Capitolo tredici: piacere inaspettato

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  Il giorno seguente nonavevi lezione, decisi di svegliarti presto e di rimanere a casa tutto il giornoa studiare biologia in preparazione all'esame che avresti avuto la settimanasuccessiva; la sveglia suonò alle 07:00 e alle 08:00 stavi già sui libri, presisolo una piccola pausa per pranzare velocemente con un tramezzino e fino alle18.00 ripassasti senza interruzioni, senza distrazioni.
Il discorso che feci ieri con gli altri ti aiutò a liberarti di un peso, oalmeno in parte, così favorì il tuo studio.
Quel giorno non faceva particolarmente freddo ed era stranamente soleggiato,decisi quindi di lavarti, vestirti e di fare una passeggiata in un parchetto lìvicino, una volta finito di studiare.
Uscisti di casa salutando Eleonora e infilandoti le cuffiette nelle orecchieper sentire la tua musica preferita.
Quel giorno ti sentivi strana, un po' spaesata, come se una vita nuova fosseiniziata, un po' persa, un po' vuota, ma curiosa di ciò che il futuro portavaavanti a sé.
Il leggero vento autunnale soffiava lungo le chiome degli alberi e il dolcecrepuscolo illuminava la tua pelle chiara di un arancio brillante che tendevasempre più al viola man mano che scorrevano i minuti.
Arrivata al parco tolsi gli auricolari e iniziasti ad apprezzare i rumori che lanatura aveva da offrirti: il vento che sbatteva le foglie degli alberi, le raneche gracidavano, l'acqua che scorreva lentamente nel piccolo stagno posto alcentro del parco, gli scoiattoli che si rincorrevano nell'erba e squittivano,mentre cercavano le provviste per l'inverno.
In quel luogo ti stavi nutrendo di pace, una pace che avresti volutocontinuasse per sempre, lì riuscivi a sentirti libera e te stessa, senza alcunapaura del giudizio degli altri, senza ansie e pretese da parte di nessuno.
Camminando più avanti, iniziasti a sentire un odore che conoscevi bene, iltipico odore della ganja, un odore che solleticava le tue narici e attivava latua fantasia:
"Chissà che starà fumando" pensasti.
Questo odore si fece sempre più forte, fin quando non ne trovasti la fonte: eraEren, seduto su una panchina.
- "Eren?!" lo guardasti stupita
- "Aurora?!" rispose, incredulo ai suoi occhi
- "Che ci fai qui tutto solo?" chiesi
- "Ehm... avevo la testa piena di pensieri e ho pensato che fumarsi una canna alparco sarebbe stato d'aiuto" rispose, appoggiando i gomiti sulle ginocchia eguardando verso il basso
- "Posso sedermi?" chiesi gentilmente
- "Prego" disse Eren, spostandosi sulla panchina e facendoti spazio
- "Cosa c'è che non va?" chiesi
Eren sospirò e attese un attimo prima di risponderti:
- "I miei hanno molte aspettative riguardanti il mio futuro" cominciò a dire,grattandosi gli occhi "il punto è che... non so se sarò in grado di soddisfarli.Io ho bisogno del mio tempo in tutto e per tutto, mentre loro mi chiedono didare sempre il massimo, quindi finisco per esaurirmi poi, se scoprissero seloro figlio è un cannaiolo, non so come la prenderebbero"
Lo guardasti con sguardo comprensivo e sapevi che, probabilmente, lo avresticapito meglio di chiunque altro:
- "Sai" dissi "ti capisco. Anche mia mamma vuole sempre il massimo da me, io hoiniziato l'università perché non trovavo lavoro, lei pensa che ora debbabuttare tutto il mio sangue sui libri, ma la realtà è che sono umana e, perquanto mi piaccia ciò che studio, ho bisogno anche io del mio tempo,soprattutto dopo varie problematiche che ho riscontrato in passato. In più,sono sicura che non sarebbe felice nel sapere che sua figlia si scopa piùpersone contemporaneamente a giorni alterni" sorrisi, per poi guardarlo.
Eren rispose al tuo sorriso con uno un po' meno marcato, per poi allungarti lacanna, come per proportela.
Accettasti senza proferire parola ma ringraziandolo con un sorriso, la portastialla tua bocca e iniziasti a fumare, aspirando tutto il fumo che potevi,facendolo penetrare nei polmoni.
Era da tanto che non fumavi, quella sensazione immediata simile a una bomba neipolmoni, sentirsi la testa più leggera e il fiato più corto ti fece tornarealla mente i tempi in cui ne abusavi, alle superiori, per calmare stress eansia.
Feci un altro tiro, godendone il sapore sulle tue papille gustative, diverso daquello di una comune sigaretta, poi ripassasti la canna ad Eren, appoggiasti laschiena alla panchina e, con il viso rivolto verso il cielo, iniziasti aparlare, tenendo chiusi gli occhi:
- "Eren, sai cosa? Fregatene! Anche io sto cominciando da veramente poco, mavoglio prendere in mano la mia vita e farne ciò che voglio. Una mia amica midisse che ognuno è libero di fare ciò che vuole finché non lede la libertàdegli altri, perciò... fregatene, prendi il tempo che ti serve e vivi la tua vitacome meglio credi".
Eren ti guardò tenendo la canna tra le labbra, per poi appoggiare anch'esso laschiena, imitando la tua posizione; successivamente ti diede un colpo con lamano, passandoti nuovamente la canna, tu accettasti e iniziasti a fumarla:
- "Puoi finirla, se vuoi. Era bella grossa, ne ho fumata metà io da solo,tienila, te la offro io" disse
- "Io ti piaccio Eren?" chiesi immediatamente senza dar troppo conto a ciò cheti disse in precedenza
- "C-come?" rispose, un po' sbalordito
- "Sai che ne ho parlato con gli altri e so che ne avete parlato tutti assieme.Io ti piaccio sì o no?" chiesi nuovamente
- "Sì... perché?" rispose Eren, guardando sempre verso l'alto
- "Anche tu mi piaci e ringrazio la ganja per darmi questo potere dellasfacciataggine. Non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo da sobria ma sappiche sei stato il primo che ho adocchiato, mi sei piaciuto fin dall'inizio e miha incuriosita subito, il tuo fascino misterioso, il fatto che mi parlassipoco... mi hai attratta molto" dissi, guardandolo e sorridendo, mentre faceviuscire il fumo dalla tua bocca
- "Sono contento!" esclamò "però non voglio ti faccia strane idee, sono semprefreddo con le persone, sicuramente parlo molto di più con quelle a cui vogliobene ma anche con loro non so essere caloroso, o meglio, caloroso nei modoclassici"
- "Questo per dirmi che?" chiesi, guardandolo incuriosita
- "Per dirti che non devi aspettarti attenzioni simili a quelle di Osamu da me"disse, guardando avanti
- "Non ho bisogno delle attenzioni di Osamu, voglio le tue, mi piaci tu, quindivoglio le tue, la tua unicità"
- "Sicura?" chiese "Forse non sono bravo a letto nemmeno come gli altri"
- "Sei geloso?" chiesi, ridacchiando, mentre finivi la canna
- "No, non di loro, ma se dovessi avere qualcun altro al di fuori di noi, beh,ti verrei a cercare"
- "Su quello non devi preoccuparti, ne ho già quattro, bastano e avanzano..."
- "Poi magari non ti piace ciò che faccio a letto o ciò che mi piace, magarinon sono bravo ai livelli di Sukuna, o Kaneki"
- "Come posso saperlo se prima non lo scopro?" risposi, con tono sensuale.
Eren si girò verso di te, fissandoti mentre facevi gli ultimi tiri, potevivederlo con la coda dell'occhio, sorrideva e aspettava.
Finita la canna, buttasti il filtro nel cestino dietro di voi, per poi girartiverso di lui, fatta come un pinguino, sorridendogli; lui ricambiò il sorriso,poi si avvicinò a te, con una mano prese il tuo volto ed iniziò ad accarezzartila guancia sinistra; sorridevi poi ti spinsi contro di lui, baciandogligentilmente le labbra.
Iniziaste a scambiarvi dei dolci baci, mentre lui continuava ad accarezzarti ilviso, con l'altra mano afferrò la tua, tenendoti stretta. Allungasti la linguafacendo capire le tue intenzioni, il bacio si evolse in uno più passionale,avvicinaste ancora di più i vostri corpi, fino ad abbracciarvi; le vostrelingue danzavano ognuna nella bocca dell'altro, iniziaste ad eccitarvi, ilrespiro si fece affannoso e potevi sentire le farfalle nello stomaco.
Eren, appoggiandosi a te, mostrò la sua erezione, calda e voluminosa, nascosto daipantaloni che indossava.
Lo fermasti, smettendo anche di baciarlo:
- "Non possiamo qui" dissi
- "Vogliamo andare a casa mia?" chiese, con fare eccitato
- "A te va bene anche se ci sono gli altri?" risposi, con gli occhi semichiusidovuti all'effetto dell'erba
- "Non mi interessa degli altri, ti voglio " disse Eren, stringendo il tuo visonelle sue mani
- "Va bene allora"
Vi alzaste dalla panchina, tenendovi per mano e vi incamminaste nel dormitoriodei ragazzi.
Eren aveva fretta e lo si capiva dalla sua camminata svelta; facevi fatica astare al suo passo, data la situazione e la lunghezza delle tue gambe.
Presi il cellulare e mandasti un audio su WhatsApp ad Eleonora:
- "Ciao Ele, non farmi da mangiare, non so se torno. Ho incontrato Eren alparco, ora sto andando a casa sua, in caso cambi qualcosa, ti faccio sapere".

2DHarem: Osamu, Eren, Kaneki, Sukuna x Reader // PUBBLICAZIONE ANNULLATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora