21. Controllo e potere

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Bakugo respirò e cercò di concentrarsi sull'aria che gli riempiva i polmoni mentre il petto si gonfiava, la trattenne per brevi istanti, percepì i battiti regolari del suo cuore, i suoi muscoli intorpiditi tanto era rimasto fermo, le labbra secche che non proferivano parola da troppo tempo e gli occhi chiusi che lo privavano della vista su cui faceva tanto affidamento.

Dischiuse la bocca, istintivamente la sua lingua bagnò la pelle secca prima di espirare con un soffio, sentendo il petto rilassarsi.

C'era silenzio, il bosco era silenzioso, non riusciva a focalizzare la sua attenzione su niente, il suo capo compieva scatti impercettibili mentre le sue orecchie cercavano di captare distintamente i suoni che lo circondavano, ma non riusciva a soffermarsi su nessuno di essi, era come se il bosco fosse sospeso, sopito e privo di vita, come se la natura lo stesse osservando, silenziosa, in attesa di qualunque sua azione.

Inspirò, cercò di farlo più lentamente, provò a rilassare i suoi muscoli, uno dopo l'altro, ma il suo corpo rimaneva rigido, vigile, la sua fronte era corrucciata, un flusso irrefrenabile di pensieri attraversava la sua mente, ma doveva fermarli, doveva concentrarsi.
Strizzò gli occhi, c'era solo confusione nella sua testa, non sapeva come fare, in che modo percepire quel potere, non aveva idea di come controllarlo, incanalarlo, non-

«Bakugo, stai pensando troppo» non sobbalzò sentendo la voce di Tokoyami alle sue spalle, i suoi occhi si mantennero chiusi e la sua testa si voltò lievemente verso destra.

Si trovava seduto per terra, le gambe erano incrociate e le mani, poco prima abbandonate sul suo grembo, ora poggiate sul suolo alle sue spalle offrendogli un appoggio.

Sospirò frustrato e nervosamente le sue dita afferrarono la terra sotto di loro, scavando in quella superficie umida.

«non so cosa devo fare» si lamentò e quando aprì gli occhi fu nuovamente investito dalla luce del sole riuscendo quasi con sollievo a rendersi conto dell'ambiente circostante; si girò verso lo stregone e lo trovò con la schiena poggiata ad uno degli alberi e le braccia incrociate al petto, Dark Shadow alle sue spalle si limitava ad assistere alla scena.

«consideri quel potere come qualcosa di estraneo e difficile da controllare, devi solo rilassarti, crea un legame con ciò che ti circonda, percepisci l'energia di Idreria... il vento, gli alberi, la terra sotto di te» spiegò
«non potrò mettermi a fare meditazione sul campo di battaglia» ragionò e il suo tono sarcastico fece sospirare Fumikage. Nonostante la sua nota ironica però Katsuki esternò effettivamente il suo turbamento, perché se il solo modo di controllare il potere era quello, allora non aveva la minima possibilità di sfruttarlo in battaglia.
«no, ma sarai in grado di controllare questa magia solo con la pratica»
Katsuki sbuffò
«non si può far pratica in un giorno» sussurrò e se Tokoyami lo sentì evidentemente preferì non rispondere.

La sua frase rimase sospesa e la breve conversazione sembrò finire lì, Bakugo attese altri istanti, aspettando inutilmente che lo stregone gli desse un suggerimento, sperando che giungesse al punto anziché usare giri di parole o frasi criptiche, ma così non fu e l'ennesimo sospirò abbandonò le sue labbra prima che chiudesse nuovamente gli occhi e si concentrasse sul silenzio del bosco.

Creare un legame con ciò che lo circondava...

Prese ancora un gran respiro e cercò di pensare a cosa avesse intorno, senza la vista si sentiva impotente, era come se tutto ciò che lo circondava sparisse, abbandonandolo in un buio silenzioso; provò a ricordarsi cosa avessero visto pochi istanti prima i suoi occhi, ma una sensazione sembrò suggerirgli che non fosse quella la strada giusta. Soffiò l'aria fuori dalla bocca e le sue mani si spostarono, i polpastrelli percorsero la superficie della terra, ne sentirono la compattezza del terreno leggermente umido per la pioggia del giorno prima, i sassolini ruvidi sfregare contro la pelle, il terriccio bagnato sulle dita, la sua mano destra sfiorò una foglia secca, l'indice e il medio ne attraversarono lentamente il picciolo e poi si spostarono sulla lamina, seguendone le nervature, sentendone la superficie rigida e fragile, fino ai bordi rovinati e irregolari. Il suo capo scattò verso destra, percepì i rami degli alberi scossi dal vento e sentì quella stessa brezza solleticargli la pelle provocandogli la pelle d'oca. Le foglie secche venivano spinte dal vento e attraversavano la terra con un rumore sibilante.

The legend of dragons || KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora