La nuova cameriera, una certa Ally, mi venne a chiamare per il pranzo. Quella mattina avevo saltato la colazione e, sinceramente, anche in quel momento la voglia di mettere qualcosa sotto i denti era poca. Perciò rimasi a letto, disperso nei miei pensieri. Nell'ultimo anno ero dimagrito parecchio, al punto che la cameriera mi credeva malato. Ovviamente non lo ero, o almeno non credevo di esserlo. La ragione per cui non mangiavo era tutt'altra: restare chiuso nella mia stanza mi impediva di avere contatti con le persone nel mondo esterno, oltre al fatto che non volevo che mio zio e mio padre mi vedessero avere uno dei miei, ormai abituali, attacchi di panico.
Un'altra settimana passò senza impedimenti, lasciandosi dicembre alle spalle. Appena sveglio passai da Malik, poi mi richiusi in camera. Quella notte ero rimasto sveglio a leggere, perciò non esitai ad addormentarmi appena toccai le calde coperte del mio letto. Anche in quel momento feci un sogno, ormai era diventata un'abitudine giornaliera.
<<Come mai dormi a quest'ora?>> mi chiese la voce del ragazzo. "Come mai tu qui a quest'ora? Pensavo fossi un tipo nottambulo" gli dissi di rimando, accennando un sorriso che probabilmente mi fece sembrare guercio, nonostante pensassi che non mi vedesse. <<Oh, io sono sempre qui. In un certo senso è casa mia>>. "La mia mente è casa tua?". <<In un certo senso sì>>. Quella sua risposta mi fece arrossire, nonostante avessi cercato di controllarmi. "In... in che senso?". <<Non spetta a te saperlo>>. Stavolta fu lui ad arrossire, in qualche modo lo seppi. "Dimmi, perché siamo qui? So che c'è un motivo". In quel momento provò paura, probabilmente iniziò a tremare. <<Potrebbe non piacerti la mia risposta>>. "So che non mi piacerà. Avanti". <<Il potere dello Spirito Ombra aumenta sempre di più, ho paura che entro pochi giorni non riuscirò più a tenerlo a bada. Suppongo tu sappia cosa significa>>. Quelle parole mi lasciarono senza fiato. Non poteva essere. Non anche lui. "Spero di sbagliarmi...". <<No, non ti sbagli. Lo farei io ma non ne sono in grado. Devi liberare lo spirito, e c'è un unico modo per farlo>> mi interruppe. "Non lo farò. Mi rifiuto". <<Will, ti prego. Non capisci che se non lo fai ci sarà una strage di massa? Nei cuori delle persone rimarrebbero solo ira, avarizia, invidia, superbia, gola, accidia e lussuria. C'è un motivo se sono chiamati peccati capitali. Anche tu potresti...>> le lettere gli si bloccarono in gola. Sapevo bene cosa intendesse; uno dei due sarebbe dovuto morire. <<Will, ti scongiuro. Tu puoi ancora sfruttare il tempo che ti rimane, ma io... questa non è vita>>. "Ci penserò". <<Will...>>. "Hai avuto la mia risposta, non cambierà facilmente". Sentii che una lacrima gli solcava il viso ossuto. Chiuse la comunicazione subito dopo.
Mi svegliai in un mare di sangue. Mi tastai lo stomaco, non c'erano fori o segni di morte. Quel sangue non era il mio. Mi alzai, accorgendomi che la traccia rossa continuava fino alla porta, poi fuori dalla stanza. Seguii la scia fino alla porta principale del castello. Inizialmente non riuscii a riconoscere il cadavere e, effettivamente, non lo riconobbi mai. Nico comparve davanti a me, impedendomi di vedere la sagoma distesa a terra. Era circondato dal suo personale buco nero, probabilmente creato dallo Spirito Ombra. Sul suo viso scorrevano lacrime nere, come d'inchiostro. Gli occhi completamente neri in contrasto con la pelle bianca. Iniziò a camminare verso di me con la mia spada in mano. Non la impugnava come se volesse usarla, bensì offrirla. <<Ti prego, Nico>>. Continuava ad avanzare imperterrito, con il falso-inchiostro che gli bagnava le labbra. Le gambe mi cedettero e mi inginocchiai ai suoi piedi, sperando che usasse quell'arma contro di me. Invece si accasciò davanti a me, poggiando la spada in modo che fosse l'unica cosa che ci potesse dividere. Mi prese il viso con una mano e lo alzò in modo da vedermi chiaramente negli occhi. Poi cercò di sorridere e, con un cenno del capo, indicò la lama. <<Will, non abbiamo scelta>>. Impugnò l'elsa e allungò il braccio verso di me. Strinsi la sua mano nelle mie, abbandonandomi al destino. Le lacrime non poterono resistere ancora, iniziarono a sgorgare senza controllo dai miei occhi. Al mio tocco la lama della spada emise un bagliore argenteo, come d'una stella in piena notte. Mi persi per l'ultima volta negli occhi di Nico, poi lo pugnalai dritto al cuore. <<Sei l'unica persona che sia mai riuscito ad amare>> queste furono le sue ultime parole, prima di spirare tra le mie braccia. <<E tu eri il mio Raggio di Sole>>. Per un attimo che sembrò infinito le mie labbra si posarono sulle sue. Ma non durò a lungo. Lo abbandonai ai Campi Elisi e strinsi l'elsa della mia spada. La conficcai nel centro della mia cassa toracica, spingendo la lama fino ad uscire dalla schiena. Finalmente avrei ritrovato le persone che amavo e nessuno avrebbe potuto impedirlo. Mentre il mio ultimo respiro mi abbandonava sentii una voce, la voce di mio padre che chiamava il mio nome. Era tardi ormai, le sue parole non avrebbero più avvelenato i miei pensieri. Finalmente, dopo anni di dolore, vedevo la luce. Dietro la soglia le persone che avevo perso mi aspettavano a braccia aperte.

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Il Diamante Nero
TerrorUn horror inquietante più che spaventoso, con colpi di scena, Solangelo a volontà e tante scene citte. Cosa si può chiedere di più? (modestia tantissima) Bocciuolo raggiante tremante impaurito