VII

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Quella sera aveva suonato al campanello una persona ed ero andato ad aprire il portone. Mi ritrovai una persona molto stramba, con dei vestiti che valevano almeno il doppio della sua taglia, occhi azzurri come il mare del posto e capelli biondi tendenti ad un colore abbastanza scuro. Dopo un po' mi era ritornato in mente una persona simile a lui, di questa estate, ma non avevo osato dire con certezza che fosse veramente esso.

"Salve, qual buon vento la conduce nella mia umile dimora?"

"Pietroo! Dai, non mi riconosci? Sono Federico! "

In quel momento la mia mente ferrea riprese il sopravvento e dominò sul mio "alzheimer" precedente.

"Ah si! Come stai vecchio mio? Non ti ho visto da nessuna parte oggi"

"Eh lo so, ma come ben sai il tempo non era dei migliori, aspettavo solo il momento in cui la "tempesta" si diradasse d'intensità. Ero venuto a sapere già dall'altro ieri che tornavi qui per le vacanze di Natale e non ho esitato a cogliere il momento, come puoi notare." 

"Certo, mi fa un enorme piacere averti ritrovato! Andiamo a fare un giro?"

"Ci sto."

Fu così che dopo aver avvisato i miei ed averli convinti di uscire di casa a sera quasi finita, ero andato a fare una passeggiata con Federico. Era un amico con la quale questa estate non avevo legato tantissimo, tuttavia è stato l'unico a presentarsi vivo in mia presenza in paesino e mi aveva fatto davvero piacere. Ci raccontammo nuove esperienze, anche quelle già ripercorse, fino a perderci in collegamenti su collegamenti. Era una di quelle persone con cui provavi gusto a chiaccherare, perchè sapeva controrispodermi nel modo più adeguato possibile. Ma il top dei top era sempre stato Fausto, con le sue ingegnerie future e la sua intelligenza sapeva raccontarmi nozioni su nozioni. Ancor più sul tardi, avevo deciso di tornare a casa per evitare gente paonazza che, dato l'orario e le attività serali precedenti, voleva giocare "leggiadra" ad "uccidi a suon di sprangate il primo che vedi".  La mattina seguente mi alzai al solito orario, ma decisi di tornare ai primordi della mia infanzia, ricordandomi i momenti in cui ero con i miei cugini a raccogliere le conchiglie. Spesso vinceva chi trovava la conchiglia di volume più grande, non tanto quelli che tenevano quella esteticamente più guardabile. Così mi ero avviato, anche se non era il massimo imbottirsi con tanto di giacca e doppio strato di jeans per non prendermi un accidente in spiaggia, sebbene tutto questo rendesse il rapporto stagione-luogo ancor più nostalgico. Per la prima mezz'ora avevo trovato pochissime conchiglie da raccogliere, non che la cosa mi interessasse più di tanto, dato che lo era solo nel momento in cui sfidavo qualcuno. Poco dopo, con estrema sorpresa, avevo visto in lontanza una sagoma di una persona, non ancor ben definita, che mi veniva incontro e passeggiava anch'essa sulla riva gelida.

Io, la natura e il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora