tu sei mio!"
Stefano sorride finalmente, mi da un bacio sulla bocca.
"Posso dormire con te ?"
"Devi, dormire con me"
Stefano mi prende la mano e insieme ce ne andiamo al letto. Dormiamo abbracciati uno di fronte l'altro, viso contro viso e mentre il sonno arriva lo vedo guardarmi senza mai staccare gli occhi dai miei. Mi addormento con i suoi occhi stampati nella mente e nel mio cuore.
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Nel mio cuore
RomanceLei 25 anni, una ragazza che cerca di ricucire la sua ferita e che vuole sentirsi di nuovo viva . Lui 30 anni, un ragazzo ribelle ma spezzato dentro, che cerca disperatamente una via di fuga dalla sua vita incasinata. Non hanno niente in comune, ep...