Non è che io abbia mai avuto la capacità di prestare attenzione in classe, ma sono molto felice che sia solo il primo giorno: i professori non sono granchè intenzionati a spiegare e non si lamentano se non stiamo attenti, e meno male, perché tutta la mia attenzione è condensata sul ragazzo che ha appena fatto la sua comparsa in classe e non c'è spazio per altro. Come ha detto che si chiama, il prof? Maico? Ha la maglietta diversa, di un verde che ricorda il colore dei suoi occhi, ma lo riconosco lo stesso, è il ragazzo che ho incontrato in gelateria. Anche se incontrato non è proprio la parola giusta vero? Forse scontrato è meglio, assalito, asfaltato, travolto. Cazzo che figura di schifo. Solo a pensarci arrossisco, e i miei due compagni di banco lo notano
<<in effetti è carino, spero solo non sia etero!>> mi bisbiglia Manolo all' orecchio, sorridendo mentre guarda il ragazzo seduto al secondo banco della fila centrale.
<< Madò che schianto>> fa eco Gessica.
Io guardo il ragazzo nuovo e arrossisco senza dire una parola. Vorrei sprofondare.
L'ultima ora del primo giorno è educazione fisica. Evviva. Di solito il prof ci fa fare quello che ci pare e di solito Manolo gioca a calcio con gli altri ragazzi, mentre io e Gessica passeggiamo e chiacchieriamo. Quel giorno invece tutta l'attenzione è per Maico, il ragazzo nuovo. Tutti vogliono sapere da dove arriva e lui sembra sorpreso da tanta attenzione, o forse solo dal fatto che durante l'ora di educazione fisica siamo liberi di cazzeggiare, scopriamo infatti che è americano, e in america l'ora di educazione fisica è presa molto sul serio, ci prendono le borse di studio loro, per lo sport. Qui non esiste niente del genere e quando lo capisce, Maico si rilassa e inizia a chiacchierare a cuor leggero, stroncando i patetici tentativi dei miei compagni di classe di parlare inglese rivelando che parla italiano molto bene.
Tutto questo io lo scopro nascosta dietro Gessica e Manolo, non ho assolutamente intenzione di farmi riconoscere dal ragazzo del gelato.
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Sti giovanotti de' sta Roma bella
JugendliteraturLa prima cosa che ho pensato quando l'ho incontrato per la prima volta è stata "devo scappare il più lontano possibile", ma ho scoperto che non riuscivo a fare a meno di lui, di guardarlo di nascosto, di desiderare che fosse mio. Avete mai sentito...