2. Le leggende di Ignira

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La locanda era silenziosa nel cuore della notte e le sue stanze spente. Il frinire dei grilli giungeva lieve nella camera di Katsuki, la cui luce era l'unica a riversarsi sul buio dell'esterno attraverso la finestra rotonda dal vetro opaco e ingiallito dal tempo. Nel piccolo lume, poggiato sul bordo in ferro della cornice circolare, la candela si muoveva lentamente, la sua luce fioca tremava sulle pareti in penombra, riflettendosi sulle iridi rubino di Katsuki che con sguardo pensieroso lasciava indugiare i suoi occhi sul movimento iptonico della fiammella. L'atmosfera di pace creata dal silenzio e dal buio faceva correre libere le sue riflessioni e in sere come quelle gli strappava via il sonno, non lasciando al ragazzo null'altro da fare se non contemplare le stelle che punteggiavano il cielo scuro, la luna per metà visibile il cui chiarore risplendeva nella notte, la pianura che si estendeva al di là della finestra, il contorno scuro delle colline e le luci lontane dei villaggi rese fioche dalla nebbia.

Il biondo faceva scorrere un panno umido sulle sue mani, la sua pelle bruciava ogni qual volta che la stoffa ruvida sfregava via il sangue di quel cinghiale ormai asciugatosi tra le sue dita, ma quel lieve fastidio non sembrava disturbare il complesso flusso dei suoi pensieri o turbare il suo sguardo che si soffermava lentamente adesso sulla superficie irregolare del vetro che in alcuni punti della finestra rendeva difficile scorgere l'ambiente esterno; le sue iridi sembravano interessate ad ogni particolare, ai minimi difetti, alle ragnatele, alla polvere rimasta sull'infisso in ferro.

La camera era piuttosto piccola e spoglia, ospitava un letto in legno al centro dello spazio, un armadio piuttosto vecchio e un tavolino a parete proprio sotto la finestra e sopra il quale Bakugo aveva preso posto. Il ragazzo aveva entrambe le gambe piegate e avvicinate al petto, le ginocchia, poco distanti tra loro, reggevano le braccia mentre le mani continuavano a muoversi per lavare via il sangue. La spalla destra si reggeva sulla stessa parete che ospitava la finestra e il suo viso era di poco voltato verso l'esterno, illuminato in parte dal lume, la cui luce si rigettava anche sulla pergamena ai suoi piedi. Il foglio era sporco, i suoi bordi rovinati, l'inchiostro sulla sua superficie piuttosto vecchio riportava la mappa del regno di Idreria, o almeno i luoghi che Katsuki aveva visitato negli ultimi anni. Il regno di Nénór fedelmente rappresentato, affiancato al regno di Leurann; del territorio di Aethendor era riportata solamente Piana dell'esercito, al di là del Lago Rosso, poi nei confini tra Leurann e il regno del nord, era segnato solamente il Confine Della Pace. Aveva sentito parlare molti viaggiatori di quell'antico portone, si diceva che segnasse il confine tra vita e morte, era l'unico accesso (a detta di molti anche l'ultimo passaggio che un uomo avrebbe percorso) verso le terre di nessuno. C'erano storie contrastanti sul regno di Ignira (solo una volta Katsuki l'aveva sentito chiamato così), ma quella che l'aveva colpito maggiormente parlava di draghi. Proprio quando il suo sguardo ricadde sulla mappa, vagando distrattamente tra le lettere delle terre occidentali, la sua mente si perse ancora una volta nei ricordi.

Era di passaggio ad Amon'aeg, nel regno del sud, si trovava nei pressi delle mura e percorreva le vie lastricate che ospitavano le case basse e spoglie dei contadini; aveva attirato la sua attenzione un gruppo di bambini radunato davanti una casetta in legno preceduta da un piccolo cortiletto colmo di erbacce. Quella parte della città era senza dubbio la più povera e lo testimoniavano sia i giovani, dai volti sporchi di polvere e le vesti logore sia l'anziana signora, stremata dal tempo e dall'età, che faticosamente aveva preso posto su una sedia di fianco alla porta e parlava con voce roca e tremante sotto l'assoluta attenzione dei bambini. Bakugo non seppe nemmeno cosa avesse attirato tanto la sua attenzione da spingerlo ad ascoltare l'ennesima leggenda sulle terre di nessuno, aveva sentito parlare di demoni, di creature del caos, di re malvagi, maledizioni e ogni qual volta che udiva quelle storie non poteva fare a meno di pensare quanto la mente umana fosse incredibilmente fantasiosa.

«oh lo ricordo... sì... come dimenticarlo? Successe esattamente venticinque anni fa - la sua voce debole aveva un tono curioso, ma il biondo aveva sentito recitate simili parole tante di quelle volte, come se chi raccontasse quella storia di paura volesse dimostrare la sua sincerità - la terra di Idreria era in pace, il regno dell'ovest, il suo nome era Ignira, rappresentava l'equilibrio insieme agli altri tre regni... Leurann, landa della Terra, Nénór, regione dell'acqua, Aethendor, terra dell'aria e Ignira, regno del fuoco - gli occhi di Bakugo seguivano attentamente ogni movimento dell'anziana signora, la sua attenzione era ormai completamente rivolta a lei, mai si era domandato sull'origine del nomi dei tre, anzi dei quattro regni, mai aveva udito qualcuno parlarne - Ignira ospitava la ricca capitale di Caras-dur, era un regno prospero e potente, ma su di esso incombeva una grande minaccia, era la terra dei draghi - alcuni bambini si unirono in un coro di 'oh', e Katsuki spalancò di poco gli occhi ansioso di sapere dell'altro - creature mostruose e demoniache, dal corpo possente e squame più resistenti di un'armatura, occhi di serpente, ali di pipistrello, più potenti di un esercito di mille uomini, figli del caos, con un letale fiato di fuoco. Furono loro gli artefici della guerra, furono loro a distruggere la capitale e quei pochi superstiti che fuggirono dalle città distrutte e rase al suolo parlarono di uomini... anzi no, parlarono di demoni dalle fattezze umane che alleati con i draghi presero il controllo della terra di Ignira. Ma il potere dei tre regni, che si allearono per fronteggiare quei mostri, fermò la guerra dopo anni di lotte, i draghi e i demoni, loro cavalieri, furono sconfitti e la pace tornò ad Idreria... un prezzo alto, molte vite furono perse... ricordo bene la paura, la fame e i morti, ma i draghi sono ormai estinti, i demoni esiliati e noi viviamo al sicuro» sorrise la donna

The legend of dragons || KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora