Capitolo 3

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“Cara Annie,
oggi ti ho portato dei fiori, spero ti piacciano anche se tu non puoi vederli in questo momento. D'ora in poi penso che te ne porterò più spesso. Questa stanza è così spoglia, è deprimente. Penso che anche tu la penseresti così. I fiori danno un po' di colore. Isabel mi ha consigliato dei Non-ti-scordar-di-me. Hanno lo stesso colore dei tuoi occhi. Mi ha detto che, com'è intuibile, questi fiori siano un invito a non dimenticare.

Trovo sia un significato molto utile. Non so quando ti sveglierai. Nè se lo farei a dire il vero. Però non voglio dimenticarmi di te. Forse tra un anno ricorderò ancora la prima volta che ci siamo incontrati in biblioteca. Forse tra due anni non ricorderò più che libro lessi quel giorno. Forse tra cinque non ricorderò di cosa parlammo. Tra dieci mi ricorderò soltanto che siamo stati in biblitoeca assieme. Io però non voglio dimenticarti, Annie.

Sempre tuo, Armin”

Sempre tuo, Armin”

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Era giugno. Era trascorsa una settimana dal termine delle lezioni, ma Armin avrebbe continuato a studiare ance durante il periodo estivo, soprattutto per recuperare quanto saltato durante quasi un mese di assenza. Il mese di maggio era stato devastante. Non avrebbe potuto usare altre parole per descriverlo. La scuola era l'ultimo dei suoi pensieri. Aveva già organizzato una fitta agenda su cui aveva annotato tutti i compiti, gli argomenti da recuperare e le date in cui avrebbe incontrato i suoi amici in biblioteca per svolgere alcuni lavori di gruppo. Quel giorno però non lo avrebbe dedicato allo studio. Sentì il suono del campanello e scese immediatamente. Doveva trattarsi di Jean. O forse di Mikasa. Sperava non fossero arrivati entrambi nello stesso momento, dato che non li aveva avvisati in anticipo delle rispettive presenze. Sperava ancora di più che Mikasa non avesse deciso di portare con sé Eren; Armin si ricordava che quel giorno Eren volesse andare a giocare a calcio con Connie al parco.

Armin scese velocemente i gradini, dopo aver afferrato il proprio zaino. Come temeva, i suoi due compagni erano arrivati contemporaneamente. Jean evitava lo sguardo di Mikasa. A quanto ne sapeva Armin, un tempo l'amico aveva avuto una cotta per la ragazza. Anche Mikasa evitava lo sguardo di Jean; non avrebbe saputo cosa dirgli, un “condoglianze” le sembrava eccessivamente gelido, considerata la loro amicizia. Lasciò che fu il biondo a interrompere il silenzio.

“Andiamo? Vi ricordate la strada per arrivare al negozio?”

Jean annuì. Mikasa scosse la testa. Non sapeva quanto frequentemente Jean si fosse affidato ai consigli di Isabel riguardo quali fiori acquistare. Si premurava che nessuno lo scoprisse e la fioraia gli aveva promesso di mantenere il segreto, fingendo di non capirne il motivo.

Seguirono la strada più lunga per raggiungere il negozio. Volevano evitare l'area residenziale della cittadina. Si fermarono a osservare le vetrine dei pochi negozi presenti in centro. Udirono il suono delle campane allo scoccare delle tre. Alcuni bambini giocavano a campana nello spiazzo di fronte alla chiesa. Ad Armin tornò in mente come fosse fare lo stesso quando lui, Mikasa ed Eren erano bambini. Mikasa si fermò ad osservare le locandine affisse sul muro del cinema nella speranza di trovare qualche film interessante da proporre ad Eren. Jean non sembrava prestare attenzione a quanto lo circondava, intento ad ascoltare la musica trasmessa dai suoi auricolari. Accorciando la distanza tra lui e Jean, Armin riuscì a riconoscere delle parole francesi uscire dalle cuffie del ragazzo, però non riconobbe la canzone. Mikasa nel frattempo li raggiunse e ripresero a camminare in direzione del negozio, di cui ormai riuscivano a distinguere chiaramente l'insegna. Superando il piccolo ristorante, Niccolò li salutò con un gesto della mano, a cui risposero con altrettanta cortesia.
Isabel li accolse sorridendo, mentre finiva di sistemare alcuni vasi. Farlan non esitò a seguire l'esempio della ragazza, lasciando il proprio posto alla cassa.

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