IV

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Era il tanto atteso (da Chiara) giorno della festa.
Emma sapeva che si sarebbe trovata, come sempre, in mezzo a persone che non conosceva e il cui stile di vita era lontano dal suo. Sarebbe stata con la sua amica, ma poi Chiara sembrava sempre svanire tra la folla e parlare con chiunque e lei finiva seduta su un qualche divano a veder scorrere intorno a lei gli eventi.

"Emma, hai scelto che ti metti stasera? Mi raccomando fai almeno finta di sforzarti per trovare un outfit figo!"
"Buongiorno anche a te! Dai qualche vestitino adatto ce l'ho, va bene?"
"Devi catturare l'attenzione, lasciare tutti a bocca aperta, così che non si dimentichino di te"
"Ecco, io voglio tutto il contrario. Spero nessuno si ricordi la mia faccia"
"Ma che divertimento ci sta così? E non fare che ti siedi da una parte e a mala pena senti la voce di chi ti parla, perché ti isoli da tutto"
"Faccio sempre in tempo a non venire. Me ne sto a casa, mi rilasso..."
"No, no. Va bene così. Però provaci a lasciarti andare, ti farà bene, vedrai"
"Non ne sono convinta, ma ok. Vediamo che ci riserva la serata"
"Già meglio"
"Tu che ti metti?"
"Pantaloncino nero di pelle, top a maniche lunghe con la schiena scoperta e tacchi. Che te ne pare?" disse lei tutta soddisfatta della sua scelta.
"Sempre sexy e come dire... che cattura l'occhio"
"Esatto!"
"Sei incorreggibile"
"Tengo attiva la tua vita ahaha"
"Pure troppo visto che già iniziano con le feste"
"Facciamo così, vengo da te un'ora prima di uscire e troviamo qualcosa nel tuo armadio"
"Mi arrendo, va bene. Ti aspetto, a dopo"

Emma accese la musica e si rilassò un po' sul letto. Passò il pomeriggio a finire alcuni compiti e a studiare le materie per il lunedì.

Mattia si era chiuso in camera, musica a palla e il mondo fuori. Aveva avuto la solita lite con il nuovo marito della madre che cercava di intromettersi nella sua vita e di conseguenza anche con la madre che non aveva mai una parola buona per lui. Voleva solo gridare, gridare al mondo che così non poteva andare avanti.

M'immersi nella vasca, dovevo rilassarmi prima di essere tirata in mezzo alla solita "movida", da Chiara. Mi truccai un po', asciugai i capelli e ancora in accappatoio, andai ad aprire che avevano suonato alla porta, era già arrivata "l'anima della festa".
"Ecco la tua salvatrice di stile per questa serata"
"La mia rovina, vorrai dire"
Alzò gli occhi al cielo "andiamo" mi spinse per le spalle fino in camera mia "Bene, iniziamo" e cominciò a passare in rassegna tutto quello che avevo nell'armadio.
"Ma perché, questo pantalone nero e un top, non sono sufficienti?"
Un sguardo fulminante fu la risposta.
"Ecco! Ho trovato" sbandierò un vestitino davanti a me
"Dai, no... Praticamente non lo metto mai"
"Appunto! Avanti, provalo"
Infilai quel vestitino nero, corto, leggermente brillantinato, con la gonna morbida e le maniche lunghe.
"Stai da Dio!"
"Non è troppo?"
"Ma che dici!! Forza, mettici questi tacchi"
"Pure?"
"Non fare la difficile"
"Finisce sempre così..."
"Ok, ora ci siamo. Adesso indossa un sorriso se ti è possibile..."
"Uhm" emisi un suono che era un misto tra un sospiro e un grugnito
"Guarda che stai benissimo, non è esagerato e sei perfetta per una festa"
"Già, è questo che mi preoccupa ahaha"
"Andiamo" mi prese per mano e mi trascinò fuori.
Salimmo sulla macchinetta e ci avviammo.

Eravamo dirette verso l'ennesima festa, probabilmente non conoscevo nessuno oltre a Chiara, a breve sarei stata circondata da alcool e gente ubriaca e invadente.

"Eccoci"
Scendemmo e arrivammo alla porta. Ci aprì il proprietario di casa poi andammo a salutare Micol, la ragazza che conosceva Chiara.
Mi sentivo spaesata in quell'ambiente, niente di quello che mi circondava sembrava appartenermi. All'inizio venni sballottolata da una stanza all'altra dalla mia amica, a salutare quelle che per me erano facce mai viste, tra bicchieri che mi venivano offerti e che lasciavo da qualche parte perché, di certo, non avevo intenzione di ubriacarmi e avere poi un mal di testa infernale. Dopo un po', come sempre, Chiara svanì tra la folla che ballava e saltava a tempo di musica.
Ci provavo a lasciarmi andare, a stare bene, ma proprio non faceva per me tutto quello che vedevo. L'odore di fumo sembrava soffocarmi, mi sentivo schiacciare dalle voci delle persone a da tipi strani che cercavano di attaccare bottone.

Passione o distruzione?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora