Cap 8

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Era pomeriggio, e di lì a poco avrebbe  avuto accesso all' ora d'aria, l'unica cosa di qui aveva veramente bisogno in quel momento  era prendersi una boccata d'aria fresca che gli riempisse i polmoni rinfrescandoli.

Lo spazio all'esterno del penitenziario, non era molto grande ma neanche troppo piccolo. La vegetazione scarseggiava, vi erano solamente  pochi alberelli, e qualche ciuffo di erba verde, i quali donavano  un po' di colore al cemento grigio dell' edificio. Uno spiazzo contornato da righe bianche, con due canestri alle estremità fungeva da campo da basket , il quale veniva utilizzato dalla maggior parte dei detenuti per gare di street dance, resistenza muscolare e cose varie . La parte che Eren preferiva , risiedeva nel retro, in un posto abbastanza lontano ed isolato , lì si ergeva un albero chiamato salice piangente, non molto alto, ma affascinante; i rami cadevano flosci verso il terreno, donandogli  un' espressione malinconica.

Si stese sotto la grande ombra che l'albero creava, una leggera brezza di vento fresco gli scompigliava i capelli castani , provocandogli un leggero fastidio. Chiuse i grandi occhi smeraldo e liberò la mente concentrandosi solo sul rumore che le foglie scostate dal vento producevano . Un forte odore di tabacco giunse fino alle sue narici , e lo costrinse ad alzare le palpebre: appoggiato con la schiena al muro vi era il direttore, con una sigaretta tra le dita e lo sguardo perso rivolto verso il cancello che segnava la fine del penitenziario.

" Posso fare un tiro?" chiese il castano nel mentre si avvicinava all'uomo, " No" ringhiò il corvino girandosi subito dopo dandogli le spalle, " Mm deve essere bello sodo, complimenti alla mamma " si Eren aveva lo sguardo fisso sul  fondoschiena di Levi, il quale si girò di scatto per tirargli un calcio nelle parti basse, " Esatto, troppo bello e sodo per le tue mini-palle flosce" constatò accennando un ghigno strafottente, " No come , eppure mi sembra che l'altra volta gli sia piaciuto strusciare il suo bel culo, qua sopra" disse mantenendo testa al corvino, ed indicando il cavallo dei pantaloni, nel mentre era ancora piegato in avanti per il dolore che aveva provocato il calcio, " Vedi di portare rispetto moccioso" Levi dal canto suo non sapeva cosa dire, era vero non gli era dispiaciuto affatto, ma non poteva di certo ammetterlo.

" Si signor capitano" rispose Eren portando una mano alla testa, a mo di saluto militare, " Tsk" fu questa la risposta del corvino, prima di allontanarsi e spegnere la sigaretta a terra, servendosi della suola di una scarpa " Se ne va senza salutarmi?" domandò il castano seguendolo, e mantenendo lo sguardo fisso sul suo culo, ma Levi non accennava a rispondere , anzi continuava a camminare ignorando le richieste del moccioso , " Eddai aspetti, un salutino" il direttore stava iniziando a spazientirsi , non voleva di certo che lo continuasse a seguire, così si fermò e si voltò ritrovandosi faccia a faccia con Eren.

Lo appoggiò al muro , bloccandolo ai lati con le braccia, tutto questo in punta di piedi, " Cosa vuoi?"
gli sussurrò all'orecchio, provocando brividi lungo tutta la schiena dell'assassino, il quale non rispose ed attaccò con foga le labbra sottili e morbide dell'altro. Il moro non lo respinse, anzi ricambiò con più velocità facendo incontrare le loro lingue. Entrambe le mani del più piccolo  finirono nel fondoschiena d'oro dell'uomo iniziando a palparlo con gusto, provocando la fuori uscita di gemiti soffocati.

Un qualcosa iniziò a muoversi all'interno dei pantaloni di entrambi, e Levi consapevole del fatto che se avesse continuato non sarebbe riuscito a fermarsi, si staccò dal bacio , e se ne andò lasciando il castano lí  attaccato al muro " Non male come saluto".

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Davanti a se, vi era un vassoio di plastica, con roba che li chiamavano cibo, un piatto di pasta scotta e sciocca, un pezzo di pane duro come il tavolo, e l'immancabile purè di patate.
Ormai erano giorni che mangiava il minimo ed indispensabile, non riusciva ad ingurgitare più di tanto, a volte gli risultava quasi impossibile, dato che era solito formarsi un malloppo di cibo e bloccarsi nella cavità della gola prima di raggiungere lo stomaco.

DARE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora