─ trust me ─

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Era ormai una settimana che Will evitava Mike, non aveva ancora le idee chiare, non si era mai trovato in queste situazioni e sapeva che parlandogli o comunque guardandolo solamente negli occhi avrebbe sofferto.

Aveva chiaramente bisogno d'aiuto e non gli sembrava il caso di chiedere a Lucas o a Dustin, non erano molto bravi in queste cose.
Poi si ricordò.. "se hai bisogno di parlare con qualcuno io ci sono", queste parole pronunciate da Max la sera all'arcade lo sollevarono, dei consigli da parte di una ragazza gli servivano proprio.

L'indomani a scuola, uscì dall'aula e...
«oh scusa»
«ehi max, stavo cercando proprio te»
«ah si?» disse mentre raccoglieva i libri da terra
«già, la sera all'arcade mi hai detto che se volevo parlare con qualcuno... sai...»
«oh si, uhm, che ne dici se pomeriggio verso le 16 venissi a casa mia? Potrei anche insegnarti ad andare in skate»
«ok, tranne per lo skate, sono tutto tranne che atletico»
«insisto e tu non puoi dire di no»
«max n-»
«ciaooo»
la ragazza si allontanò e Will scuoté la testa sorridendo.

Alzò il capo e vide Mike, sembrava davvero triste, ma lui non aveva intenzione di ferirlo e non pensava che ci sarebbe rimasto così male visto che nelle settimane precedenti non sembrava affatto interessato a lui.

Così Will strinse con forza lo zaino alle sue spalle e cambiò velocemente direzione andando verso la sua bici per tornare a casa, dato che aveva finito le lezioni.

Sua madre aveva il turno notturno e così essendo in casa gli fece trovare il pranzo pronto.
«com'è andata a scuola?» chiese mentre condiva la sua insalata
«bene»
«mh»
«...pomeriggio vado a casa di Max»
«Max? Max Mayfield? Da quando siete così amici?»
«da oggi»
«ok ok, mi fa piacere» disse sorridendogli e Will ricambiò.

Dopo aver sparecchiato, il ragazzo si chiuse nella sua camera seduto sulla sua scrivania, con foglio e matita davanti a sé.
Iniziò a calcare e a fare linee totalmente a caso finché dopo qualche minuto si iniziarono ad intravedere i lineamenti del volto di Mike.

Cavolo, gli mancava un sacco, ma non sapeva proprio che fare, parlandogli subito sarebbe stato poco coerente o troppo scontato, mentre se non gli avesse parlato per tanto tempo sarebbe stato un pò stronzo, anche perché Mike neanche sapeva la motivazione di tutto questo caos.

Menomale che da lì a un paio d'ore sarebbe stato illuminato dai consigli di Max.

Circa due ore dopo Will e Max erano in camera di quest'ultima a chiacchierare e ascoltare musica, finchè dopo un pò la rossa decise di arrivare dritta al punto.
«quindi... come va con mike?»
«in che senso?»
«nel senso, in cosa vuoi che ti aiuti?»
«ah già» disse, e gli spiegò tutto, che Mike è stato un egoista e pensava solo a quel cazzo di piano e robe del genere.
«capisco... secondo me Mike è un pezzo di merda a volte, ma a quanto vedo tu hai un debole per ragazzi così»
«così come?»
«stronzi»
«ah, ah-ah-ah»

«ok dai, comunque, credo che lui abbia capito che a volte sbaglia, quindi secondo me dovresti dargli un'altra possibilità»
«una possibilità? Ma non eri tu quella che piantava tutti in asso?» chiese in tono scherzoso
«eeh, qua stiamo parlando di te non di me. Fidati accetta il mio consiglio, non te ne pentirai. Poi se fa di nuovo lo stronzo lo vado a picchiare personalmente»
«va bene» disse ridacchiando «ma non so cosa dirgli sinceramente»
«per adesso invitalo a casa tua e parlate, sai quante cose usciranno dalla vostra conversazione?»
«no»
«te lo dico io, tante.»
«ne sei sicura?»
«si»
Will non disse più nulla, iniziò a guardare per terra pensieroso.

«ora su, quale vuoi?» chiese mentre indicava i suoi due skateboard, uno era blu cobalto e l'altro era nero, il classico.
«no no, ti avevo detto che io non lo faccio»
«ee io ti avevo detto che saresti stato obbligato»
«ma io non ho detto che ti avrei ascoltato»
Max lo guardò fulminandolo con gli occhi.
«uffa, ok quello blu»
La ragazza prese quello scelto da Will e glielo lanciò addosso.
«ahia! Cazzo, ma sei impazzita?» voleva sembrare arrabbiato ma non ci riuscì e quindi scoppiò a ridere.
«dai ora andiamo qui fuori»

«alloora»
«già ho paura»
«mamma mia tranquillizzati, non muori»
«si, ma se cado e sbatto la testa?» chiese preoccupato
«vuoi uno schiaffo?»
«no no ok... che devo fare?»
«inizia mettendo un solo piede»

Will obbedì, anche se già stava perdendo l'equilibrio e neanche ci era salito del tutto sopra.

«Devi tenere l'altro piede fermo e poi dare la spinta»
«così?» chiese mentre cercava di imitarla, male ma ci stava provando.
«non proprio. Allora, facciamo così, dammi la mano» disse mentre si avvicinava a Will.
«perfetto, ora fai come ho detto prima, spingi»
«ma-»
«tranquillo, ti tengo»
«ok...»

Il ragazzo fece come detto e riuscì a percorrere un pezzetto di strada.
«sii, ce l'ho fatta!»
«Will... non hai fatto nemmeno un metro e inoltre mi stai tenendo la mano»
«shh, non è questo l'importante. È già un passo avanti»
«se lo dici tu» disse sghignazzando e poi continuò «dai ora fallo da solo»
Il ragazzo, come insegnato, mise prima un piede e poi con l'altro diede la spinta, li mise entrambi sulla tavola e alzò le braccia come per stare in equilibrio.
«guarda Max!» esclamò allegro
«si si sto guardando, bravo, continua così, perfetto... vai...»
Will non pensava di riuscire a starci un altro pò su, stava traballando per la perdita di equilibrio, finchè...
«oh no, oh no»
Il castano cadde a terra, rotolando e l'impatto gli fece sbattere un braccio.
«Will!» urlò Max che stava correndo verso di lui «oddio, stai bene?» chiese preoccupata.
Will non rispose, era girato dall'altra parte coricato per terra dolorante.
«Will...»
La rossa prese la sua spalla e lo girò verso di sè, il ragazzo stava ridendo.
«Cazzo, che sei stronzo, mi hai fatto prendere un colpo» disse mentre si coricava a terra insieme a lui.
Ed entrambi si sbellicarono dalle risate.

Erano felici di aver trovato una persona che ci sarebbe sempre stata.

 𝑼𝑵𝑫𝑬𝑹 𝑻𝑯𝑬 𝑹𝑨𝑰𝑵 | 𝑩𝒀𝑳𝑬𝑹 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora