Capitolo 8

1.7K 94 6
                                    


Per il mese successivo le cose vanno alla grande. Stiles riesce a completare il percorso che dovrebbe svolgere alle olimpiadi e vince altre due gare guadagnandosi sempre il primo posto. È fiero di se stesso e anche Derek è fiero di lui. Stiles lo sa anche se l'uomo non gliel'ha mai detto, ma ogni volta che dopo le gare gli ha portato le registrazioni, gli ha detto qualcosa come "Hai meritatamente vinto, non hai sbagliato nulla". Nel frattempo Stiles è entrato anche nella categoria Seniores, dato che ha compiuto ventuno anni il 29 maggio. Quel giorno l'ha passato con suo padre e Scott, il suo migliore amico, ma, per la prima volta, avrebbe voluto passarlo anche con qualcun altro. Per questo, quando gli arriva un messaggio di Derek che gli chiede di passare il giorno dopo per casa sua, non chiude occhio e si presenta a Villa Hale alle otto di mattina. Derek lo guarda malissimo, lo sguardo ancora assonnato, ma lo fa entrare e accomodare in salotto. Torna in camera e quando lo raggiunge di nuovo, gli posa sulle ginocchia un enorme pacco regalo. Stiles lo guarda con gli occhi che brillano e comincia a strappare la carta con foga. Quando capisce di cosa si tratta, non riesce a trattenere le lacrime.

"È-è-"

"Una Stübben, modello Roxanne" continua per lui la frase Derek"

Stiles sfiora la pelle della sella con occhi sognanti. Non è mai riuscito a permettersi un accessorio del genere e gli sembra di sognare.

"Non-non avresti do-vuto. Costa un sacco!"

Ma Derek fa spallucce e gli dice solo che è contento che gli piaccia, perché non poteva presentarsi alle olimpiadi con una sella rovinata come la sua. Vanno insieme a provarla su Red e a Stiles sembra di essere seduto sulle nuvole. Derek alza gli occhi al cielo quando sente questo paragone, ma lascia passare.



La settimana successiva, quando Stiles va a casa di Derek per l'allenamento pomeridiano, invece, tutto il buon umore che aveva visto quel giorno è sparito. Derek, quando gli apre la porta, a stento gli fa un cenno con la testa per salutarlo e Stiles lo trova decisamente trascurato. Ha la barba più lunga e gli occhi arrossati, indossa una tuta logora ed è a piedi scalzi.

"Tutto bene, Der?" gli chiede piano, ma l'uomo non lo sente nemmeno, continua solo a sbattere i cuscini del divano. Sembra stia facendo le pulizie, ma la casa è molto più in disordine del solito. Ci sono scatole di cibo cinese sul tavolino basso, dei libri aperti buttati sul divano e anche dei calzini appoggiati su un ripiano della libreria.

"Derek?" riprova.

"Mh?"

"Stai-stai bene?" richiede titubante, guardando lo sguardo vuoto dell'altro.

"Perché non dovrei?" risponde tenendo lo sguardo basso.

"Non-non lo so. Sembri stanco" e distrutto e triste, vorrebbe aggiungere Stiles, ma non lo fa.

"Mi passerà"

"Posso fare qualcosa?"

Tutto quello che riceve in risposta è lo sguardo di Derek che si alza nel suo e che lo scava dentro. Derek non ha più solo gli occhi rossi, ora sono licidi e stanno facendo cadere delle lacrime sulle sue guance.

Stiles fa tre passi e si avvicina a lui, abbassandosi sulle gambe per guardarlo fisso negli occhi e chiedergli cosa diavolo gli sta succedendo, ma Derek lo anticipa.

"Sai che giorno è oggi, Stiles?" chiede, e il ragazzo fa no con la testa.

"L'anniversario della mia morte" è la spiegazione che gli dà il maggiore e Stiles capisce. È il 5 giugno, giorno dell'incidente di Derek, giorno in cui ha smesso di camminare. Stiles gli prende istintivamente le mani tra le sue e davvero non sa cosa fare. Vorrebbe tenere insieme i pezzi di quell'omone tanto grande quanto fragile.

"Cosa posso fare? Come posso aiutarti? Tutto quello che vuoi" dice, volendo sembrare forte, ma parlando con un tono di preghiera. Probabilmente sta anche piangendo. Derek stringe la presa intorno alle sue mani e lo guarda duro.

"Non voglio pensare" dice, e Stiles sa che dovrebbe andare a prendere una bottiglia di Vodka e farlo ubriacare, ma usa un altro metodo.

Fa scontrare le loro labbra con uno slancio tale da farsi male, ma non si ferma. Appena sente le labbra di Derek schiudersi, gli prende il labbro inferiore tra i denti, leccandoglielo e mordendoglielo. Hanno ancora entrambi gli occhi aperti, ma appena Stiles fa incontrare le loro lingue, Derek abbassa le palpebre e si lascia andare. Stiles lascia che sia lui a prendere il comando di quel bacio quasi famelico, anche se presto diventa una danza di supremazia, nessuno dei due vuole sottomettersi. Il più piccolo si stacca pochi minuti dopo, con il respiro corto e sicuramente le guance in fiamme.

"Lascia che sia io a prendermi cura di te" afferma. Derek gli afferra il colletto della camicia e se lo tira a un millimetro dal volto, parlandogli sulle labbra.

"Seguimi tra cinque minuti." Poi lo libera e va in camera da letto.

Stiles si siede sul divano in attesa. Sente il cuore rimbombare nelle tempie, le mani gli tremano e non riesce proprio a pensare. Quella non è certo la sua prima esperienza, ma cavolo, quello che probabilmente si sta mettendo a letto è Derek Hale.

Cinque minuti dopo, Stiles si fa coraggio e si avvia alla porta della camera che è socchiusa. Batte un leggero colpo sul legno e aspetta il permesso per entrare.

"Vieni" gli dice Derek e lui spinge la porta, bloccandosi alla visione che gli si para davanti.

Derek è al centro del letto, con la schiena contro la spalliera. Ha solo il pantalone della tuta addosso, sopra è completamente nudo e a Stiles si secca la gola. Vuole leccare quella distesa di pelle e muscoli più di ogni altra cosa. Fa scorrere lo sguardo e smette anche di respirare. Derek è evidentemente eccitato ed evidentemente senza biancheria.

"Ci hai ripensato?" chiede l'uomo e Stiles avanza cominciandosi a sbottonare la camicia a quadri e togliendosi le scarpe contemporaneamente. Arriva di fianco al letto e ci gattona su fino a posizionarsi in ginocchio di fronte a Derek, che gli afferra un braccio e fa scontrare di nuovo le loro labbra. Stiles non riesce a stare fermo, vorrebbe toccare ogni parte del suo corpo, ma si blocca quando sente un sapore salato sulle labbra. Derek sta ancora piangendo. Gli prende il viso tra le mani e gli asciuga le gocce che si perdono nella barba, poi comincia a leccargli il collo, alternando la lingua ai denti.

"Non-" Morso "Ti" bacio "farò" morso "pensare" gli dice e Derek reclina il capo abbandonandosi alle sue attenzioni. Stiles continua la sua discesa, fino al petto di Derek, strofinando una guancia contro la peluria scura e affondandoci il naso inebriandosi del suo odore. Sente le mani di Derek tra i capelli e sposta le labbra a circondare un capezzolo, succhiandolo e mordendolo, mentre pizzica l'altro con una mano. La presa di Derek sui suoi capelli si fa più forte e Stiles alza lo sguardo nel suo.

"St-Stiles"

"Mh?" dice guardandolo e continuando a far vagare la lingua sui suoi addominali.

"Fa qualc-" ma Stiles non gli permette di finire la frase perché stringe una mano intorno alla sua erezione, forte, da sopra i pantaloni. Derek quasi singhiozza con il respiro mozzato e Stiles non riesce a non baciarlo. Lui gli ha chiesto di farlo smettere di pensare, si prenderà cura di Derek, ma non riesce a non accontentare la sua voglia di sentire quelle labbra e quella lingua muoversi contro le sue. Il bacio è umido, è saliva, lingue, denti.

Derek sposta le mani dai suoi capelli alla sua schiena nuda e Stiles non riesce a reprimere un brivido quando sente le unghie sulla pelle. Prende a muovere la mano sul membro duro di Derek, su e giù, ma lui lo blocca.

"Cosa succede?" chiede interrompendo il bacio.

"Spogliami" gli ordina Derek e Stiles si scosta per abbassagli la tuta. Lo fa senza guardare le sue gambe, incatenando lo sguardo al suo, perché sa i timori che Derek ha su quella parte del suo corpo. Gli sfila piano l'indumento, poi gli si siede a cavalcioni, continuando a guardarlo, ma dondolando sulla sua erezione. Derek ansima, muovendo ancora una volta le mani sulla sua schiena.

"Perché lo fai?" chiede.

"Perché è la prima cosa che mi è venuta in mente per aiutarti" risponde Stiles non interrompendo il movimento, "e perché lo voglio" aggiunge.

"Spogliati anche tu" gli ordina Derek e Stiles scende dal letto per togliersi jeans e boxer, per poi ritornare nella stessa posizione.

Oscilla ancora un po' facendo scontrare le loro erezioni, ma Derek riprende a parlare.

"È-è la prima volta che non passo questo giorno da solo" dice, ma Stiles lo interrompe con un bacio.

"Abbiamo detto che non devi pensarci" dice, poi si porta due dita di Derek alle labbra, cominciando a succhiarle, ma Derek ritira la mano.

"No"

"Hai-hai del lubrificante? O-o vuoi che mi prepari da solo?" chiede, ma la risposta di Derek lo stupisce.

"Voglio che tu mi scopi e che mi faccia pensare solo al tuo cazzo dentro di me, Stiles".

E Stiles deve stringersi la base del suo pene per non venire all'istante. Scende dalle gambe di Derek e si sposta di poco più indietro, guardando per la prima volta le sue gambe. È in quel momento che sente l'uomo singhiozzare.

Non si rialza per baciarlo e asciugargli le lacrime, ma afferra una sua gamba e comincia a baciarlo dalla caviglia. Forse Derek nemmeno li sente quei tocchi, ma non gli interessa, deve sapere che Stiles adora ogni parte di lui. Lo bacia senza guardarlo, sente ancora qualche singhiozzo, ma si sta calmando. Arriva fino all'inguine, poi fa lo stesso con l'altra gamba.

"Ce l'hai il lubrificante?" chiede, ma Derek fa segno di no col capo.

"Allora girati a pancia in giù" ordina e lo aiuta a girarsi, facendogli appoggiare la testa sui cuscini.

Comincia col mordergli una spalla, poi lecca il tatuaggio che Derek ha tra le scapole e di cui non conosceva l'esistenza.

"Poi mi spiegherai il significato di questo" afferma prima di scendere lungo la sua colonna vertebrale con la lingua lasciando una scia umida. Vede che Derek muove impercettibilmente il bacino contro le lenzuola, per darsi sollievo, quindi accelera i movimenti e arriva al suo sedere. Morde una natica stringendo l'altra con una mano, per poi lasciarvi un bacio umido sul segno dei denti. Derek sta ansimando, Stiles non riesce a non esserne soddisfatto. Poi afferra entrambe le natiche con le mani e le separa, scoprendo la sua apertura.

"Se non ti piace o ti dà fastidio, fermami, okay?"

Derek quasi ringhia. "Stiles, leccami" ordina e Stiles ancora una volta teme di venire senza nemmeno toccarsi.

Abbassa il viso e soffia sull'apertura di Derek, poi dà una prima leccata. Non ha mai fatto quella cosa a nessuno e nemmeno a lui è mai stata fatta. L'ha vista nei porno, sì, ma viverlo in prima persona è decisamente diverso. Vede Derek inarcare la schiena e la cosa gli dà coraggio. Dà una leccata più profonda e, quando sente l'anello di muscoli cedere, vi infila la lingua facendola roteare piano. Non sa se gli ansimi siano suoi o di Derek, crede di aver smesso di pensare anche lui, ma poco gli importa. Spinge la lingua più in profondità, probabilmente facendogli alche male con i denti, ma ormai è troppo andato per pensarci. Fa entrare e uscire la lingua, simulando un amplesso fino a quando non sente Derek dire "di più, Stiles" e infila un primo dito. Lo muove delicatamente ricordandosi, in un barlume di lucidità, che Derek non ha rapporti da prima dell'incidente. Per un momento di chiede se ne ha mai avuti con ragazzi, ma il calore che si propaga attorno alle dita, che sono diventate due, lo distoglie da qualunque pensiero che non sia Derek e il suo piacere. "S-Stiles, un altro" e lo fa. Inserisce il terzo dito e le arriccia, riuscendo a sfiorare quel punto che fa urlare Derek. Stiles si perde a guardare quel ragazzo sempre composto, sciogliersi tra le sue mani. "Sei bellissimo" non riesce a trattenere.

"Nessuna smanceria. Scopami e basta, sono pronto"

Stiles sfila attentamente le dita. "H-hai i preservativi?"

"Primo cassetto"

Stiles si sporge, apre il cassetto e ci fruga dentro, esultando quasi quando sente il quadratino di alluminio sotto i suoi polpastrelli. "Girati" sussurra.

"I-io preferirei così"

Stiles vorrebbe insistere, ma non vuole in alcun modo farlo sentire a disagio perciò "va bene" acconsente, seppur a malincuore.

Apre il preservativo e lo srotola sulla sua erezione, la prende in mano e si allinea all'entrata di Derek. Lo penetra piano, fermandosi ogni volta che lo sente irrigidirsi, fino a quando è tutto dentro. Quando sente i testicoli sbattere contro le natiche di Derek resta immobile, appoggiando la fronte sulla spalla dell'uomo. "D-dammi u-un attimo" soffia sulla sua pelle.

"Non dovrei essere io a dirlo?" lo prende in giro Derek.

"Non è colpa mia se tu sei così... meraviglioso"

"Stiles..."

"Me lo hai chiesto tu"

"Muoviti"

Stiles dondola appena per assicurarsi che Derek non senta troppo dolore e, appena percepisce gli ansiti di Derek diventare più pesanti, aumenta la velocità e la profondità degli affondi. La sua mano corre istintivamente ad intrecciare le dita con quelle di Derek. Quando se ne accorge, si aspetta di essere scacciato, stupendosi quando invece stringe ancora più forte mentre le spinte diventano più intense. Il bacino di Derek asseconda come può le spinte di Stiles, cercando contemporaneamente una frizione soddisfacente contro le lenzuola. Vengono praticamente insieme e Stiles è quasi certo di aver urlato il nome di Derek. Gli ci vuole qualche istante per assicurarsi di essere ancora vivo a causa del troppo piacere appena provato, e per spostarsi dalla schiena di Derek, anche se il maggiore non si stava lamentando per il suo peso. "Va meglio?" domanda Stiles passandogli una mano tra i capelli.

"Sì, grazie. Ora puoi andare. Sistemo io questo casino"

E quelle parole ghiacciano Stiles perché no, proprio non se l'aspettava di essere scacciato così. Ok, forse non era stata una buona idea, ma sono amici, che senso ha trattarlo così?

"Der..."

"Cosa vuoi ancora?"

E il tono freddo di quella domanda gli trapassa il petto come una lama. "Avrei voluto solo che non mi facessi sentire come una puttana, ma ormai è tardi"

"Sei finalmente riuscito a entrare nel mio letto, ora pretendi anche le coccole?"

"Sei ingiusto" mormora Stiles trattenendo a stento le lacrime.

"Mi stai dicendo che non lo volevi?"

"Certo che lo volevo, ma eravamo in due su quel letto. E non osare dire che mi sono approfittato di te Der, perché sappiamo benissimo entrambi che avresti potuto fermarmi in qualsiasi momento"

"Ho fatto una cazzata, va bene? Ora vattene, lasciami solo"

E Stiles vorrebbe davvero rispondere qualcosa, qualunque cosa, ma non vuole farsi vedere piangere perché Derek non merita le sue lacrime. Esce sbattendo la porta, come per sottolineare il fatto che non voleva essere seguito, anche se, Stiles lo sa, non sarebbe mai successo.

Arrivato a casa, con gli occhi gonfi e rossi, Stiles ringrazia il fatto che suo padre sia in centrale e fa partire una telefonata.

"Ehi, Stiles, come va?" risponde una voce solare.

"Vincent, ho bisogno che tu vada da Derek a prendere Red Fox"

"Cosa? Non dirmi che avete litigato di nuovo, ragazzo"

"Non mi va di parlarne, voglio solo non vederlo più, ti prego"

"Stiles, com'è potuto succedere? Soprattutto dopo l'anniversario della morte di Claudia"

"Eh? Cosa c'entra mamma ora?"

"Non ricordi che è stato lui a chiederti di andare a casa sua?"

"Sì, Vincent, e allora?"

"È a causa mia. Quel giorno mi feci scappare con lui il fatto che non hai mai voluto allenarti, lui mi chiese perché e poi mi disse che avrebbe fatto qualcosa"

"Gli avrò fatto pena"

"Ti sbagli. Derek non ha mai fatto nulla senza volerlo pienamente"

"Oggi ho avuto la prova di quanto non sia vera questa affermazione"

"Non so cosa sia successo, ma Derek è... complicato, è vero, ma è buono e a te ci tiene. Non siete diventati amici? Non si stava sforzando?"

"Appunto, sforzando. E tu come sai tutte queste cose?"

"Lo conosco da quando aveva undici anni, ero il suo allenatore"

"Non ti ho mai visto al suo fianco nelle gare?!"

"Questo perchè, come te, ad un certo punto ha puntato in alto, ma siamo rimasti in ottimi rapporti. Credo di essere la persona con cui parla di più da dopo l'incident- Ecco perché avete litigato! Era oggi!"

"Non mi va di parlarne, Vincent"

"Ha sempre passato questa giornata da solo, Stiles, se vi siete visti, già solo questo cambiamento, lo avrà destabilizzato"

"Non è una giustificazione per come mi ha trattato, per niente. Voglio solo riavere la mia cavalla, okay?"

"Va bene, andrò personalmente a casa sua domani"

"Grazie, ciao Vincent"

"Ciao, ragazzo"

Stiles chiude la telefonata e si lascia cadere sul letto chiudendo gli occhi. Cade in un sogno tormentato dalle immagini di poche ore prima.

Tra gli ostacoli del cuore | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora