─ love isn't easy ─

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Will con le poche forze che aveva si diresse subito in bagno, non si sentiva bene, molto probabilmente doveva vomitare.

Entrato in bagno chiuse subito a chiave la porta.
«William Byers!» urlò la madre «apri subito questa porta!»
Ma improvvisamente si sentirono rovesci e rovesci.
«Will tutto ok!?»
«si mam- bleeargh»
Passarono minuti prima che il ragazzo potesse scaricare tutto e Joyce nel mentre si sedette appoggiando la schiena sulla porta.

Poi quest'ultima non sentendo più nulla, origliò per sentire come stava Will e lo sentì singhiozzare.
«tesoro, apri la porta e parliamo, su dai»
Il ragazzo obbedì, dopo tutto parlare era quello che gli serviva in quel momento.
«ehi, che succede?»
«ni-ent-e» continuò singhiozzando
«perché ultimamente non mi parli? Non mi dici più nulla»
Will in quel momento non era in sé, voleva sfogarsi, urlare a squarciagola, dire cosa provava e dire chi era veramente.
«se hai bisogno di sfogarti puoi dirmi tutto, sono tua madre»
Con le lacrime ancora agli occhi Will disse
«diciamo che... mi sono innamorato di una persona»
Joyce fece un piccolo sorrisetto e continuò
«mh e chi sarebbe la fortunata?»
Il ragazzo non sapeva come risponderle o cosa dire esattamente, aveva paura di deluderla, di non essere il figlio che lei voleva.
E così iniziò a piangere ancora più fragorosamente.
«No no, Will che hai? Che succede?»
«mamma... non-»
«non cosa?» chiese la madre dolcemente
«non è una lei»
Lei rimase in silenzio, non se lo aspettava.
«visto? Lo sapevo, ti faccio schifo, scusami, davvero scusami i-»
«ehi ehi, è tutto ok stai tranquillo» disse cercando di tranquillizzare il ragazzo stringendolo tra le sue braccia.
«io ti accetto così come sei, non c'è alcun problema»
Will si quietò, era sollevato dal fatto che con sua madre non avrebbe avuto problemi.
«ti dico solo una cosa, devi stare attento, essere omosessuale in questi tempi non è semplice»
«si mamma, lo sarò, te lo prometto»

«dai ora andiamo a guardare un bel film mentre mangiamo dei pancake, che ne dici?»
Il ragazzo annuì allegro.

Era mattina, non se la sentiva di andare a scuola ma soprattutto non se la sentiva di vedere Mike.
Contro la sua volontà ci andò, anche perché aveva un compito in classe e non poteva saltarlo, avrebbe rovinato la sua perfetta media.
oh no no ti prego
«ehi Will!» lo salutò Mike allegramente «dobbiamo proseguire col piano, no?»
Il più piccolo non rispose, al contrario voltò strada cercando di evitarlo. Ma sul serio? Ma quanto era fissato con sto piano.

Il corvino non capiva così inizio a rincorrerlo.
«Will? Wiiiillll? WILL?! Perché non rispondi?»
«ti prego lasciami in pace»
«che ti prende?»
«Ho bisogno di stare solo per un pò ok? È-È che mi sento troppo sotto pressione, quindi per favore non seguirmi»
«ma...»
Will si allontanò per direggersi in aula.

Mike stava provando troppe emozioni in quel momento, non credeva di poter stare lontano da Will.

Così andò fuori da Dustin e Lucas.
«ciao Mike, che succede? Sembra che hai visto un fantasma» ridacchiarono.
«si... si... sto bene»
Dustin rimase preoccupato dal modo in cui rispose.
«Ehi Mike, sul serio, stai bene?»
«Will è strano oggi... mi ha respinto dicendomi di lasciarlo stare e che aveva bisogno di tempo...»
«E beh? Che c'è di strano? Ha bisogno di stare solo, è normale. Forse gli sarà successo qualcosa e non vuole dirtelo.»
«Perché dovrebbe? Io e lui ci diciamo sempre tutto...non mi nasconderebbe mai niente»
«Forse questa cosa è troppo grande da dire... o importante non credi?»
Micheal non disse nulla, si sentiva troppo male, così corse verso la sua bici e andò via, marinando la scuola.

Non c'era nessuno a casa, i suoi erano a lavoro.
Andò al piano di sopra e si buttò sul suo letto sforzandosi di non piangere.

Come avrebbe fatto senza il suo migliore amico?

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