I am a zombie.

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D'un tratto lei mi guardò [...]

e fu la gloria,

e la primavera,

e il sole,

e il mare.

-Guillame Musso.

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Ennesimo stupidissimo giorno di scuola.

Che palle.

Arriva il weekend e sei felicissima, già stai scrivendo mentalmente una fanfiction su questi due giorni di libertà vigilata.

Inizi a scrivere il prologo e la sveglia già suona, togliendoti quell'attimo in più fondamentale.

Stamattina sono uno zombie.

Ma non perchè ho qualcosa che non va in faccia.

Ho qualcosa che non va nel cervello.

Oggi credo di essere pazza.

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Ora di psicologia.

Come compagno di banco ho Luke.

Ha insistito così tanto, voleva disperatamente mettersi vicino a me.

Sinceramente il motivo non lo so.

"Ragazzi, oggi parleremo della psicologia inversa."

Cazzate su cazzate e sinceramente io non voglio ascoltare.

Inizio a fare dei disegnini alla cazzo di cane sul diario.

"Ti vedo molto attenta Johnson."

sento dire da Luke.

"Luke, non ti vantare solo perchè ho deciso di far finta di nulla, di quello che hai combinato, intendo. Sei una puttana."

ride leggermente.

"Uh, ma davvero? Mi verrai a trovare in qualche casa?"

"Ovvio, non mi perderei mai un Luke in tanga."

inizio a ridere facendogli notare che io non volevo vederlo in tanga.

"Muori dalla voglia, eh."

"Probabilmente."

"Oggi ti vedo strana, sembri uno zombie. Mai vista una Lavanda così devastata."

"Oggi mi sento solo un po' pazza. Farò sicuramente qualche cazzata."

"Ciao, sono Lavanda Johnson e voglio fare la ribelle e l'alternativa solo perchè ho gli occhi viola."

sbuffo sonoramente.

"Fottiti, Hemmings."

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Finalmente si mangia.

Entro nella mensa, cerco un tavolo vuoto e mi siedo.

Prendo un vassoio a caso mettendoci i miei due tramezzini e la lattina di pepsi.

"Lavanda" sorride Ashton sedendosi davanti a me.

"No ma accomodati, vuoi anche una tazza di tè?" dico sarcastica e infastidita.

"Non fare l'acida che con me non funziona."

mi dice lui apparecchiando il suo vassoio.

"Peccato." sussurro.

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