2. Le bugie hanno le gambe corte, o forse no.

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"E c'hai quel...
non so che.
Di chi ha tutti gli occhi
su di sé."

⛅⛅⛅

2015

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2015

Sento la suoneria del mio cellulare provenire dalla borsa del mare. Mi scuso con i miei amici e smetto di giocare a pallavolo per andare a rispondere. Magari serve qualcosa ai miei genitori, o magari è Federica che mi domanda se posso andarle incontro lungo la spiaggia in modo che possa guidarla direttamente sotto il nostro ombrellone.

Non appena vedo il mittente non posso non restare sorpresa.
Il nome di Christian Romano illumina il display e mi lascia dapprima pietrificata e successivamente confusa.

«Christian?», rispondo titubante, convinta che non mi abbia chiamata volutamente.

«Ehi, che stai facendo?» domanda invece, con la tranquillità di chi ha chiamato proprio la persona giusta.

Mi guardo intorno, come se non sapessi cosa rispondere. Sento il rumore del vento e delle onde infrangersi in lontananza anche dall'altro capo del telefono.

«Sono a mare e tu?», dopo un'eternità riesco a mettere insieme una frase.

«Anche io, dove di preciso?», sembra curioso e oserei dire eccitato all'idea di essere non troppo distante da me.

Scuoto la testa, mi passo le dita tra i capelli ancora umidi e mi do della stupida.

«Vicino al lido Il Delfino...» non riesco neanche a finire la frase perché mi interrompe.

«Sto arrivando», dice per poi staccare.

Mi faccio assalire dall'ansia senza neanche saperne il motivo. Le guance mi vanno a fuoco, non so che fare e mi vergogno a farmi vedere in costume da lui. Torno a giocare a pallavolo sperando che magari lui stesse scherzando.
Circa venti minuti dopo però, Christian Romano fa il suo debutto in spiaggia sotto lo sguardo sognante di tutte le mie compagne di classe e delle altre ragazze nei dintorni.

Un paio di Ray-Ban neri gli proteggono gli occhi dal sole, porta una canottiera dei Cavaliers e un costume a pantaloncino blu.
Cammina con una fierezza invidiabile, il telo poggiato con noncuranza su una spalla e l'ombrellone sottobraccio. Noto che si sta guardando intorno, probabilmente mi sta cercando, ma io faccio finta di non essermi accorta della sua presenza fin troppo ingombrante e continuo a giocare.

Tutto fila liscio, finché non mi sento afferrare dalla vita e mancare la terra sotto ai piedi.

«Che cosa stai facendo?» domando stizzita.

Chris prende la rincorsa e getta entrambi in acqua, provocando un gran tonfo. Riesco a riemergere in superficie solo perché lui ha lasciato la presa.

Respiro affannatamente mentre lui se la ride e non è per niente affaticato perché ancora riesce a toccare tranquillamente il fondo marino con i piedi, senza neanche doversi mettere sulle punte.

«Sei impazzito?» dico con sgomento, nuotando verso la riva.

«Ora almeno sai quali sono le conseguenze quando fingi di non vedermi», sorride divertito facendomi l'occhiolino.

Sento il viso andare a fuoco. Non credevo che se ne fosse accorto.
«Io davvero non ti avevo visto», mento, distogliendo lo sguardo e mordendomi nervosamente l'interno della guancia.

«Ah, quindi qui abbiamo una piccola bugiarda. In effetti le gambe corte non ti mancano.» Ridacchia.

Lo guardo in modo torvo mentre cammina verso di me. Resto immobile a osservarlo in tutta la sua imponenza. È così alto che mi incute timore.

Ma cosa vuole uno come lui da una come me?

Questa domanda mi frulla in testa soprattutto adesso che la realtà mi prende a schiaffi in faccia.
Siamo due poli opposti, io e Chris.
Lui ha un fisico statuario, da atleta, sembra abbastanza sicuro di quello che vuole dalla sua vita, ha già esperienza in quanto a relazioni e ha un carisma così potente che potrebbe far cadere ai suoi piedi chiunque.
Dal canto mio, ho iniziato solo da qualche mese ad allenarmi e solo perché la palestra appartiene a mio cugino Giovanni, sono piena di smagliature, di insicurezze.
Faccio ancora il liceo e non ho la più pallida idea di cosa vorrei fare in futuro. Ho avuto una sola relazione – tralasciando il mio primo fidanzatino alle medie – ed è anche finita abbastanza male.
Lui è il sole, io sono a malapena uno spicchio di luna.
Chris ama stare sotto i riflettori, gli piace avere gli occhi addosso perché è bello, è intrigante e sa di possedere queste qualità.
Io a volte vorrei solo sparire pur di evitare le occhiate indiscrete delle persone.
E stare vicino a qualcuno che per il solo fatto di essere alto due metri attira l'attenzione di tutti, non è proprio il massimo per una come me che preferisce passare inosservata.

«Cosa vuoi da me?», trovo il coraggio di domandare.

Si limita a guardarmi con i suoi occhi verdi con qualche pagliuzza castana e a sorridere. Si avvicina sempre di più, costringendomi a indietreggiare per riuscire a guardarlo in volto senza che mi venga il torcicollo. Poggia il palmo della mano sulla mia testa e mi scompiglia i capelli.

«Mi piaci», afferma con tanto di sorriso smagliante, lasciandomi senza parole.

***
Chris

Non mi ha risposto. È la prima volta che una ragazza non mi risponde dopo averle detto che mi piace. È arrossita come un peperone, ma poi ha fatto finta di niente.
Scuoto la testa come a volerla scacciare via dai miei pensieri per riuscire a concentrarmi su quello che sto facendo con Valentina.

Mi spingo dentro di lei con forza mentre cerca di baciarmi, invano. La volto di spalle, le divarico le gambe e la prendo da dietro. Lei si sorregge alle piastrelle dello spogliatoio e non commenta questo cambio di posizione improvviso.
Sa come la penso: niente baci, carezze o altri stupidi fronzoli. Da me avrà solo sesso senza amore.
Dopo qualche altro affondo secco, raggiungo l’orgasmo, ma resto comunque irrequieto e insoddisfatto. Mi allontano per gettare il preservativo nella pattumiera.

«Sei di malumore oggi», constata.

«Cosa te lo fa pensare?», chiedo senza un reale interesse.

«Normalmente scopiamo in due. Quando sei incazzato mi scopi solo tu e basta e ti preoccupi unicamente del tuo piacere», mi fa notare.

Suppongo che nel tempo abbia imparato a conoscermi, almeno un po’.
È innamorata di me da anni e ho continuato a respingerla finché poi lei stessa non mi ha proposto un’amicizia con benefici e a quel punto ho accettato, ovviamente, dopo aver messo in chiaro che io non mi sarei mai messo con lei e che quel rapporto non era nulla di esclusivo.

Lei può farsi chi vuole, la cosa non mi sfiora neppure.
Peccato che Valentina non la pensi allo stesso modo.

«Stai andando dietro a quella ragazzina?», domanda mentre indossa nuovamente il perizoma.

Non le rispondo, ma il fatto che mi abbia nominato Giulia mi distrae.
Perché non mi ha risposto?
E perché mi importa il fatto che non abbia risposto?

Alla fine, le ho scritto solo per noia, non mi piace sul serio. Io non sono quel tipo di ragazzo che si affeziona. Il mio rapporto con Valentina e con altre ragazze ne è la prova.
Però Giulia Greco ha la capacità di farmi incazzare come nessun’altra. Sembra riuscire a resistermi con estrema facilità. Sono sempre io a scriverle, a cercarla e lei neanche risponde!
Solitamente sono io che non rispondo alle ragazzine o alle donne che dopo una scopata si accollano.
Eppure, questa volta, ho come l’impressione di essere io quello in continua ricerca di attenzioni.

«Che ha di tanto speciale?», insiste Valentina avvicinandosi nuovamente.
«Niente.»
«E allora perché ti interessa?»
«Perché a lei non interesso e questo mi infastidisce. E ora, se non ti dispiace, dovrei allenarmi e gradirei essere lasciato da solo», dico indicandole la porta.

Valentina sbuffa, afferra la borsa dalla panchina degli spogliatoi e va via.

No, decisamente non sono il tipo che si affeziona.

Autrice:
Buongiorno!
Sto aggiornando di mattina e la cosa è parecchio assurda poiché sono solita aggiornare nel cuore della notte!

Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ho deciso che per ora continuerò con la pubblicazione dei capitoli, per vedere come va la storia e anche perché due di voi mi hanno consigliato di fare in questo modo.
Spero abbiano ragione!

Ad ogni modo, buon weekend a tutti.
Un bacio,
Alexandria Lewis.

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