Mi ha portata davvero a Parigi. E stiamo insieme da una settimana. Cosa combinerà se dovessimo arrivare a festeggiare un anniversario??
<<non mi hai fatto fare la valigia!>>
<<ti comprerò i vestiti giorno per giorno!>>
<<sei pazzo!>>
<< forse>>
Arriviamo la sera tardi, l'albergo è favoloso, la camera pure, ma questa più che una camera è un appartamento: la porta si apre in un ingresso che ospita due divani e un tavolino e su un mobile c'è una tv gigantesca l'ingresso si collega a due camere, ognuna con un letto matrimoniale e un bagno. Ho gli occhi fuori dalle orbite. E sono anche felice che i letti siano due, per me è troppo presto per dormire insieme.
Mi faccio una doccia e quando torno, con addosso un pigiama fornito dall'albergo, Michael ha ordinato il servizio in camera, ci sono dei piatti sul tavolino nell'ingresso, ha anche spostato un divano in modo da avere campo libero sulla tv ora accesa. Mi chiedo se il mio ragazzo parli francese perché io non capisco nulla di quello che dicono. mentre mangiamo ciarliamo a lungo, e la tv fa solo da sottofondo, in questo modo non importa che nessuno dei due parli francese (ho chiesto, non lo parla)
La mattinata successiva è dedicata allo shopping, Gessica morirà d'invidia quando glielo racconterò. Abbiamo iniziato da certi negozi talmente lussuosi che non ho osato guardare i cartellini dei prezzi, Michael ha insistito dicendo che non devo farmi nessun problema perché pagherà lui ma io i problemi me li faccio eccome! diamine non può spendere l'equivalente di un auto di lusso per un paio di vestiti, per quanto belli! per un attimo mi immagino suo padre, che non ho ovviamente mai visto quindi nella mia testa è giusto un ombra grigia e sfocata, guardare il saldo della carta che abbiamo usato e svenire. Lo immagino anche dire qualcosa come "hai speso così tanto che dovrei vendere te per pareggiare i conti!".
Alla fine Michael acconsente ad andare in qualche posto meno esagerato, anche se scopriamo che qui è più difficile trovare commessi che parlino inglese, il che è un po' un problema dato che il francese lo ignoriamo entrambi. Cerco di evitare le mie solite felpe comode così quando usciamo dal negozio Michael ha due buste in mano e io sfoggio dei jeans neri molto aderenti alti in vita e un corto maglioncino che mi lascia quasi scoperto l'ombelico, non propriamente il mio stile ma mi sento... bella, ma quando usciamo in strada e il freddo mi costringe a indossare il giubbotto non riesco a fare a meno di pensare che lo sforzo sia stato un po' inutile, il giubbotto copre tutto.
Però! Però è una bellissima giornata e io, ancora non ci credo, sono a Parigi! L'albergo è vicinissimo all'area turistica e come se non bastasse michael non ha problemi a chiamare taxi che ci portano ovunque; la nostra prima tappa è il pranzo in un locale lungo la Champs Eliseè, dove mangiamo benissimo e con mia grande soddisfazione Michael ha occhi solo per me nonostante la cameriera cerchi di attirare la sua attenzione in ogni modo, che soddisfazione! Ci diamo il tempo di fare una passeggiata mano nella mano per la famosa via e per i giardini, poi passiamo alla torre Eiffel e dopo ancora finalmente vediamo il luogo che sogno da visitare fin da quando da bambina ho visto il gobbo di Notre Dame, la famosa cattedrale, ma qualcosa non va...
<<la stanno ristrutturando?>> chiedo ad alta voce notando i chiari segni di un cantiere in corso. Michael mi guarda in modo strano
<<di pure ricostruendo, dopo l'incendio>>
Mi vorrei dare un ceffone da sola, certo, l'incendio! Che figura da cretina che ho fatto!
Si è fatta sera ormai, ma prima di tornare in albergo Michael insiste per passare di nuovo davanti alla torre, così prendiamo un taxi. Non sapevo che la notte la illuminassero artificialmente, è così bella che porta via il mio malumore per la pessima figura che ho fatto prima. Con alle spalle questo romantico sfondo ci baciamo a lungo.
Quando alla fine rientriamo in albergo entrambi ci dirigiamo senza una parola nelle nostre camere, neanche ci fossimo messi d'accordo. Siamo troppo stanchi.
Ho fatto la doccia e mi sono infilata il nuovo pigiama che ho comprato, cioè che ha comprato Michael, me ne sto seduta sul letto cercando di prendere una decisione. Alla fine mi alzo e in punta di piedi vado verso l'altra camera da letto. Busso, nessuna risposta. Apro lo stesso la porta e vedo Michael steso sul letto, ancora vestito, come si fosse steso e addormentato all'istante. Mi avvicino e provo a svegliarlo, apre gli occhi di un millimetro
<<posso?>> chiedo, accennando al letto. cos'avevo detto? troppo presto? le ultime parole famose, lo so.
<<mmh?>> fa lui. In pratica ha aperto gli occhi, ma non si è svegliato. Non ho il suo consenso ma lo stesso mi stendo accanto a lui e lo sento posarmi un braccio sul fianco, che tenero. Quando lo guardo già dorme di nuovo.
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Sti giovanotti de' sta Roma bella
Fiksi RemajaLa prima cosa che ho pensato quando l'ho incontrato per la prima volta è stata "devo scappare il più lontano possibile", ma ho scoperto che non riuscivo a fare a meno di lui, di guardarlo di nascosto, di desiderare che fosse mio. Avete mai sentito...