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«Mh» mugolo, infastidito dal raggio di sole che penetra dalla finestra.
Sento un braccio attorno alla mia vita, così lo levo e mi alzo, coprendo il mio corpo con il lenzuolo.
La bottiglia di Chardonnay, è sul comodino, mezza vuota e con i bicchieri accanto.
Controllo l'orario e sospiro.

Scuoto il ragazzo.
«Ehy, alzati. Devo andare a lavoro.»
Di rimando, lui fa un verso di disappunto. Alzo gli occhi al cielo. «Muoviti.»
Apre gli occhi e mi guarda, per poi vestirsi.

«Cos'è, non ti è piaciuto?» Chiede, con un sorriso malizioso. Stringo la coperta e schiocco la lingua.
«Sì, che mi è piaciuto ma te l'ho detto: le mie storie finiscono la mattina dopo. È stata una bella scopata, nulla di più.»
Sospira e esce dalla mia stanza, camminando lungo la sala fino alla porta.

«Quindi non vuoi il mio numero?» Domanda.
Apro la porta e gli faccio cenno con la testa, di uscire.
«Okay, okay» alza le mani, divertito.
Chiudo velocemente la porta e sospiro.

Vado in bagno e apro l'acqua della doccia, lasciando cadere a terra il lenzuolo.
Dopo essermi tolto di dosso, la puzza di alcol e l'odore di quel tizio mi vesto e raggiungo la sala.

Il mio cellulare squilla, così lo prendo.

«Sì?»
«Jungkook! È successa una cosa incredibile!»
Sbatto le palpebre un paio di volte.
«Cosa?»
«Qualcuno ha comprato tutti i tuoi libri.»
Sgrano gli occhi, senza muovere un muscolo.

«Sei sicura? Tutti?»
«Sì. Ha pagato una fortuna, ma cavolo, ti giuro che stavolta non ti sto prendendo in giro!»
Sul mio viso spunta un sorriso e annuisco.
«Ci vediamo nel mio ufficio, Yuna.»
«Perfetto, ti aspetto con il cappuccino.»
Ridacchio prima di chiudere la chiamata.

Dopo aver recuperato le mie cose, esco di casa e raggiungo la mia auto.
Sistemo lo specchietto retrovisore e parto, verso la casa editrice per cui lavoro: la BHP publishing.
Mordicchio l'unghia del mio pollice, nel frattempo che aspetto il verde dal semaforo.

Sono passati quattro anni, ma nonostante tutto questo tempo conservo ancora quella lettera nel cassetto del mio comodino, in mezzo a Cime Tempestose. Ogni tanto la rileggo.
Non sono riuscito a dimenticarlo, anche se ci ho provato centinaia di volte ma nessuno, dopo di lui, è riuscito a farmi provare le stesse sensazioni. Alla fine ci ho rinunciato e sono tornato ad essere il Jungkook, che va a letto con tutti.

Non ci siamo più sentiti, nè visti. È come se lui fosse sparito dalla faccia della Terra. No, ha fatto esattamente come ha scritto: è sparito dalla mia vita, come se non fosse mai esistito.
Però, lui c'è stato. Me lo ricordo bene, tutto quello che è successo durante il mio ultimo anno delle superiori, è inciso nella mia mente e non vuole andarsene.

È stato così doloroso da superare. Ho pianto giorno e notte per mesi, fino a quando non ho capito che non potevo far altro che passarci sopra e andare avanti, calpestando quel capitolo della mia vita.

Non stato io a perderlo, è stato lui a perdermi per sempre.
Ha fatto la sua scelta, io la mia. Vado avanti, dimenticandomi di quello stronzo che ha fatto a pezzi il mio cuore con uno stupido pezzo di carta.

«Ciao!» Esclama Yuna, appena entro nel mio ufficio. Mi porge il cappuccino, che prendo e inzio a sorseggiare. «Mi manca poco alla fine del manoscritto, dopo te lo mando per mail.»
Lei annuisce.
«Controlla la copertina che ti ho mandato, se non ti piace qualcosa dimmi pure senza problemi.»
«Sì tranquilla.»

SHATTER those MISTAKES || Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora