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Quella domanda mi portò a riflettere.

A Beauxbaton la mia casa era OMBRELUNE.

Andavo d'accordo con i miei compagni di casa e facevo altrettanto con i componenti delle altre; i professori e i corsi da seguire non sarebbero stati eccellenti ed esaustivi come quelli ad Hogwarts, ma non potevano essere né tantomeno considerati pessimi.

A mancare non erano i pregiudizi però.

Astuzia, logica, ambizione e curiosità erano le caratteristiche principali degli studenti in Ombrelune ma in troppi ribadivano e sostenevano fermamente che questi ultimi fossero esclusivamente manipolatori, freddi, calcolatori e avversi all'irrazionalità.

Non sempre era così: non avrei negato di possedere molte, se non tutte, delle qualità richieste, ma ciò non implicherebbe il fatto che le avrei usate per scopi malvagi o che, addirittura, avrebbero potuto nuocere gravemente a qualcuno.
Nonostante tendessi spesso a non dimostrare affetto, sarei stata fedele e leale a chiunque tenessi ed una volta affezionatami a qualcuno avrei manifestato, a modo mio, il sentimento.

Ciò che più mi turbava era, quindi, che i ragazzi sarebbero rimasti delusi dalla mia personalità e che, di conseguenza, li avrei persi ancor prima di averli conosciuti bene.

Nonostante ciò, in quelle poche ore di conversazione avevo potuto constatare la bontà e la gentilezza dei tre e mi sarei potuta definire quasi del tutto sicura che non mi avrebbero giudicato per nessun motivo.

Uscii dai miei pensieri pronta rispondere alla domanda di Harry, quando il treno cominciò a perdere velocità.

La pioggia s'infittì e d'improvviso ci fermammo con sussulti e scossoni che fecero cadere tutti i bagagli; le luci si spensero e su di noi cadde l'oscurità.

I nostri corpi si raffreddarono, deboli e tremanti come foglie.

La porta dello scompartimento si spalancò di scatto ed una figura ammantata, terrificante e spettrale, alta fino al soffitto, si inoltrò nella nostra cabina ponendosi faccia a faccia con il corvino.

I nostri corpi vennero pervasi da un freddo gelido e fu come se fossimo stati privati di qualunque tipo di emozione.

L'essere era un Dissennatore.

Ne avevo sentito parlare ultimamente. Erano creature oscure impiegate dal Ministero della Magia nella guardia della prigione di massima sicurezza di Azkaban.

Prigione di massima sicurezza, si; così di massima sicurezza che giorni prima uno dei criminali più pericolosi che aveva sorvegliato nell'ultimo decennio, Sirius Black, era riuscito a scappare.

Ancora quasi del tutto incosciente, mi accorsi del rapido movimento dell'uomo che fino a pochi minuti prima riposava beatamente, sotto una coperta logora.

Durante il viaggio arrivammo alla conclusione che quest'ultimo potesse essere il nuovo professore di DCAO: professor R.J. Lupin, era inciso sulla sua valigetta consunta tenuta insieme da una gran quantità di spago, avvolto accuratamente attorno ad essa.

"Restate dove siete!" dichiarò in maniera decisa alzandosi dal posto sul quale riposava, tenendo davanti a sé una manciata di fiammelle alimentate dalla sua bacchetta.

Seguimmo il suo ordine.
D'altro canto non avremmo potuto fare diversamente, poiché non in grado di muoverci.

Il respiro di Harry sembrò mozzarsi e l'essere di fronte a lui parve aver voluto risucchiare qualcosa in più della sua stessa aria; addentrandosi nel suo cuore.

"Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello. Vai via" intervenne prontamente il professore in difesa.

D'improvviso fu come se il ragazzo fosse stato liberato da una stretta presa e, quando il Dissennatore abbandonò la sezione, cadde malamente sul freddo pavimento.

Nonostante le mancate forze, ci affrettammo a raggiungerlo a terra, schiaffeggiandolo nel riuscito tentativo di risvegliarlo.

Quando si rialzò era ancora stordito e spaesato e con nostra sorpresa ed incredulità accusò di aver sentito delle urla di una donna.
Un'ignota a lui stranamente familiare, però.

Lo assicurammo del contrario e prima ancora che potessimo dire altro, l'insegnante porse a tutti un noi un pezzo di cioccolato.

"Tenete. Mangiate, vi farà bene" disse annuendo con sicurezza.

Harry, probabilmente all'oscuro dell'argomento domandò:" che cos'era quella cosa?"

"Uno dei Dissennatori di Azkaban" rispose secco.

"Mangiate. Vi farà bene". ribadì una seconda volta guardando i pezzi di cioccolato nelle nostre mani, ancora intatti.

"Devo andare a parlare col macchinista, scusate" terminò prima di congedarsi.

Ricomponendoci ed aiutando Harry a rialzarsi, ci sedemmo nuovamente, aspettando con impazienza per i seguenti 10 minuti che il viaggio terminasse; per poter finalmente varcare le porte del castello.

𝑐ℎ𝑜𝑖𝑐𝑒𝑠. || Draco Malfoy X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora