Capitolo 5

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La neve ci mette quasi dieci giorni a sciogliersi, ma Stiles decide di tornare da Derek per riprendere gli allenamenti prima che sia del tutto scomparsa. Derek potrebbe aver sbuffato un sorriso quando il ragazzo è comparso alla sua porta confessandogli che gli mancava troppo cavalcare e sentiva il bisogno di allenarsi. Riprendono da dove si erano interrotti, quasi come se non avessero mai litigato, con la differenza che Derek parla un po' di più e, mentre Stiles a fine allenamento sistema i cavalli, Derek va a preparare la cioccolata calda aspettando che Stiles lo raggiunga per berla assieme. Stiles entra in casa, si toglie scarpe, cuffia e sciarpa, si siede sul ripiano in fianco a Derek e bevono in silenzio. Il che non è normale. Tutto quel silenzio per Stiles non è normale, ma a sua discolpa deve dire che i lineamenti di Derek sono così perfetti che non riesce a fare altro se non ammirarli come se si trovasse di fronte ad un opera d'arte. Quando hanno finito, Stiles sfila delicatamente la tazza dalle mani di Derek, producendo così un fugace contatto che gli fa battere il cuore, e la mette nel lavandino insieme alla sua, riempiendole d'acqua. Poi si riveste e se ne va. E Derek ha preso l'abitudine di accompagnarlo fino alla porta e lo guarda mentre si allontana guidando la sua jeep. Lo sa perché potrebbe osservarlo a sua volta dallo specchietto retrovisore fino a quando non gira l'angolo.



L'arrivo della primavera porta con sé anche l'inizio delle competizioni. La prima si svolge alla fine di marzo e una buona posizione equivale a cominciare ad accumulare il punteggio necessario per la qualificazione alle olimpiadi. Se poi dovesse vincere, vorrebbe dire trovarsi ad un passo dall'assicurarsi il biglietto d'ingresso per il suo sogno. Derek ovviamente non è con lui, ma ha lasciato il compito a Vincent. Solo che Stiles non è tranquillo come dovrebbe essere, le gambe continuano a tremare e vorrebbe tanto sentire la voce di Derek imprecare dicendogli che il suo costante muoversi gli sta facendo venire mal di testa. Sorride a quel pensiero per poi tentare di concentrarsi quando sente chiamare il suo nome. Entra al passo, sfilando davanti ai giudici. Comincia il percorso e va tutto alla grande. Segue alla lettera i consigli di Derek, e sente sotto di se Red rispondere alla grande. È quasi al termine della sua esibizione quando sente la cavalla irrigidirsi davanti all'ultimo ostacolo. Stiles la sprona ugualmente, ma si blocca rifiutandosi di saltare. Stiles sospira sconfitto, torna indietro e riprova. Questa volta Red salta, ma ha perso troppo tempo. Stiles lo somma a mente alla penalità che avrà sicuramente preso per il mancato salto e crede di essersi posizionato al quinto posto.

Stiles non sa se essere felice o piangere quando scopre di essersi posizionato al terzo posto. Sicuramente è andata meglio di quanto aveva immaginato, ma questo significa che, se fosse riuscito ad eseguire il salto alla prima occasione, avrebbe potuto vincere.

È con questo stato d'animo che si presenta da Derek, con il video della gara in mano. Sono quasi le nove quando arriva a Villa Hale, ma Derek lo fa entrare senza dirgli nulla. Sono seduti a fianco al tavolo della cucina mente lo guardano. Derek è molto concentrato, stoppa e torna indietro in alcuni punti mentre Stiles si perde ad osservare le sfumature di quegli occhi che a primo impatto possono sembrare verdi, ma che in realtà sono di un colore indefinito, ma bellissimo. "Nella prima parte sei stato perfetto" dice interrompendo i suoi pensieri poco opportuni. "Anche il tempo lo era. Poi sei ricaduto nel solito errore"

"Der, io non so che fare. Come faccio a correggere un errore che non so individuare?"

"Ti ho detto qual è il problema. Sei tu che continui a dire che non hai paura"

"Ma è vero, non ho paura. Forse, se tu fossi stato vicino a me, avresti saputo come guidarmi" sussurra Stiles.

"Stai dando la colpa a me?"

"No, ma..."

"Stiles" lo interrompe "credo di avertelo già ripetuto un sacco di volte. Sono il tuo allenatore, non non voglio essere tuo amico"

E quelle parole a Stiles fanno male. "Ma io credevo..."

"Cosa?"

"La cioccolata..."

"Stiles, solo perché ti offro una cioccolata, non significa nulla"

"Non per me..."

"Allora mi dispiace averti illuso"

"D-devo andare" balbetta alzandosi di scatto e correndo verso la porta.

Esce come sempre senza chiuderla, anche se è piuttosto sicuro che Derek non lo stia seguendo. Entra sulla jeep, infila le chiavi nella toppa e gira. Un rumore poco rassicurante esce dal motore della macchina che ha deciso proprio quella sera di non partire.

"MALEDIZIONE!" urla tentando di nuovo di accenderla, battendo le mani con frustrazione sul volante.

"Tutto bene?" domanda Derek probabilmente attirato dallo strano rumore della jeep.

"Lasciami in pace"

"Stiles..."

"No Der. Non vuoi essere mio amico perciò non sei tenuto ad aiutarmi"

"Stiles non fare lo stupido"

"Non voglio illudermi più di così, e ti prego Der, non farlo. Lasciami andare" dice con gli occhi lucidi.

"E dove vuoi andare? Siamo in mezzo al niente, c'è buio e comincia a fare freddo. Non posso permetterti di restare qui o andare a casa a piedi"

"Cosa t'interessa?"

"Sei un bravo cavaliere, forse un po' testardo, ma con del talento. E puoi arrivare dove non sono arrivato io. Mi sentirei estremamente in colpa a lasciarti qui"

"Tutto qua?" chiede flebilmente.

"Credo che dovrai fartelo bastare"

"Solo se mi lasci il divano e mi presti tu i vestiti con cui dormire"

"Ok, questo posso farlo" acconsente.

Tornano entrambi in casa, restando in silenzio. Silenzio che rimane anche mentre Derek gli allunga i suoi vestiti e gli prepara il divano. Stiles esce dal bagno con addosso una maglia di Derek che gli copre anche le mani e i pantaloni a cui ha dovuto far su l'elastico quattro volte per evitare che gli cadessero. Derek lo guarda camminare verso il centro del salotto. "Cosa c'è?" domanda Stiles sentendosi un po' in imbarazzo per quello sguardo.

"Sembri ancora più piccolo. Con i miei vestiti intendo"

Stiles era certo che ci fosse anche dell'altro che non gli avrebbe mai detto. "Non è colpa mia se hai tutti quei muscoli" borbotta.

Derek inarca il sopracciglio. "Avresti dovuto vedere quelli di prima"

"Non credo che quelli delle braccia fossero così sviluppati"

"Ma le mia gambe..."

Stiles osa mettergli una mano sulla spalla. "Restano comunque più muscolose delle mie"

Derek sorride appena. "Buonanotte Stiles"

"Notte, Der"

Stiles ci mette un po' a trovare la giusta posizione. Nonostante quel divano sia piuttosto comodo, non riesce proprio ad addormentarsi. Continua a ripensare alle parole di Derek, al fatto che non vuole diventare suo amico, però si sia preoccupato per lui e abbia insistito per ospitarlo. I comportamenti di Derek sono sempre in contrapposizione con le sue parole, e questo rende Stiles ancora più confuso, specialmente considerando che ha cominciato a rendersi conto che Derek gli piace, e non solo come persona, ma come qualcosa di più. Sa di avere ben poche speranze, forse praticamente nulle considerando che non sa nemmeno se è gay o etero. Sente le palpebre farsi un po' pesanti quando un urlo lo fa sobbalzare.

Stiles si alza di scatto a sedere procurandosi anche un mezzo capogiro, ma l'urlo si ripete e scatta in piedi. Non capisce cosa dice, ma Derek sta urlando e non può proprio starsene sul divano a far finta di niente, quindi prende il cellulare per farsi luce e va verso la porta chiusa della camera dell'altro. La apre piano, per non spaventarlo dato che sta sicuramente avendo un incubo, e avanza illuminando di poco l'ambiente.

Derek è disteso al centro di un grande letto matrimoniale, si sta agitando muovendo le braccia e portandosi le mani a coprirsi il volto. Ora Stiles riesce anche a sentire meglio quello che sta gridando.

"NON LE SENTO! LE GAMBE! NON LE SENTO PIÙ!"

È un ripetersi sempre delle stesse frasi che inizialmente gela Stiles sul posto, ma Derek continua ad agitarsi e fa qualche passo verso il letto. Stiles non sa cosa fare, vorrebbe svegliarlo per non fargli rivivere quelle scene, ma Derek urla, è madido di sudore e ha le lacrime agli occhi, svegliarlo di colpo gli farebbe solo male. Quindi, in silenzio, gli afferra una delle mani che ha sul viso con la quale sta quasi per graffiarsi e gliela stringe tra le sue. Derek tace di colpo, continuando però a dormire e a respirare affannosamente, con il viso contratto da chissà quale dolore.

Stiles si stupisce di quel cambiamento, ma continua a stringere la sua mano, sfiorandone le nocche piano. Derek sembrava essere sulla via della ripresa, ma un altro urlo straziante fa contorcere lo stomaco di Stiles.

"LASCIATEMI MORIRE!"

E a quel punto Stiles azzarda ancora di più. Si siede sul letto lentamente, senza far muovere Derek e, mentre con una mano tiene ancora quella dell'uomo, con l'altra gli sposta i capelli sudati dalla fronte. Lo sente accaldato, probabilmente per l'agitazione, quindi con la manica lunga della maglia gli asciuga le gocce di sudore e gli soffia leggero sul viso. Derek comincia a calmarsi: non agita più le braccia e il respiro sta lentamente tornando regolare. Dopo pochi minuti Stiles nota che anche la ruga tra le sopracciglia è sparita e fa per alzarsi, poggiandogli la mano lungo il fianco. Solo che non ci riesce. Derek stringe le sue dita in una morsa dolorosa e gli vieta di alzarsi. Stiles guarda subito il suo volto aspettandosi di trovarlo sveglio, ma si sbaglia, sta ancora dormendo.

Vinto dalla stanchezza e dalla presa dolorosa, Stiles si risdraia e riprende ad accarezzare quel volto perfetto, solleticandosi i polpastrelli con la barba. Appoggia la testa sulla spalla dell'uomo mentre lo osserva e lentamente le palpebre si fanno pesanti.



Dolore. Tutto quello che sento Stiles è dolore. Al sedere precisamente, e freddo, tanto freddo. Apre gli occhi stizzito e vede solo marrone: il parquet.

"Cosa cazz-"

"COSA CI FACEVI NEL MIO LETTO?!"

Ecco, ora ricorda. Le urla, le carezze, Derek.

"MI RISPONDI?!"

Giusto, Derek. Stiles si mette a sedere massaggiandosi la schiena e guarda al in su verso il letto da cui si sta sporgendo un furioso Derek.

"Buongiorno a te" tenta di sdrammatizzare, ma riceve un'occhiata di fuoco.

"Okay, okay" dice alzandosi, "hai-hai avuto un incubo e stavi male e sono venut-"

"E CHI TE L'HA CHIESTO?!"

"Scusa, eh, se mi preoccupo di gente che urla nella notte!"

"APPROFITTANDO DI LORO NEL SONNO?"

"C-cosa stai dicendo?" urla adesso anche Stiles, alzandosi in piedi.

"Avevi una mano sotto la mia maglia"

Stiles apre e chiude la bocca, sentendosi totalmente in imbarazzo. "S-scusa. Non era mia intenzione"

"E allora cosa volevi fare?" domanda ora un po' più calmo.

"Ti ho sentito urlare. Inizialmente pensavo di svegliarti, ma poi... mi hai spaventato Der" confessa a testa bassa.

"Cos'ho detto?"

"Di lasciarti morire"

"Forse sarebbe stato meglio"

"No, Der. Questo non te lo concedo. Mamma ha lottato con tutte le sue forze anche solo per riuscire a stare con noi un giorno in più, ma non ce l'ha fatta. Si è dovuta arrendere al cancro. Ma tu, tu hai la fortuna di essere ancora vivo. Non sprecarla"

"È vita questa?"

"Lo sarebbe se concedessi alle persone la possibilità di avvicinarsi a te"

"Sono stanco di sentirmi addosso sguardi carichi di pietà"

"Io non provo pietà per te. Solo una grande ammirazione per la tua forza di andare avanti senza dipendere da nessuno"

"Però vuoi aiutarmi lo stesso"

"Der, permettere a qualcuno di aiutarti non significa sembrare deboli perché tu non lo sei e me lo hai dimostrato più di una volta"

"E allora perché vuoi farlo"

"Non lo so. È una cosa che mi viene istintiva. Forse perché mi sembra che tu stia portando un grande peso tutta da solo, o semplicemente perché può essere un modo come un altro di avvicinarmi a te"

"Ci tieni così tanto ad essermi amico?"

"Mi piaci, ok non in quel senso. Oddio si, forse anche un po' in quello perché andiamo, sei un bellissimo ragazzo e sì, io ho un paio di occhi che funzionano sorprendentemente bene e sono anche un po' gay e..."

"Stiles..."

"Sì?"

"Respira"

"Oh, oh, sì, scusa. È che quando sono in imbarazzo parlo senza sapere quello che dico"

Derek ridacchia. "Allora è il caso che ti fermi"

"Ti dà fastidio?"

"Cosa?"

"Che sia gay"

"No, nessun fastidio"

Un piccolo sorriso si dipinge sulle labbra di Stiles.

"Andiamo ragazzino, ti preparo la colazione"

"Hai una fidanzata?"

"Siamo già a questo livello di amicizia?"

"Scusa"

"Comunque no, nessuna dolce metà. Chi vorrebbe un rottame del genere?"

"Io ti vorrei. E non sei un rottame" sussurra con le guance in fiamme.

Derek gli passa affianco, colpendolo leggermente con una spalla. Stiles potrebbe giurare di averlo visto sorridere.

Tra gli ostacoli del cuore | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora