Capitolo undici: la libertà è invece la forza di essere sé stessi

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Il giorno dopo la sveglia suonò presto, la tua prima lezione iniziava alle 08.00 ma per fortuna la giornata sarebbe stata corta e incentrata sul ripasso pre-esame: ti diressi in università, guardando di tanto in tanto il telefono, sperando di ricevere un loro messaggio, nessuno però ti scrisse.
Cercasti di non darci peso e di concentrarti sulle materie da ripassare, così fino al termine delle lezioni, alle 12.30.
Uscita dall'aula ricevesti una grande sorpresa: Eleonora e le altre ragazze ti stavano aspettando fuori dalla porta dell'aula per chiederti di unirti a loro al sushi. Ti rallegrasti, non eri un'amante delle sorprese, ma sapere che qualcuno ti pensava ti rendeva felice.
Accettasti con piacere e ti diressi con loro all'uscita principale.
Attraversaste l'atrio bisticciando un po' su quale piatto fosse il più gustoso, quando un colpo di tosse intervenne a spezzare le vostre voci: vi ritrovaste davanti, Osamu, Kaneki, Eren e Sukuna, anche loro diretti in pausa pranzo.
Le ragazze si fecero da parte, spingendoti e facendo qualche battuta sotto voce, in modo da lasciarti parlare con loro:
- "C-ciao ragazzi! Che fate?" chiesi, guardando tutti e quattro
- "Ciao Aurora" rispose Osamu "stavamo andando a mangiare, vuoi unirti a noi?" chiese, per poi chinarsi e darti un bacio sulla guancia
- "In realtà starei andando al sushi con le mie amiche..." risposi, sconsolata
- "Oh, ok, capisco! Riunione tra donne" rispose Osamu, sorridendo alle altre "mi raccomando, trattatela bene e rassicuratela che questa qua è piena di paranoie" disse ad Eleonora e alle altre
- "Non preoccuparti" rispose Giulia "la picchiamo già ogni giorno" 
Scoppiaste a ridere tutti quanti in coro, per poi salutarvi
- "Beh, ci vediamo!" salutasti, girandoti poi per raggiungere le ragazze
- "Oi, aspetta!" urlò Sukuna, in modo da attirare la tua attenzione
- "Si?" ti voltasti "dimmi"
- "Oggi alle 17.30 dovrei uscire dalla palestra, vieni a farmi un po' di compagnia? Ti offro un aperitivo"
Guardasti Osamu e Kaneki, poi ti girasti verso le altre che, di nascosto, ti fecero il pollicione in segno di approvazione
- "Va bene" risposi "però non farmi aspettare, che fa freddo!"
- "Non ti preoccupare, non sono un ritardatario io" disse ridendo.
Tutti quanti poi vi salutaste e ognuno andò per la propria strada.
- "Auri, ma cosa c'è tra te e loro?" chiese Marika
- "Eh, è complicato..." le risposi, grattandoti il retro della testa
- "In realtà è molto semplice" intervenne Eleonora "tutti e quattro se la vogliono scopare, lei se li vuole scopare tutti e quattro, è una specie di rapporto di gruppo, scambisti, non so, cose tra amici, però ognuno viene! Ah ah!"
- "Auri che ti sei fatta ancora?" chiese Valeria, eccitata
Esitasti nel rispondere, poi risi, un po' ansiosa:
- "Kaneki..."
- "Oh! E chi c'è l'ha più lungo tra lui e Osamu?" chiese Marika
- "Dai!" esclamasti
- "Auro spero che sta volta tu abbia usato le precauzioni" domandò Giulia
- "Si" risposi, mentendo
- "Mh. Non so se crederti" replicò
Tu preferisti non rispondere e cambiare argomento, chiedendo a quale sushi avreste mangiato.
Tutte scoppiarono a ridere, sapendo che non avevi usato anche quella volta le protezioni, per poi farti la predica durante il tragitto università-ristorante.
Giunte al posto mangiaste tantissimo e vi divertiste tu, però, continuavi a fissare l'orologio perché, in fondo, volevi vedere Sukuna.

Finito il pranzo si fecero le 14.20, decisi quindi diandare un po' in biblioteca e ripassare mentre aspettavi l'orario concordatoper l'appuntamento. Passasti circa tre ore lì a ripassare per poi incamminartiverso la palestra che si trovava abbastanza vicino.
Ormai era quasi novembre e l'aria iniziava ad essere gelida, durante iltragitto verso la palestra ti raffreddasti e il naso iniziò a colarti ma decisidi aspettare comunque Sukuna al di fuori dell'edificio, non ti sentivi a tuoagio in mezzo alla gente palestrata.
Alle 17.30 spaccate Sukuna uscì dalle porte, lavato e con la borsa del cambioin spalla: indossava dei jeans larghi a vita bassa, delle sneakers e ungiubbino in piuma d'oca dalla quale fuoriusciva il cappuccio di una felpa nera.Stava molto bene ed era la prima volta che lo vedevi così coperto:
- "Ciao donna" disse Sukuna "è da tanto che aspetti?" chiese per poi chinarsiin cerca di un bacio, porgendo la guancia
- "Wow che saluto cordiale" dissi, allungandoti sulle punte dei piedi perpoterlo baciare "no comunque, sono appena arrivata" conclusi, tirando su colnaso
- "Ti sei ammalata? Ah ah" chiese Sukuna
- "Non so, ho preso un colpo d'aria sicuramente. Fa freddino" risposi,guardando verso il basso
- "Zia, finché non ti copri... hai addosso solo 'sta felpa che pare unevidenziatore arancio" disse, toccando la felpa nel lato della spalla
- "Ho effettivamente sottovalutato il meteo stamani..." dissi ridendo, per poigrattarti la nuca e tirare su nuovamente col naso.
Sukuna sorrise, poi dal borsone tirò fuori un fazzoletto, porgendotelo. Turingraziasti e soffiasti il naso, cercando di fare meno rumore possibile.
- "Andiamo? Conosco un bar che fa degli aperitivi ottimi" dissi
- "No aspetta, c'è una cosa che non ti ho detto: andiamo nel mio alloggio,l'altra volta alla festa mi feci un drink, voglio ricambiare. È una miapassione fare drink alcolici e non, anche cucinare manicaretti. Vorreiringraziarti sia per il buon drink che per l'ottima carbonara dell'altro ieri"disse, sorridendoti.
Rimasi attonita, ma accettasti la sua proposta, capendo che dietro c'era undoppio fine.
Durante il rientro al suo dormitorio, parlaste un po', del più e del meno, mauna determinata parte della discussione ti rimase impressa:
- "Cooomunque..." disse "so che posso sembrarti antipatico o superficiale e tichiedo scusa per i vari fastidi che ti ho recato. Mi piace fare lo spaccone eistigare la gente, il punto è che per me è difficile rapportarmi con le persone.Ho un carattere particolarmente scontroso, molte volte gli estranei non loapprezzano, ma non sento di dover cambiare. Chi mi vuole mi segua, altrimentisi fotta" concluse, ridendo.
Tu lo guardasti invidiosa, notavi fierezza e sicurezza mentre parlava e avrestivoluto anche tu essere come lui:
- "Sai" replicasti "anche io fatico a socializzare con la gente, ancheio ho un carattere molto particolare, più che altro ho molti traumi e facciofatica a fidarmi delle persone. Sono chiusa in me e ho delle ideologie diversedalla maggior parte dei miei conoscenti. Tendo ad isolarmi e a sentirmiesclusa a volte, in difetto o sbagliata... vorrei cambiare, ma non riesco.Invidio quella sicurezza nelle tue parole" conclusi, un po' amareggiata
- "Non hai bisogno di cambiare, Aurora" disse, fermandosi in strada "se devicambiare, lo devi fare per te stessa, non per gli altri. Se non ti piacequalcosa di te, lo cambi perché tu lo vuoi, è lo stesso motivo per la qualevado in palestra io. Prima ero un obeso del cazzo, ora sono fiero di essere ciòche sono. E comunque, se alla gente non piace ciò che sei è perchésemplicemente sei circondata dalle persone sbagliate" concluse, mettendoti unbraccio sulle spalle "e ora smettila di parlare e attiva le gambe che deviassolutamente provare il grandioso aperitivo del grandioso Ryomen Sukuna"
Lo guardasti in viso e poi risi, ti era sembrato diverso dal Sukuna che pensavidi conoscere ma apprezzasti la sincerità usata con te, appoggiasti la testa alsuo petto e stranamente ti sentivi a tuo agio tra i suoi voluminosi muscoli,infine continuaste a camminare verso casa.

2DHarem: Osamu, Eren, Kaneki, Sukuna x Reader // PUBBLICAZIONE ANNULLATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora