2

145 15 6
                                    


La mia visuale era estesa a tutto il treno.

Notai molti neo-primi anni salutare con nostalgia le proprie famiglie e streghe e maghi accalcarsi di fronte alle porte del treno, nell'attesa che si aprissero.

Mia madre mi attirò in un abbraccio ed io strinsi forte gli avambracci attorno alla sua vita per darle un ultimo caloroso saluto e ricambiare il suo gesto iniziale.

Nonostante avessi fatto l'abitudine con il passare degli anni, lasciare la mia casa e la mia famiglia, per periodi anche meno lunghi di questo, mi turbava sempre parecchio. Allontanarmi da posti e persone a me così familiari, ha sempre portato via una certa quantità di sicurezza, che fortunatamente, però, avrei riacquisito con il passare del tempo ambientandomi ai nuovi luoghi.

Una singola lacrima, che riuscii immediatamente ad asciugare senza catturare l'attenzione di mia madre, rigò la mia guancia, prima di allentare la presa da lei.
Il tutto accompagnato da un forte nodo alla gola e senso d'angoscia.

"Manda un gufo appena arrivi, mi mancherai moltissimo tesoro mio". Gli angoli delle mie labbra si alzarono leggermente per mostrare un tenero ed impacciato sorriso.

"Anche tu mamma" ridacchiai imbarazzata.

Io e mia madre ci avvicinammo alle porte aperte del treno.

Le dimostrazioni d'affetto non sono mai state il mio forte, in realtà mi sono mostrata sempre un po' troppo anaffettiva.
Se non eccessivamente. Ma ero io.

Ho sempre mostrato affetto in maniera piuttosto "astratta"?!

—————

Tirai via con me i miei bauli e colma di imbarazzo li trascinai lungo i corridoi dei vagoni, alla disperata ricerca di una cabina libera. Gli occhi delle persone erano tutti su di me, probabilmente incuriositi da un volto nuovo.

Distratta e decisa e trovare velocemente un posto a sedere incespicai erroneamente in una figura sicuramente più alta di me. Non persi tempo a pronunciare: "scusami tanto, non volevo, io-", che la persona torreggiante su di me mi diede una spinta all'indietro ringhiando: "guarda dove metti i piedi, cazzo".
Un ragazzo dai capelli biondo platino e gli occhi di ghiaccio mi schernì.

Si sistemò la veste e prima di voltare le spalle ed andarsene mi squadrò dalla testa ai piedi con uno sguardo disgustato.
Rimasi a bocca aperta per il comportamento sfrontato del ragazzo e sbattei ripetutamente le palpebre dallo stupore prima di ricominciare a muovermi.
Avrei volentieri ribattuto, ma prima che io mi potessi ricomporre era già sparito dalla mia vista.

Stremata e stufa di portar dietro un peso così eccessivo, decisi controvoglia di fermarmi di fronte ad una cabina già occupata, ma con un singolo posto vuoto.

Strinsi la maniglia della porta scorrevole e timidamente affacciai la mia testa all'interno della cabina, rivelando il mio tono ai maghi che la occupavano.

Una ragazza da i capelli castani e crespi alzò subito lo sguardo da un libro che teneva tra le mani, poggiato sulle ginocchia, e incrociò il mio sguardo accennando un leggero sorriso.

'Cominciamo bene direi, no?!' pensai fra me e me.

Mi faceva piacere fare nuove amicizie, anche se non avrei mai azzardato a cominciare io stessa una conversazione con uno sconosciuto.
La mia filosofia sarà sicuramente molto strana e soprattutto discutibile, ma sono sempre stata dell'opinione che se qualcuno fosse stato interessato a conoscermi avrebbe dovuto fare la prima mossa. L'orgoglio e la presunzione scorrono in maniera effettivamente eccessiva nelle mie vene.

In ogni caso, in quel momento, ero alla disperata ricerca di qualcuno di simpatico e gentile con me che magari mi avrebbe invitata a sedere; non volevo e non potevo stare da sola.
Insomma le cabine erano tutte piene!

Le mie labbra si divisero e dissi: "Ei, è libero qui? Sapete, le cabine, sono tutte occupate e ho con me dei bagagli decisamente pesanti. Vi dispiace se prendo posto con voi?"

Fu in quel momento che l'iniziale e leggero sorriso della ragazza si ampliò mentre lei accarezzava e picchiettava con la mano il posto libero tra lei ed un ragazzo dai capelli rossi, che mi sembrava familiare, invitandomi a sedere.

Ricambiai il suo gesto con un sorriso e presto sistemai i miei bagagli e mi accomodai sul sedile.

Scrutando attentamente l'ambiente circostante, i miei occhi si fermarono sui due ragazzi accanto e di fronte a me e su una figura decisamente di età maggiore alla mia, che era rannicchiata sotto una coperta malconcia.

La chioma riccia e folta scattò in alto ed esordì dicendo: "Io sono Hermione Granger, piacere. Tu sei?"
"Y/n Smith, piacere mio" sorrisi allungando la mano per stringerla ad Hermione.

Quasi subito dopo, intervenirono all'unisono i due ragazzi: "Io sono Ronald Weasley, ma puoi chiamarmi Ron", "Io mi chiamo Harry, Harry Potter".
Sgranai per un momento gli occhi all'ultimo nome.
"Quell'Harry Potter?"pronunciai.

Annuì imbarazzato, le sue gote si colorirono leggermente ed io intuii al volo che, essere al centro dell'attenzione per la fama del suo nome non lo mettesse a proprio agio; perciò decisi di non fare ulteriori domande.

Non persi tempo a stringere la mano al corvino e allo zenzero, desiderosa di fare amicizia con il trio.

Mi misero subito a mio agio ed io feci lo stesso con loro. Cominciammo a parlare del più e del meno ed improvvisamente venne fuori una domanda in particolare.

"In che casa ti piacerebbe essere smistata Y/n?" interrogò con aria incuriosita Harry.

———

A\N:
fatemi sapere se i primi capitoli vi piacciono, sono consapevole di avere un pubblico ancora molto piccolo ma mi farebbe piacere conoscere il vostro parere!!
Secondo voi in quale casa vorrebbe essere smistata e soprattutto cosa ne penserà il cappello parlante??!

𝑐ℎ𝑜𝑖𝑐𝑒𝑠. || Draco Malfoy X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora