Capitolo 3

1.3K 84 2
                                    


L'indomani mattina Stiles si ritrova davanti al cancello di Villa Hale alle dieci in punto. Il cancello è già aperto permettendogli di entrare con la sua jeep a cui ha attaccato il rimorchio con dentro il suo cavallo. Parcheggia e fa uscire Red Fox e, tenendola per le briglie, arriva fino davanti all'ingresso del recinto. È vestito di tutto punto ma non ha la minima voglia di essere lì: è tutta mattina che si ripete come un mantra che lo sta facendo per la sua carriera, ma una vocina nella sua testa continua a ripetergli di mettere più distanza possibile tra sé e quell'uomo. Lo stesso uomo che lo sta aspettando a braccia conserte e il suo solito cipiglio serio. "Cominciamo?"

"Cosa devo fare?" domanda Stiles stupendosi di non vedere ostacoli all'interno del recinto.

Derek segue il suo sguardo e capisce. "Ho bisogno di vedere come cavalchi, la tua postura e come il cavallo risponde ai tuoi comandi" spiega.

"Quindi?"

"Quindi ora entrerai ed eseguirai alla lettera i miei comandi"

"Perfetto, cominciamo"

Stiles ci mette tutto se stesso in quella prova, segue perfettamente ogni comando di Derek e, sotto di lui, Red Fox risponde alla perfezione. Anche se inizialmente credeva che la prova fosse semplice, si sta ricredendo. È uno sforzo considerevole mantenere la corretta postura e contemporaneamente ascoltare la voce dell'uomo e dare i giusti input al cavallo. Tempo un'ora e si ritrova completamente sudato. "Un'ultima cosa e poi abbiamo finito" dice Derek "salta la recinzione"

Stiles resta un po' perplesso davanti a quel comando, ma poi prende un profondo respiro, colpisce i fianchi di Red Fox per farla trottare decisa verso l'ostacolo improvvisato. Manca solo qualche metro e Stiles si solleva dalla sella per lo slancio quando l'animale si blocca, rischiando di farlo schiantare in avanti. "Maledizione!" urla Stiles con rabbia, consapevole del fatto che quell'errore avrebbe potuto compromettere tutto.

"Va bene così, ho visto abbastanza"

"Ok, me ne andrò di qua e non ti disturberò più" sussurra mesto Stiles smontando da cavallo.

"Da quanto tempo cavalchi lei?" chiede invece Derek.

"Da un anno e mezzo. Quello di prima era diventato troppo vecchio per sostenere le gare"

"Capisco. Ti va bene cominciare gli allenamenti la prossima settimana?"

Stiles sgrana gli occhi sorpreso. "Davvero?"

"Si, credo che il problema di base sia che con i salti non riuscite ancora bene a comunicare. Sistemando quello e alcuni errori nella tua postura, non dovresti avere problemi a qualificarti per l'olimpiade"

E Stiles vorrebbe davvero saltare come un bambino, battere le mani e correre ad abbracciarlo, ma le parole del giorno prima tornano prepotenti nella sua memoria, smorzando tutto il suo entusiasmo. "Oh, bene"

"Tutto qui?" domanda Derek con sguardo quasi... deluso. "Pensavo di vederti quantomeno saltellare. Sei riuscito ad ottenere quello che volevi"

"Hai detto che il nostro rapporto si deve limitare all'equitazione. Quindi non credo di doverti dimostrare i miei sentimenti"

"Hai ragione. Dove tieni di solito il cavallo?"

"Al maneggio dove mi alleno"

"Puoi lasciarla qui. Il posto non manca e sarà più tranquilla se non deve essere spostata ogni volta che verrai ad allenarti"

"Sicuro che non è un disturbo?"

"No"

"Ti dovrò pagare"

"Non voglio soldi, non ne ho bisogno"

"Così però mi sembra di approfittarne"

"Vorrà dire che nei giorni di allenamento, quando finirai di sistemare Red ti occuperai anche di Wolf, va bene?"

E questa volta Stiles non riesce a contenersi, saltella fino alla sedia di Derek, si abbassa, gli getta le braccia al collo e gli lascia un veloce bacio sulla guancia. "Grazie"

Derek lo sposta malamente. "NON. FARLO. MAI. PIÙ."

Stiles sbuffa. "Va bene. Ti hanno mai detto che assomigli a un vecchio lupo brontolone?"

"Occhio alla gola, allora. Potrei sempre strappartela a morsi"

"Diventeremo ottimi amici io e te" dice Stiles per poi scappare via senza nemmeno attendere la risposta di Derek.



Per le due settimane seguenti Stiles si reca a Villa Hale sempre in perfetto orario e si allena mantenendo la massima concentrazione. Si concede di distrarsi solo quando fa riposare Red per qualche minuto dopo qualche salto un po' più difficoltoso. Il rapporto con Derek non è per nulla cambiato e non sa se esserne felice perché non è peggiorato, o rattristarsi perché con un allenatore bisogna pur scambiare qualche chiacchiera. Non che il ragazzo non ci abbia provato più volte. La prima era stata durante il secondo allenamento, quando, mentre Red beveva, Stiles aveva visto entrare dal cancello principale una bella ragazza dai capelli neri. Aveva chiesto a Derek chi fosse, giusto per fare conversazione, ma lui gli aveva detto qualcosa come "non sono affari tuoi. È casa mia e chi ci entra non deve interessarti". Stiles aveva taciuto per le successive due volte. La seconda volta, invece, aveva chiacchierato senza volerlo. Stava camminando verso la scuderia per metterci dentro Red e Derek lo stava seguendo a qualche metro di distanza. Stiles notato uno strano simbolo sul legno del box di Wolf, non ci aveva mai fatto caso, e aveva chiesto a Derek cosa fosse. Lui si era subito rabbuiato, aveva fatto dietro front ed era entrato in casa. Stiles aveva seguito quelle tre spirali con il polpastrello, pensieroso, poi aveva fatto le coccole ai due cavalli ed era andato via senza salutare.

La terza volta non era stato proprio un tentativo di fare conversazione, più di salvataggio. Stiles era sceso da cavallo perché Derek voleva "osservare l'animale da solo" e si era messo di fianco a lui fuori dalla staccionata. Stiles era intento a guardare Red trottare da sola e si era semplicemente spaventato quando un calabrone gli era volato praticamente sul naso per poi spostarsi davanti agli occhi di Derek. E Stiles aveva solo agito di istinto: si era messo dietro la sedia a rotelle, afferrato i manici e spostato Derek. Derek che se avesse potuto l'avrebbe sbranato. Stiles giura di averlo sentito ringhiare prima di dire "Non sono un invalido! Non toccarmi mai più! Sei solo un ragazzino invadente!" e poi andarsene in casa.

Sono passati due giorni da quell'avvenimento e Stiles sta cavalcando osservato a distanza da Derek e sta cercando da almeno quindici minuti di saltare un ostacolo. Sta eseguendo alla lettera i consigli dell'allenatore, inclina la schiena nel modo giusto, ha i piedi posizionati bene, la presa decisa, ma nulla, ancora una volta Red frena poco prima di saltare, facendolo quasi sbalzare in avanti. Il ragazzo smonta dalla sella e si passa le mani sul viso esasperato.

"Non so cosa fare. Perché non salta?!"

Derek entra nel recinto e gli si mette davanti.

"Perché sente che hai paura. Tu sei teso e lei lo sente, e non si sente di affrontare un ostacolo così alto"

"Di cosa dovrei avere paura? Ti ho detto di non averne!"

Stiles sbotta, forse anche in modo eccessivo, ma Derek insiste su quel punto già da due incontri. Ha sempre saltato con disinvoltura, non vede perché questa volta dovrebbe essere diverso.

"Ragazzino, chi dei due è l'allenatore? Sarà una cosa inconscia, ma si nota cosa provi"

"Ma cosa ne vuoi sapere?"

"Credo di avere più esperienza di te, sai?"

Derek sta cominciando ad alterarsi, Stiles l'ha notato, ma forse è proprio quello che vuole.Non ha paura, ma è teso perché più si sforza e più non riesce. Vuole sfogarsi.

"Certo che lo so! Abbiamo anche otto anni di differenza! Ma questo cosa vuol dire? Che comprendi così bene i sentimenti umani?"

"No, ma conosco i cavalieri e i cavalli e quella è paura, che tu lo ammetta o meno!"

"NON SALI SU UN CAVALLO DA UNA VITA!"

Stiles questa frase la sputa fuori senza prima pensarla e intrisa di cattiveria che non pensava di avere. Se ne pente un trecento millesimo di secondo dopo, ma l'ha detta e l'espressione di dolore di Derek e già una punizione, solo la prima, lo sa. Ora parlerà.

"Stammi bene a sentire perché parlerò solo questa volta, la prossima ti metto direttamente le mani addosso. Io non so chi sei e non ho nessuna intenzione di saperlo, ma so che non sei nessuno per mettere bocca nella mia vita. Sei solo un ragazzino viziato a cui, probabilmente, i genitori hanno fatto vedere un cavallo una volta e lui crede di poter diventare un campione senza nemmeno dare ascolto a chi ha più esperienza, anche se poi li prega per essere aiutato. A quanto pare non hai rispetto per l'esperienza altrui e nemmeno le basi di un'educazione che ti permettano di non dire frasi come quelle che hai detto pochi secondi fa. O forse non hai cervello. Va via da casa mia e non farti vedere mai più!"

Stiles resta immobile. Ogni singola parola l'ha sentita nello stomaco come un pugno e sa di essersele meritate. Non tutte, anche Derek ha esagerato, ma non ha la forza di ribattere. Resta lì mentre l'altro si allontana e rientra in casa sbattendo la porta d'ingresso. Resta lì fino a quando Red non si avvicina al recinto e nitrisce facendolo riemergere da quella sottospecie di shock. Prende la cavalla e la riporta alla scuderia, non ha modo di portarla via ora, e sale in auto. Prima di mettere in moto si asciuga una lacrima che è riuscita a scappare e lancia un ultimo sguardo alla casa. Le tende sono tutte chiuse.

Tra gli ostacoli del cuore | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora