Capitolo 5

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Le due amiche passarono molte ore a parlare e a divertirsi: giochi in scatola, lotta con i cuscini, lancio dei peluche; ma mai una parola del cellulare.

Erano ormai le 23.30 e le due ragazze, affamate, decisero di preparare un colpo in cucina, per rubare qualche prelibatezza da sgranocchiare prima di infilarsi sotto le calde coperte invernali (dato che era già trascorso, con lunghe visite in ospedale e saltando scuola, Settembre) dei loro letti.

Un quarto d'ora per preparare il piano, altri 10 minuti per dividersi i vari compiti, e era già arrivata mezzanotte quando iniziarono ad attuare il piano.

Sfortunatamente non si concluse come previsto: quando chiusero il freezer dopo essersi prese un bel kilo di gelato, Carla le stava osservando appiggiata allo stipite della porta.
Giulia e Helena, allora, iniziarono a correre velocemente, riuscendo a sfuggire dalla donna e chiudendosi in camera.

Passarono le seguenti 2 ore a mangiare gelato con le dita visto che, a causa dell'imprevisto Carla, non sono riuscite a procurarsi due cucchiaini.

Alle 2.30 si accomodarono nei rispettivi letti e si addormentarono sorridenti. O almeno, Helena si addormentò.

Gli occhi di Giulia non riuscivano a chiudersi, o forse non volevano chiudersi.

Quando fu sicura che Helena si fosse addormentata, sgattaiolò verso il comodino e fece per aprire il cassetto, ma questo non si aprì. Si accorse che c'era una serratura, ma non aveva la chiave.
Essendo appassionata di film, decise di provare con una forcina e, voilà, cassetto aperto.

Afferrò il cellulare e lo accese. Ed ecco presentatole un altro ostacolo. Come poteva sapere il PIN della SIM?

Frugò in ogni angolo del cassetto ed ecco che trovò quello che cercava: la scatola del telefono. Prese la tessera dove era la SIM e lesse il PIN. In un batter d'occhio era sulla schermata di blocco, dove, come sfondo, era presente una foto di una piccola Helena che pipava, ciucciando il dito pollice.

Ora doveva solo sbloccarlo. Fortunatamente c'era l'opzione "impronta digitale"; così si voltò verso Helena che era come nella foto di sfondo, solo più grande, le Spostò leggermente l'indice e lo posò sul rilevatore dell'impronta. Pochi secondi e a Giulia si aprì davanti agli occhi la schermata di un cellulare che non veniva usato da almeno 3 anni.

Ci mise più di 2 ore a caricare tutti i 24.673
messaggi (non si capisce ancora come faccia il telefono a funzionare ancora), che Giulia stava per riaddormentarsi.

Erano le 5.00 del mattino quando aprì WhatsApp e sfogliò le chat fino ad arrivare a quella di un ragazzo: Matias. Erano segnati 1067 messaggi. Entrò e incominciò la lunga lettura.

I messaggi erano sempre uguali: insulti su insulti. Un messaggio lo colpì:

- Matias (scuola)
È inutile che non leggi i messaggi, tanto posso parlarti di persona, c'è sempre la scuola. E vedi di rispondermi. Non finisce qui!

Era l'ultimo messaggio, erano ormai le 6.45 quando arrivò a questo.
Era troppo stanca, così decise di dormire e continuare la mattina appena sveglia.

Giulia stava per nascondere il telefono di Helena nel suo zaino quando improvvisamente:

"Che stai facendo!"

Giulia si voltò: l'amica la fissava con le lacrime agli occhi e piena di rabbia.

Nota d'autrice:
Sono tornataaaa!
Perdonate la mia assenza, perdonate il capitolo corto, insomma, perdonate tutto, ma in questo periodo ho tantissime verifiche e poco tempo per scrivere☹
Fortunatamente domani sono a casa da scuola per il carnevale e avrò un po' di tempo ler scrivere il prossimo capitolo che se riesco lo pubblico domenica...
Spero via sia piacendo la storia, se si potete lasciare una stellina e un commentino🌟☺️
Buona lettura!

Sofia🏃‍♀️❤

A stare al posto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora