Capitolo 34

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Un'arietta fresca mi accarezza i capelli, mentre osservo il colore del cielo farsi sempre più scuro, preannunciando l'arrivo della sera.
Numerosi bambini accompagnati dalle loro madri, padri o nonni si affrettano ad uscire da Central Park probabilmente per ritirarsi nelle loro case e prepare la cena, mentre io sono seduta su una panchina accanto a Steven che da quando siamo arrivati non ha ancora detto una parola.
Il suo volto non ha ancora perso quell'espressione arrabbiata che ha da quando abbiamo discusso davanti all'azienda e io dall'altro canto non so come comportarmi, ho paura di dire la cosa sbagliata, ma so che si aspetta che sia io a cominciare il discorso, allora prendo un profondo respiro e comincio a parlare.
-mi dispiace-esordisco, attirando il suo sguardo che fino a qualche secondo fa era assorto nel vuoto-lo so che ci siamo promessi che ci saremo sempre detti la verità e che non ci saremo nascosti nulla, lo so che ci siamo promessi onestà, lo so benissimo, però la verità è che ho avuto paura. Tu mi conosci meglio di chiunque altro e sai benissimo che quando c'è un problema tendo a scappare e lo so che è una cosa fottutamente sbagliata, ma è più forte di me.
Con questo non sto dicendo che volevo evitarti e non parlarti mai più, avevo solo bisogno di tempo per affrontare le paure che avevo nella mia testa, entro stasera massimo domani mattina ti avrei contattato, credimi non sarei mai scomparso così-
Lui non emette un suono, ma noto che il suo sguardo si addolcisce e la sua mente sta cercando di elaborare le parole giuste per dirmi qualcosa, qualcosa che ho davvero paura di sentire.
Sospira-lo so, avrei dovuto aspettarmelo da te, ma sai anche che preferisco affrontare subito le cose, perché le cose non dette portano solo problemi e infatti si è visto.
Ascoltami, prima di cominciare a parlare del fulcro di questo discorso c'è qualcosa che devo chiederti: perché eri con James e cosa voleva da te?-
I suoi occhi mi scrutano con calma aspettando una mia risposta, ma senza accusarmi.
-è stato un caso, avevo bisogno di stare da solo e ho fatto un salto alla piscina dell'azienda per schiarirmi le idee e pensare e lì ho incontrato James. Tra noi non è successo niente, tranne un breve scambio di parole e quando ho deciso di andarmene mi ha seguito fuori e poi è successo quello che hai visto.
E no, non so cosa voglia da me e sinceramente non riesco a capirlo-
- è semplice: vuole te-
-se mi volesse davvero non mi avrebbe tradito, non ti pare?-
-forse le cose non stanno esattamente come pensiamo...-
-cosa vorresti dire?-
-non lo so neanche io, chiamalo sesto senso, ma secondo me in tutta questa storia c'è un pezzo del puzzle che ci sfugge e di cui noi non siamo ancora a conoscenza. Non ci hai mai pensato?-
Le sue parole mi colpiscono nel profondo e mi danno molto da pensare-io non lo so...non riesco a fidarmi di James, non dopo che mi ha tradito in passato e non dopo tutti i giochini che ha fatto con me...io-mi gratto la testa frustrato-ma perché mi stai spingendo verso di lui? Se questo è il tuo modo per dirmi che hai scelto di tornare da Max, fallo e basta. Non hai bisogno di fare questi giochetti mentali con me-
I suoi occhi di solito di un verde chiaro si inscuriscono e si caricano di rabbia-che cazzo stai dicendo? Ti sembro forse quel genere di persona? -annulla la distanza tra noi, trovandosi a due centimetri dalla mia faccia.
-non lo sei, lo so che non lo sei, ma allora perché continui a parlare di James, me lo spieghi??!! Non è lui il problema adesso e lo sai bene!!
Forse dovremmo cominciare a parlare del centro della questione ovvero il tuo ex. Vuoi tornare da lui??-
Le mie urla lo spiazzano tanto da farlo ammutolire per un momento, facendogli perdere la smorfia arrabbiata che gli incorniciava il volto.
-No non voglio tornare da lui! -
-ma tu.. lui.. ho visto come vi guardavate-ribatto ancora più confuso e sull'orlo di una crisi di nervi.
Lo vedo sospirare-l'ho amato, l'ho amato così tanto e tu lo sai.
Mi hai visto tutte le volte che sono crollato, tutte le volte che ho pianto, tutte le volte che mi sono maledetto per quello che gli avevo fatto e quando l'ho rivisto è normale che il mio cuore non sia rimasto indifferente, perché per me lui ha  rappresentato qualcosa di importante e soprattutto qualcosa che non avevo ancora risolto.
Sono contento di averlo rincontrato perché, finalmente siamo riusciti a dirci e a chiarire le cose rimaste in sospeso per troppo tempo, ma questo non significa che torneremo insieme. Se tra noi non ha funzionato una volta, perché dovrebbe funzionare adesso?-
-perché tu sei cambiato e sei diventato la versione migliore di te stesso. Adesso potresti renderlo veramente felice e lo sai-
-ma lo sono diventato grazie a te.. non capisci: tutto ciò che sono adesso lo devo a te e io non voglio rinunciarci Ryan.. -
-non vuoi rinunciare a cosa?-gli chiedo con un groppo alla gola.
-non voglio rinunciare a te, a noi, a tutto ciò che siamo e che potremmo essere.. io non voglio.. -
-Steven-gli accarezzo una guancia con dolcezza, mentre un sensazione calda mi avvolge all'altezza del cuore-sei sicuro di questo? Stai rinunciando ad un possibile futuro con la persona che hai sempre amato, per qualcosa di incerto e che ci potrebbe fare solo del male-
-non sto rinunciando a niente: Max non ha mai detto di voler tornare con me e poi detto sinceramente Ryan...- mi appoggia delicatamente una mano sulla guancia anche lui-non c'è niente che io non rischierei per te, vali molto più di quello che pensi-
Gli occhi mi bruciano dalla voglia che ho di piangere in questo momento, mentre il mio cuore comincia a battere ad un ritmo impazzito, a causa delle parole che ha appena pronunciato questo uomo davanti a me.
Mi sento sollevato: ha scelto me, forse è anche perché Max non si è fatto avanti, ma ha comunque scelto me. Poteva provare a riconquistarlo e sono sicuro che ci sarebbe riuscito, mentre invece adesso è qui davanti a me che mi guarda con quegli occhi carichi di un sentimento sconosciuto.
Con il cuore carico di emozioni che non riesco a decifrare, annullo definitivamente la poca distanza che c'è tra noi e mi approprio delle sue labbra.
È un contatto semplice, ma allo stesso tempo carico di una dolcezza fuori dal comune per noi due che di solito ardiamo di fuoco e passione.
Chiedo l'accesso alla sua bocca e la sua lingua ricerca lentamente la mia, in una combinazione che mi fa assaporare ogni contatto, ogni sapore e ogni attimo.
Perdo il contatto con il mondo, fino a quando lui non si stacca da me, lasciandomi le labbra rosse e ancora piene dei suoi baci e mi sussurra, tendendomi la mano-allora andiamo?-

-dai alzati e fammi spazio-mi rimprovera Steven dopo aver cenato e lavato i piatti insieme a me.
-ma sono così stanco-borbotto, stravaccandomi ancora di più sul mio divano e socchiudendo gli occhi.
-ti do 3 secondi per sistemarmi bene, dopo di che inizierò a farti il solletico.. 1..2..3-ridacchia, dirigendo le sue dita sul mio corpo.
-mi alzo, mi alzo-sbotto di colpo, mettendomi in posizione seduta, mentre lui si accomoda di fianco a me con un sorriso birichino.
-sei proprio uno stronzetto, lo sai?-
-uno stronzetto che ti vuole bene però-mi scocca un bacio sulla guancia, facendomi arrossire-molto bene..dai allunga le gambe sulle mie che ti faccio un massaggio visto che sei così stanco-
Oseguo subito l'ordine, illuminandomi-sai davvero fare i massaggi?-
-provare per credere-mi fa l'occhiolino,cominciando a farmi un massaggio partendo prima dalle caviglie per passare alla parte inferiore e infine a quella superiore della gamba sinistra e poi di quella destra, coperte solo da un paio di pantaloncini da casa.
-mm che bello-mugugno, sentendomi rilassato e in estati, grazie a quelle mani che sembravano possedere proprietà magiche.
-mm-continuo a gemere, quando le sue mani ricominciando a massaggiare la parte superiore della coscia, facendomi provare piacere in una parte del corpo che in questo momento stava diventando fin troppo evidente e ingombrante.
-qualcuno si è svegliato vedo-mi sussurra in modo malizioso Steven, sorprendendomi e infilando la mano sotto i miei pantaloncini e le mie mutande.
-ahhh-riesco solo a dire, quando la sua mano si stringe sul mio membro duro e comincia a muoversi su e giù.
Inizio ad avere caldo e a non aver più il controllo sui miei gemiti.
Avvicino la mia bocca alla sua, dando vita ad un bacio bisognoso e pieno di lussuria, mentre le mie mani cominciando ad armeggiare con i suoi pantaloni per abbassarli e tirare fuori la sua asta turgida.
Do un occhiata alle sue dimensioni che sono a mio parere modeste e comincio a ricambiare il piacere che mi sta donando lui, muovendo la mia mano lungo la sua asta e facendogli scappare un gemito.
Ribalto questa sistemazione che mi è diventata troppo scomoda e mi sdraio interamente su di lui, riprendendo immediatamente in mano il suo membro.
Lui però ha altre idee in mente perché comincia a lasciarmi baci sul collo, sulle clavicola, sul petto, sui capezzoli, mano a mano che si libera dei miei vestiti, facendomi rimanere nudo davanti a lui.
Allora decido di fare lo stesso, con il cuore in gola e le mani che quasi mi tremano per quello che succederà da qui in avanti .
Siamo nudi, l'uno sopra l'altro a guardarci, sfiorarci ed esplorarci reciprocamente per la prima volta.
Contemplo il suo corpo nudo e davvero non riesco a distogliere lo sguardo, perché è di una bellezza disarmante: ogni angolo del suo corpo, è perfetto, priva di imperfezioni e io mi sento come se fossi un artista pronto, ma allo stesso impaurito di modellare la propria opera d'arte, perché è questo che è il corpo di Steven una vera e splendida opera d'arte.
Perdo un battito quando lui si impossessa nuovamente delle mie labbra e lascia correre la sua mano di nuovo sul mio membro per continuare a dargli piacere.
Io seguo il suo esempio, ricominciando a toccarlo e chiudendo gli occhi, lasciandomi andare e pensando solo all'orgasmo che sarebbe arrivato a breve.
Ma qualcosa va storto, quando sento una delle sue dita farsi spazio nella mia entrata e questo mi irrigidisce, facendomi bloccare e allontanare da lui seduta stante.
Cerco di calmare i battiti  del mio cuore che pompano ancora ad un velocità spaventosa, mentre lui apre gli occhi, sgranandoli per lo stupore.
-che succede?-mi chiede preoccupato.
-io..non posso-cerco di rivestirmi velocemente senza guardarlo.
Steven sospira, rimettendosi anche lui i vestiti e poi sistemandosi nuovamente accanto a me.
-perché non puoi? Stava andando tutto bene fino ad ora, cos'è che ti ha fatto cambiare idea?-
Mi prendo la testa fra le mani, cercando di dare un senso ai miei pensieri-io non so ad un certo punto mi sono bloccato e..-
Nella mia mente una lucina si accende quando capisco cos'ha scatenato il mio rifiuto-tu volevi scoparmi-
Lui aggrotta un sopracciglio-non ti seguo, è ovvio che volessi fare sesso-
-no, tu volevi proprio scoparmi-lo guardo negli occhi, cercando inutilmente di fargli capire-volevi che io fossi il passivo-
I suoi occhi si illuminano di consapevolezza, facendomi intuire che aveva finalmente capito.
-quindi il tuo problema è che non vuoi fare il passivo, fammi capire?-
-non è questo, è che io ho fatto sempre l'attivo-
-tranne con James-aggiunge, arrivando al fulcro della questione.
Annuisco-é l'unico uomo a cui sono riuscito a donarmi, io non ce la faccio.. Non è che non voglio, è che proprio sono bloccato-
Do voce ai pensieri che fino ad esso non sapevo di avere e soprattutto che potessero diventare un problema.
Il suo sguardo dice tutto:è ferito e non solo questo, è deluso, è arrabbiato, è troppe cose per riuscire a descriverle.
Si alza di scatto dal divano, facendomi spalancare gli occhi dallo spavento-James James James...alla fine sarà sempre lui vero?
Dici tanto di avere paura che io ritorni da Max, ma forse sei tu quello che dovrebbe farsi un esame di coscienza e cercare di capire quello che vuole veramente-
-Steven-cerco di dire inutilmente.
-non dire niente. Stavolta sono io che ho bisogno di un po' di tempo lontano da te e forse ne hai bisogno anche tu.
È meglio che me ne vada-
Sento solo il rumore della porta sbattere e il mio cuore farsi in mille pezzi, mentre grido con tutte le mie forze il suo nome.

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