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«Lascialo» le ripeto, seriamente. Lei mi guarda con le lacrime agli occhi e scuote la testa.
«N-non posso» sussurro. La prendo per le spalle, costringendola a guardarmi.
«Sì che puoi Chaemin, perché tu non devi sottomerti a un bastardo del genere. Hai solo quindici anni.»

Deglutisce e si asciuga le lacrime.
«Non puoi sapere cosa provo...» dice. «Non sai cosa significhi essere umiliati in questo modo.»

Blocco i miei movimenti e sposto lo sguardo di lato. E invece so benissimo cosa significa.
«Per favore, lasciami da sola.»
Chiudo gli occhi per qualche istante e annuisco per poi alzarmi. Esco dalla sua stanza.
Taehyung è in sala, da solo. Pare che Hyebin se ne sia andata.

«Lei è mia nipote» spiega, in modo serio.
«Ma io sono la persona che può capirla meglio.»
Aggrotta le sopracciglia.
«Sei veramente un idiota, cazzo!» Sbotto.
Cammino verso di lui e stringo i denti.
«È possibile che tu non capisca mai niente?! Era palese che qualcosa non andasse! Come puoi non essertene accorto che lei stava male?!»

Respiro pesantemente con gli occhi lucidi e sgranati. «Avresti potuto aiutarla.»
«Jungkook, mi dispiace davvero tantissimo che nessuno ti abbia tirato via prima da quella merda ma non devi prendertela con me.»
Lo guardo e mi lascio uscire un respiro tremante. Sento una lacrima cadere lungo la mia guancia.
«V-vorrei fare per lei, c-ciò che nessuno ha mai fatto per me» dico, semplicemente.
«Non voglio che passi lo stesso.»

Posa le mani sulle mie guance.
«Se c'è una persona che può aiutarla, quella sei tu Kookie. Solo tu.»

[...]

«Possiamo parlare?» Le chiedo, appena esce dalla sua stanza. «Devo fare i compiti.»
«Solo cinque minuti.»

Lei sospira e si siede sul divano, accanto a me.
Prendo un respiro profondo, mentre la guardo negli occhi. «Tu hai ragione, io non so cosa tu stia provando ma...so cosa significa venire umiliati.»
Porta le braccia al petto, con un'espressione confusa e accigliata. «Ho passato quattro anni della mia vita, dai sei ai dieci, ad essere umiliato da mio padre e dai suoi amici.»

I suoi occhi si sgranano. «Mi picchiavano, mi tiravano i capelli, mi sputavano addosso...»
Ingoio un groppo, cercando di mantenere un contatto visivo. «E mi stupravano.»
Posa una mano sulla bocca, sconvolta.

«Il mio corpo è pieno di cicatrici di sigaretta. Mio padre mi vendeva in cambio di soldi, lasciava che loro mi violentassero. A sei anni, non sai quello che sta succedendo, non sai perché perdi sangue o perché hai il corpo pieno di ematomi. Non sapevo cosa fosse una puttana ma...lo ero. Ero la puttana di tutti. C'è stato un periodo della mia adolescenza, in cui non volevo provare sentimenti, in cui mi facevo schifo da solo...mi sentivo obbligato ad essere un oggetto. Fino a quando non ho trovato qualcuno che mi ha fatto capire, che non importa quanto dolore tu abbia sopportato e che tu stia sopportando, c'è sempre una strada per scappare e c'è sempre qualcuno che ti ama davvero.»

Mi asciugo alcune lacrime e sforzo un sorriso.
«Devi lasciarlo. Tu hai la possibilità di avere qualcuno che ti può aiutare, io non l'ho avuta ma tu ce l'hai e devi sfruttarla.»

Apre la bocca per parlare, ma non esce alcun suono.
«V-voglio che qualcuno mi ami allo stesso modo in cui mio zio ama te.»
Lei mi abbraccia e io sorrido, stringendola. Le metto una mano tra i capelli, mentre piange.
Sento la porta di casa aprirsi. Guardo Tae e annuisco, così lui sorride e si siede accanto a lei. Le posa una mano sulla schiena e lei si gira di scatto.

«Avanti piccola, tu sei molto forte. Sei come tua madre» le dice. Abbasso lo sguardo e piango silenziosamente, mentre cerco di credere che tutto ciò che mi è successo sia solo un incubo.
Odio ricordarlo.

«Sei una puttanella molto eccitante, piccolo sai? Tuo padre è fortunato a poterti scopare quando vuole.»

Stringo i pugni e le labbra.
«Piccolo» una mano si posa sulla mia guancia.
Guardo Tae, mentre Chaemin è preoccupata.
Singhiozzo e lui annuisce. «Va tutto bene.»
Mi stampa un lungo bacio, tenendomi stretto a lui. Stringo i suoi capelli.
«Ti amo» dice. «T-ti amo anche io.»
Metto i palmi sulle sue guance. «Grazie» dico, con un filo di voce.

«Dovresti sposare lui» sbuffa Chaemin, con le braccia incrociate al petto. Ridacchio, asciugandomi il volto.
«Lo so che fate sesso e con lei non  lo fai.»
Sgrano gli occhi, arrossendo.
«Chaemin, non esagerare» le dice, per poi ricevere una linguaccia. «Jungkook, io voglio te come zio non quella lì. A te voglio bene.»
Mi tira per il braccio.
«Un giorno usciamo noi due da soli.»
Annuisco, con un piccolo sorriso. «Puoi starne certa» dico.

[...]

Lei si passa lo smalto sulle unghie. «Questa ragazzina è un mito, sul serio» dice, ridendo.
«Lo so» rispondo. «Sicuro di non volere una passata di smalto?»
La fulmino con lo sguardo e lei alza le mani in segno di difesa.

«Comunque Heybin mi ha chiesto di andare a fare colazione con lei.»
La guardo di scatto e lei annuisce, con un sospiro. «Ma non ci andrò, perché ho un appuntamento con Chae e preferisco di gran lunga la mia ragazza a una snob viziata.»
Ridacchio e annuisco.
«Dovreste uscire con me e Chaemin. Ha detto che vuole andare a fare shopping con me.»
Lei mi guarda e io faccio spallucce.
«Ma è perfetto!»»

La mia mente si sofferma su quello che è successo con Chaemin. Spero davvero che abbia messo la parola fine, alla storia con quel bastardo. Nessuno dovrebbe picchiare qualcuno e nessun uomo dovrebbe solo azzardarsi a fare del male ad una donna.
Quello non significa essere "uomini", significa essere delle bestie.
Lui era una bestia. Si parla tanto di violenza, si partecipa alle manifestazioni e si insulta chi fa del male ma quando capita più vicino a noi, tutto svanisce.

Chaemin è una ragazzina e andrà avanti, ma ne sarà comunque segnata. Alcune cose, sono impossibili da dimenticare. Ci si può passare oltre, ma non si possono dimenticare.
Come il mio cuore spezzato, come quella lettera e tutto ciò che mi è successo. Non posso dimenticare ciò che mi ha fatto, che mi ha fatto a pezzi con solo un pezzo di carta. Posso passarci sopra, ma non dimenticare.

Quando sono con lui è come se, fossi intento a ballare con la tempesta. Lui è la mia tempesta. Passeggero. Quando si sposerà, io non sarò mai esistito. Finirò per tornare a piangere tra le coperte e mangiare il gelato al cioccolato del supermercato, mentre singhiozzo guardando i film strappalacrime d'amore e mentre parlo al telefono con Lisa o Jimin. Finirò per avere il cuore spezzato ancora, e sempre per colpa dello stesso uomo.

Sono consapevole che succederà eppure, continuo a farmi del male, inseguendolo.
Perché devo essere io a inseguire lui? Perché non può essere il contrario?
Dovrebbe provare il terrore di perdermi, capirebbe quello che sento io ogni volta.
Non ha capito che non deve darmi per scontato, perché come sto con lui, posso andarmene in qualsiasi istante e lasciarlo da solo, esattamente come lui ha fatto con me.

Odio il suo egoismo. Lo odio da morire.

TAEHYUNG

«Chaemin» la chiamo. Lei gira il suo sguardo, mentre io sto guidando per portarla a casa, dai miei genitori.
«Devi fare come ha detto Kookie, devi lasciarlo.»
Lei annuisce, mentre gioca distrattamente con una ciocca di capelli neri. «L'ho già fatto.»
«Appena Jungkook-oppa se n'è andato, l'ho chiamato.»

Stringe le labbra. «Qual'è stata la parte che ti ha fatto innamorare di lui?» Mi chiede.
Le lancio un'occhiata e sorrido.
«La sua forza» rispondo. «E tutto il pacchetto, ma in lui, mi ha colpito la sua forza.»
«Lui è molto forte.»

Annuisco e continuo a sorridere. Non voglio perderlo ancora, ma se non lascio Hyebin finirò per farlo in un modo e o nell'altro.

SHATTER those MISTAKES || Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora