Il tribunale era pieno di persone, ed Eren era lì immobile ,davanti al giudice, pronto a scoprire quale sarebbe stata la sua sorte. Sapeva perfettamente quale sarebbe stato il verdetto , d'altronde cosa si aspettava, aveva ucciso tante di quelle persone che ne aveva quasi perso il conto, doveva arrivare prima o poi il giorno di assumersi le proprie responsabilità.
" Nonostante fosse assistito da uno dei migliori avvocati, Farlan Church, ha subito una pesante condanna. Eren Jeager lei è condannato a morte a data da destinarsi"
Ed eccolo lì il verdetto che si aspettava. Sentirlo dal giudice aveva avuto un effetto completamente diverso, dal sentirlo nella sua mente. Girò leggermente la testa ed incontrò gli occhi del corvino, lucidi e sgranati, era evidente che stesse facendo di tutto pur di non piangere e mantenere la professionalità. Non era triste anzi si era preparato a questa sorte già dal primo giorno in cui aveva messo piede nel penitenziario, l'unica cosa che forse non aveva previsto, era il rapporto che aveva instaurato ultimamente con l'uomo . Dopo tanto tempo sprecato a cercarlo l'aveva finalmente ritrovato ma questa volta provava un sentimento diverso, da quello di tanto tempo fa.
[..]
" Eren" un sussurro uscì dalle labbra socchiuse di Levi. L'espressione dura ed impassibile era scomparsa, lasciando spazio ad una piena di dolore e nostalgia.
" Levi" si ,faceva male, ammettere quello che entrambi sapevano già da tempo, ma non erano pronti,
" Vieni con me" la mano pallida afferrò la sua gemella, le dita intrecciate mantenevano la presa salda. Una porta, la serratura che scatta ed eccoli lì, labbra nelle labbra, corpi incollati e mani ovunque. Il corpo minuto del direttore schiacciato contro porta del suo mini-appartamento, dal busto muscoloso di Eren. Baci bisognosi e pieni di desiderio, vestiti a terra e carne contro carne, ansimi e gemiti riecheggiavano nella camera da letto. Un'ultima spinta e raggiunsero l'apice, insieme, imbrattando i propri corpi con il seme dell'altro.
" L'avevo promesso, avevo promesso che ti avrei protetto e che una volta ritrovati saremmo stati per sempre insieme" il corvino era sdraiato accanto al corpo di Eren, ancora con il fiato corto, e la testa appoggiata nel petto del giovane. Le guance pallide cominciarono a diventare umide, piccole lacrime salate scivolavano per quella pelle diafana , fino a giungere al mento. " Lee è tutto ok, siamo insieme adesso, al resto ci penseremo dopo, godiamoci questi ultimi momenti". E fu così che passarono la notte l'uno avvinghiato all'altro, ascoltando il battito del cuore altrui e assaporando con lentezza e calma le labbra di entrambi.
[...]
" Lee"
" Ren"
Eren era seduto nella sedia di fronte al tavolo della biblioteca, con il corvino sopra le gambe, intento a leggere un libro, " Posso farti una domanda?" Levi chiuse il libro e spostò l'attenzione sul ragazzo sotto di se. " Da quanto sapevi di noi?" Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare quella questione, " Ren, il primo giorno che ti ho visto, inginocchiato davanti a me non ti riconobbi subito, sei cambiato molto rispetto a quando eri solo un marmocchio, ma c'era qualcosa in te che mi attirava. Ho continuato ad osservarti, quasi ogni momento della giornata, pure la notte mentre cercavi di addormentarti, sperando di ricordare e svelare il motivo per cui mi sentivo legato a te"" Quella sera, quando per calmarti hai canto quella canzone, ti ho riconosciuto ed ho capito tutto. Ren mi dispiace non avertelo detto prima, ma ti prego comprendimi" Eren rimase a bocca aperta, adesso sapeva chi era quell'ombra che si presentava davanti la sua cella, e adesso capiva come mai quella volta riuscì a calmarlo. " Ah! Cazzo mi hai fatto prende un colpo, ma non potevi farlo di nascosto, non è molto tranquillizzante avere un'ombra che ti fissa"
Una risata scappò dalle labbra di Levi, la prima vera risata dopo tanto tempo, un suono genuino e pulito, Eren non lo aveva mai sentito ridere, e si chiese come avesse fatto a vivere senza quel suono. " Hai ragione, scusa".
