Cap 5

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Erano passati ormai 10 giorni da quando il castano fu privato della sua libertà, e già non ce la faceva più, era stufo della solita  rootine e del cibo scadente. Passava molto tempo in biblioteca, l'unico posto dove poteva stare stare tranquillo, ma non in solitudine.
Il direttore entrava dentro quella piccola stanza, ogni giorno al solito orario , si metteva a sedere ed iniziava  a  leggere per poi finire ed andarsene. Il castano continuava con le sue provocazioni, invane, nonostante ne provasse di tutte il corvino non accennava a cedere, e questo portò l'assassino a prendere in considerazione di gettare la spugna.

Quel giorno Eren stava sfogliando le pagine del suo nuovo libro, era da solo , e tra non molto sarebbe arrivata la sua preda. Un idea gli balenò in testa, poteva essere rischiosa e magari infantile, diciamo un'idea  che solo una ragazzina di 15 anni ormonata poteva pensare, ma in fondo che aveva da perdere?, così si alzò dalla sua sedia controllò  che nessuno stesse per entrare e raggiunse il tavolo dove spesso sedeva Ackerman.

Prese in mano la sedia e la mise nel suo tavolo, spinse più in fondo possibile l'altro e si rimise a sedere, non sapeva se avrebbe funzionato, ma tentar non nuoce.

Il direttore entrò poco dopo, rimase qualche secondo immobile davanti alla porta, che si chiuse alle sue spalle. Il castano ignorò la sua reazione, e nervosamente inizio a sfogliare le pagine del libro. Mano a mano che sentiva i  passi avvicinarsi il suo cuore aumentava di battito, ed iniziò ad avere paura che il corvino potesse sentirlo. Il rumore di una sedia trascinata lo risvegliò dai suoi pensieri. Il direttore aveva preso la sedia e l'aveva trascinata leggermente più indietro, allontanandola così dal castano. Non era soddisfatto, ma neanche troppo deluso, si era allontanato ma non troppo, e questo poteva essere un passo avanti.

Dopo almeno mezz'ora di silenzio, il castano
aveva iniziato  a stufarsi era snervante la situazione che si era creata, così decise di farsi coraggio, " Cosa leggi?" gli chiese girandosi nella direzione del suo superiore, " Tsk, fatti i cazzi tuoi" rispose il corvino in modo  acido e scocciato; Eren dopo quella risposta si  alzò in piedi e strappò il libro dalle sue mani, lasciando il direttore  leggermente sorpreso, " Mi spieghi cosa ti ho fatto? Vorrei solo conversare niente di più" , l'uomo si alzò avvicinandosi ad Eren, che rise interiormente notando la differenza di altezza, " Sai io di solito non parlo con gli assassini, mi limito solo a prenderli a botte o a schifarli"

Erano vicini molto vicini, il corvino riuscì a percepire  il respiro del ragazzo davanti a lui accarezzargli la pelle, quando alzò lo sguardo incontrò due gemme verdi splendenti  e per qualche secondo ci si perse dentro, avvertì una gamba premere dietro il suo ginocchio facendogli così perdere l'equilibrio e per non cascare si appoggiò al petto di Eren, il quale gli cinse i fianchi per non farlo allontanare e farlo rimanere a stretto contatto con il suo corpo.

Il castano curvò le labbra in un sorriso malizioso,  finalmente dopo tanta fatica,
era riuscito a sentire il corpo che tanto bramava e desiderava a stretto contatto con il suo. Il direttore ormai stufo   di questo suo comportamento,iniziò  a prendere in considerazione un'idea al quanto  orribile :perché non giocare al suo gioco, e farlo felice una volta per tutte così che smettesse di infastidirlo?.

Ackerman , si staccò dal petto del ragazzo, mise una mano sopra la sua  spalla, e lo portò a sedersi  nella sedia, il castano si rilassò lasciando scivolare il fondoschiena in avanti e appoggiando  le scapole allo schienale. L'uomo posò entrambe le mani ai lati della testa di Eren, avvicinandosi sempre di più, finendo a pochi centimetri dalle sue labbra, " Vuoi giocare ? allora giochiamo moccioso " sussurrò con un tono malizioso ed un ghigno stampato nel volto, il suo ginocchio finí in mezzo alle gambe dell'assassino iniziando a massaggiare la sua parte intima.

Con delicatezza e lentezza, poggiò il suo fondoschiena nel punto debole di Eren, il quale aveva iniziato a respirare affannosamente, l'uomo cominciò a muoversi strusciando e cercando il contatto con la parte intima del castano, la quale stava rispondendo molto velocemente alle sue attenzioni . Il ragazzo, preso dal momento, cambiò le posizioni facendo mettere a sedere la sua preda.
Poggiò con delicatezza le mani nei ginocchi dell'uomo e con il viso si avvicinò sempre di più al suo membro . Levi era in uno stato di trance non riusciva a reagire, la passione ed il desiderio stavano  diventando  padrone del suo corpo, controllavano i suoi pensieri ed i suoi movimenti non era capace di respingerlo, voleva solo giocare , ma quel ragazzo era dannatamente attraente e voleva di più.

DARE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora