28. Ci conosciamo già...o forse no.

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"Almeno adesso che siamo seduti qui,
Perché non me lo dici,quello che vuoi da me?
Cosa vorresti che...
Cosa vorresti se...
Se tu potessi avere, tutto quello che c'è?"

Se tu potessi avere, tutto quello che c'è?"

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2020

Chris

«Adesso mettimi giù», commenta Giulia, distogliendo lo sguardo e iniziando a muoversi, come se non mi avesse appena detto che ha paura che io possa spezzarle nuovamente il cuore.

Faccio come mi dice, più o meno...la metto giù, insieme a me però. Mi siedo sulla sabbia con lei ancora in braccio e la tengo stretta in modo che non possa divincolarsi dalla mia presa.

«Cosa stai facendo?», domanda alzando un sopracciglio esternando così il suo dissenso.

«Mi hai detto di metterti giù ed io l'ho fatto», un sorriso impertinente fa distendere le mie labbra.

«No, Chris. Intendo questo», indica entrambi con l'indice. «Cosa stai facendo? Cosa stiamo facendo?», me lo chiede con la paura di chi conosce la risposta e non le piace.

Non ne ho idea. Non so cosa sta accadendo tra di noi. Ci comportiamo come due persone che si stanno frequentando ma in realtà vorremmo convincerci a fare l'opposto, a lasciarci andare una volta per tutte.

«Ci stiamo conoscendo.»
«Ma noi ci conosciamo già», ci tiene a far notare, come se non lo sapessi già.
«Sbagliato», la correggo. «Noi ci conoscevamo. Sono passati cinque anni. Ci sono tante cose che possono essere cambiate.»

Giulia sembra pensarci un attimo, dopodiché si trova costretta ad annuire e a darmi ragione.

«Tu però non sembri essere cambiato, hai solo più tatuaggi e sembri più alto», constata.
«Vorrei poter dire lo stesso di te», mi sfugge ancora prima di rendermene conto.
Giulia aggrotta le sopracciglia e mi lancia uno sguardo di fuoco. «Non sono cambiata poi così tanto», afferma essendo consapevole di star mentendo.

Vorrei potesse vedersi attraverso i miei occhi e attraverso i miei ricordi. Solo così, forse, si renderebbe conto del suo cambiamento. Non solo estetico ma anche nei modi di fare. La Giulia che ho davanti è più sicura di sé, ha preso il vizio del fumo, ride di più ma si tratta di risate di circostanza, fasulle, ben lontane da quello che so essere il suo vero sorriso. La Giulia che mi fissa con i suoi bellissimi occhi azzurri, rimasti immutati, è più schiva, diffidente e stronza che mai. La sua corazza è stata rafforzata e sembra invalicabile.

«Facciamo che mi racconti un po' di te ed io un po' di me. Diciamoci cos'è cambiato negli ultimi anni e poi tiriamo le somme», propongo.
«Cosa vuoi sapere di preciso?», chiede incuriosita.

Quando e con chi hai perso la verginità, ad esempio.
In quanti ti hanno sfiorata, fatta godere?
Lo penso ma non lo dico perché se lo facessi, penserebbe che sono interessato solo al sesso. Non che io non abbia fatto pensieri impuri su di lei, li facevo quando aveva diciassette anni, figuriamoci adesso. Ci sono un'infinità di domande che mi passano per la testa e fatico a sceglierne una che non la faccia mettere immediatamente sulla difensiva.

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