[...]
Passarono 4 mesi ed il fatidico giorno si avvicinò, il 31 marzo del 2018 Eren sarebbe stato giustiziato, assumendosi una volta per tutti le sue responsabilità. Quel venerdì sera si trovava in Bibblioteca, il girono del suo compleanno era stato deprimente. Levi doveva sbrigare delle faccende ," Tornerò stasera, aspettami in biblioteca" ecco l'ultima frase che Eren senti pronunciare dal suo amato . Fece come gli era stato detto, stava ancora aspettando e nel frattempo aveva deciso di rileggere il suo primo libro nel penitenziario. " Moccioso" la porta si aprì lentamente ed una figura ad Eren famigliare, si fece avanti, chiudendosi la porta alle spalle," Oh meno male, non ne potevo più di aspettare cosa sei anda-" venne subito zittato da un bacio casto da parte di Levi, " Non ti interessa"
" Cosa hai in quella busta ?"
Levi tirò fuori dalla busta di plastica un panno nero, lo srotolò e rivelò un bracciale grigio, il ciondolo raffigurava due ali " Questo è per te, le ali rappresentano la libera che tanto hai agognato, e che finalmente domani avrai. Eren mi mancherai, non volevo rendere questa cosa troppo sdolcinata, sai quanto lo odio" non servirono risposte, per confermare l'apprezzamento di Eren nei confronti di quel gesto, bastò un semplice bacio.[...]
Eren se ne era andato, quella mattina alle sei in punto, Levi lo andò a prendere in cella, e lo portò con se fino all'luogo dell'esecuzione, senza prima schioccargli un ultimo bacio. L'esecuzione era stata tremenda, le gambe di Levi tremavano ed il respiro era corto, stringeva di nascosto la mano del giovane, che con la sua forte stretta lo rassicurava.Quando gli occhi verde smeraldo si chiusero per sempre, Levi corse via, ignorando i sguardi incerti delle guardie. E come se si fossero mossi autonomamente i suoi piedi lo portarono nella cella del suo , ormai perduto, amante. Sopra il materasso consumato giaceva, un libro dal titolo- La casa delle voci- , si mise seduto e lo aprì.
Ciao Levi, sono Eren, ma penso che tu lo sappia già. Sono morto vero ? È stato tanto brutto vedermi morire ? Immagino di sì. Levi, Levi non sai quanto mi mancherai, e dire che avevo sprecato anni della mia inutile vita a cercarti, per poi trovarti in un carcere alla fine dei miei giorni. È stata lunga e faticosa la strada per avvicinarmi a te, era diventata una specie di sfida tra me e te, e con mio grande piacere ho vinto io. Ma non mi perdonerò mai , il fatto di averti lasciato, ancora, ma questa volta , per sempre. In questi ultimi mesi passati insieme mi sono accorto di una cosa, la quale non credevo possibile per uno come me. Levi mi sono innamorato di te, dei tuoi occhi grigi e del tuo carattere burbero. Sarò libero giusto? ma perché so che non mi sentirò effettivamente così ?, forse perché l'unica cosa che è riuscita a farmi sentire realmente libero sei tu, ed io ti sto perdendo. Levi Ackerman, grazie infinite per tutto, per avermi salvato e per avermi fatto conoscere l'amore, perché adesso ,grazie a te ,so che cosa è. Non lasciare che la tristezza prenda il sopravvento, vivi, sii felice e libero, fallo per me che sarò sempre lassù ad osservarti e a proteggerti.
Tanti saluti dal tuo Eren. Ah un altro cosa, Ti amo!."Ti amo anche io Eren".
Levi rise, e rise anche di gusto, con le lacrime di gioia agli occhi. E non perché era felice, anzi tutt'altro, ma non voleva piangere, voleva far sentire ad Eren la sua risata ancora ancora ed ancora. Non lo avrebbe mai dimenticato.
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DARE ME
FanfictionUn serial killer chiamato Eren Jaeger , verrà rinchiuso in un carcere ad alta protezione, chiamato wall Maria, di un uomo affascinate e misterioso, il direttore Levi Ackerman. Per eren diventerà un gioco , riuscire a sciogliere il carattere freddo...