little Werewolf: Sequel <<Remus Lupin>>

capitolo 20

Lo so, lo so, lo so, faccio schifo, lo so però, come vi ho detto altre volte volevo toglierla.

Reader's pov

Guardai Teddy ed Harry e non potei far a meno di sorridere tormentando le costole del povero Remus a furia di gomitate.

<<cosa c'è?>> chiese finalmente.

Meresme gli stava mordendo la mano furiosamente poiché moriva di fame; effettivamente di solito pranzava molto più presto.

Remus sospirò e le diede una barretta di cioccolato e Meresme la divorò letteralmente per poi guardare me.

Sorrisi ed indicai Teddy ed Harry con gli occhi.

Remus soffocò un ringhio geloso ed aprì una barretta di cioccolato anche per lui ma gliela strappai di mano

<<ei>> sussurrò <<perché solo Meresme può mangiare?>> chiese mettendo un broncio infantile.

Silenziai le nostre postazioni <<prima di tutto>> iniziai.

<<Meresme è solo una bambina e sai meglio di me che  non è abituata a questi orari e due- risi- non vorrai mica rovinarti l'appetito prima del banchetto?>> chiesi dando un pezzetto di cioccolato alla puffola di Meresme.

Remus Continuò a tenere il broncio e rimase a guardare la cerimonia.

<<non sei sei più bambino tu o le nostre bambine>> commentai prima di togliere l'incantesimo.

Mio marito borbottò qualcosa sottovoce.

Teddy's pov

<<Non mi aspettavo che un matrimonio fosse cooosi noioso>> disse Harry stiracchiandosi.

Lo guardai <<sei insopportabile>> commentai.

Harry si guardò intorno <<ma siamo nei territori di Hogwarts!>> commentò indicando il castello avvolto dall'umidità e di cui si vedeva solo un alone grigio.

<<già>> convenni io.

Da lontano vidi una grotta, non so perché ma mi era familiare.

Ingrid si appollaiò sulla mia testa <<che fate piccioncini?>> provocò.

La ignorai e presi Harry per mano.

<<Teddy, non che mi dispiace, ma... dove stiamo andando?>> chiese.

<<in quella grotta>> dissi.

Sentii Ingrid tremare sulla mia testa.

Ma che le prende.

Entrammo e trovammo nella penombra un mucchio di ossa:

probabilmente è la sala d pranzo di qualche draghetto.

<<que-sta puzza mi sta facendo venire la nausea>> commentò Harry.

Continuai a guardarmi intorno; perché mi sembra di esserci già stata?.

<<Teddy, usciamo>> disse Harry tossendo.

Lo guardai <<no, aspetta>>.

<<i-io non ne posso più>> disse uscendo per prendere fiato.

<<n-non riesco a capire perché tutto questo mi sia... familiar>> dissi <<non sono mai stata in questa parte di Foresta Oscura, nemmeno da Licantropo>>

<<ragazzi, Eccovi finalmente!>> disse la mamma tenendo Meresme per mano e subito dopo sbucò papà.

La vidi sbiancare.

<<c-che ci fate qui?>> chiese.

La guardai, mi fa paura, è troppo pallida.

<<stavamo semplicemente girovagando, poi Teddy ha detto di entrare qui ed abbiamo trovato questo mucchio di ossa; probabilmente i resti della colazione di qualche drago>> disse Harry.

Anche la mamma entrò mentre papà rimase con Meresme.

Si avvicinò a me <<non ci credo>> sussurrò.

<<dopo tutti questi anni... è ancora qui>>.

La guardai <<mamma, non ti senti bene? Vuoi che chiami la zia Cissy?>>.

La mamma non parlò ma andò dritta verso un enorme teschio, vi mise la mano sulla fronte e scoppiò a piangere cadendo in ginocchio.

<<mamma! Mamma che hai?>> chiesi preoccupata precipitandomi da lei.

Ingrid le carezzava una guancia con la sua.

<<mamma ma che succede?>> chiesi sempre più preoccupata.

La mamma finalmente mi guardò.

<<le sue ossa giacciono qui... dopo tutto questo tempo,  sono ancora qui>> disse semplicemente.

Guardai le spoglie nere e poi mia madre.

<<Teddy... io e tua madre, da piccoli, sentimmo il drago che un tempo erano queste spoglie, esalare l'ultimo respiro>> disse papà.

<<chiamava qualcuno... per non morire solo>>.

<<come morì?>> chiesi.

<<di vecchiaia, aveva più di due secoli>> disse la mamma accarezzando Il teschio ma poi la vidi rabbrividire e sorridere appena.

Il suo corpo sprigionò un patronus rarissimo:

Un ungaro spinato.

Tutti lo guardammo affascinati mentre la creatura svolazzava sui resti che poi si avvicinava per lasciare carezze e baci a Meresme, me e Papà.

Papà sorrise: la mamma aveva cambiato ancora una volta patronus.