23. Resta.

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"Dopo arrivi tu
e nei tuoi occhi blu, eh
trovo la paura che ho di innamorarmi.
Tiro su una nube,
fatta dalle scuse che mi invento
solo per non avvicinarmi."
🌤🌤🌤

"🌤🌤🌤

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2020

Ho già sentito questa sensazione dentro il petto. L'ho già provata e non mi piace affatto, poiché somiglia tanto a ciò che ho provato la prima volta in cui Chris mi aveva detto di voler troncare il nostro rapporto.
Tutto è così diverso da allora eppure mi sembra di rivivere una sorta di déjà-vu in cui Chris mi ignora ed io ne risento. Siamo andati a mare tutti insieme, tutti eccetto la sua amata Ginevra, che a quanto pare doveva sbrigare delle commissioni con i suoi genitori.
Cerco le sigarette dentro la borsa e quando le trovo getto un sospiro di sollievo. Ho bisogno di stare calma, di rilassarmi e di fingere che lui non esiste.
Non c'è alcun Christian Romano disteso su un telo ad appena un metro da me che mi ignora palesemente. Non c'è. Non c'è. Non c'è.
E invece c'è e le sue parole continuano a riecheggiare nella mia testa.
"Non osare alludere al fatto che io possa essere geloso di te", lo aveva detto con un tale ribrezzo nella voce e con un tale disgusto che per un attimo, uno soltanto, avevo desiderato scomparire. Lo aveva detto come se lo avessi accusato di aver ucciso una persona. Per non parlare degli aggettivi che mi aveva affibbiato. "Stronza", "insensibile" e "bugiarda".
Va bene, ammetto che a lui avevo mentito parecchie volte in passato, quindi il "bugiarda" me lo meritavo. Ma "stronza" e "insensibile"?
Col cazzo che mi merito quelli. Lui è stronzo ed insensibile per avermi parlato in quel modo, in un momento in cui, palesemente, già non stavo bene e avevo preferito isolarmi per non dover riaprire delle ferite che stavano ancora finendo di rimarginarsi.
Vorrei tanto dirglielo, che lo stronzo insensibile è lui. Che per giunta ora mi sta appiccicato senza però rivolgermi la parola neanche per sbaglio, giusto per ribadire che per lui non esisto.
Ciò che sta facendo mi sa tanto di: "Ehi, stronza insensibile, guarda un po' come riesco a starti vicino pur essendo lontano anni luce".

- Giulia -, mia cugina richiama la mia attenzione mentre esce dall'acqua tutta sorridente. - Dice Matteo di venire a fare anche tu un bagno! -, aggiunge una volta arrivata a qualche metro da me.

- Mi fumo una sigaretta e arrivo anche io. -, la rassicuro.

I capelli biondi di Francesca, legati da una pinza per non bagnarli, risplendono sotto i raggi del sole, che conferisce loro dei bellissimi riflessi dorati. Rimango ad osservarla per qualche istante, mentre accendo la sigaretta e mi sposto leggermente per evitare che il fumo finisca addosso a Mr. Indifferenza. L'ho invidiata tante volte, mia cugina. Lei è quel tipo di persona per le quali le altre persone stravedono e farebbero di tutto. Lei è il mio esatto opposto: gentile, genuina, solare, amichevole e sincera. Con i suoi occhioni castani da cerbiatta riesce ad infondere calma e tenerezza a chiunque, anche a me.

- Dovresti prendere esempio da Francesca -, è la prima frase che mi rivolge Chris dallo scorso sabato ed è come se mi avesse appena letto i pensieri.

Espello il fumo dalla bocca. - Stavo giusto pensando la stessa cosa -, ammetto e forse questa cosa lo sorprende perché cambia posizione e si mette a sedere sul telo.

- Perché stavi pensando ad una cosa del genere? -, domanda con tono disinteressato.

Mi volto verso di lui e gli accenno un sorriso. - Ho pensato alle tue parole. Forse anche più del dovuto. Sono giunta alla conclusione che nessuno avrebbe mai osato dire qualcosa di simile a Francesca. Nessuno l'avrebbe mai guardata con lo stesso disprezzo che mi hai riservato l'altra sera. Nessuno avrebbe potuto farlo perché lei è una bella persona. - Forse questa è una delle poche volte che sono completamente sincera con lui e deve averlo intuito, perché strabuzza i suoi bellissimi occhi.

Chris tende il braccio completamente tatuato verso di me. - Giulia, però non fare così...-, dice improvvisamente tutto allarmato e non ne capisco il motivo.

- Così come? Ti sto solo dicendo quello che penso in realtà. -, affermo, continuando a non cogliere il motivo della sua espressione turbata.

- D'accordo, ma non voglio che piangi. L'altra sera ero incazzato con te e ho detto delle stronzate. Non dovevo aggredirti in quel modo e darti della troia, mi dispiace. Non è vero che sei stronza ed insensibile. -

La sua mano enorme raggiunge il mio viso, asciugando delle lacrime che non sapevo neanche di star versando. Rimango immobile per qualche istante e poi sono io a fissarlo stranita. Non appena si accorge di quello che sta facendo, allontana la mano di scatto, quasi come se si fosse appena ustionato. Eppure quella ad essersi appena bruciata sono io, con la cenere della sigaretta che mi sono dimenticata di scrollare a causa del suo tocco improvviso.

- Perché eri arrabbiato con me? -, domando una volta recuperata la voce. Vorrei non essere così nervosa mentre attendo una risposta da parte sua, ma non ce la faccio.

- Non lo so. -, dice infine e so che questa volta è lui a mentire, perché sta distogliendo lo sguardo.

- So che stai mentendo, Chris, ma non insisterò perché tu mi dica la verità, non sono esattamente nella posizione di poterlo fare. Sappi solamente che non ho intenzione di prendere in giro Matteo. Sono stata chiara con lui, non sono interessata in quel senso, non ancora almeno. - Non so perché, ma ci tengo ad informarlo di come stanno i fatti.

- E lui che ti ha risposto? -
- Mi ha detto che gli piaccio. Così, su due piedi. - sorrido al ricordo di quanto accaduto giusto ieri. - Per un attimo mi ha ricordato te. Me lo dicevi sempre nei momenti meno opportuni ed io non sapevo mai come rispondere. -
- Certe cose vanno dette...-
- Sì, sì, lo so. Altrimenti le persone rischiano di farsi strane idee, fraintendere o allontanarsi. Me lo ricordo ancora. - Lo scimmiotto e finisco la frase che so per certo avrebbe detto.

Chris scoppia a ridere e scuote la testa. - Sei assurda, riesci ancora a sorprendermi. - Le fossette spuntano ai lati delle guance e per qualche momento rimango imbambolata innanzi allo spettacolo che è il suo sorriso.

Decido che questo scambio di battute è stata più che sufficiente per far sì che io resti sveglia a pensarlo per le prossime due notti, dunque, getto il mozzicone oramai spento in una bustina che stiamo usando come spazzatura e mi alzo, pronta ad andare a fare il bagno.

Matteo scorge la mia figura e mi sorride da lontano. Urla qualcosa, ma non riesco a decifrare bene cosa. Sto sfilando la canotta quando la voce di Chris, nonostante sia appena udibile, mi rimbomba in testa più forte che mai.

- Resta. -
- Hai detto qualcosa? -, domando, nel caso in cui io abbia avuto un'allucinazione uditiva.
- Resta ancora un po' a parlare con me. -, propone, guardandomi speranzoso.
- Perché invece non vieni anche tu a fare il bagno? -
- Perché non parlavamo così da tantissimo tempo e so che una volta insieme agli altri non parleremo più. -

La sua risposta mi spiazza.
Alla fine resto.

Autrice:
Saaalve a tutte! Come state? Spero bene.
Volevo informarvi che ho creato un account Instagram per cercare di essere più vicina a voi e aggiornarvi sulle storie che pubblico.
Se vi va di seguirmi, mi chiamo "alexandria_lewis_writer".
Passando al capitolo, vi è piaciuto?
Fatemelo sapere con un commento o con un voto!

Un abbraccio e buona Pasqua.
Alexandria Lewis

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