Capitolo 1

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"E QUESTA GARA È VINTA DA SEBASTIAN BASS!"

Stiles si dirige galoppando veloce verso il limite della pista e scende altrettanto velocemente dal cavallo, lasciando le briglie dell'animale nelle mani di Vincent, il suo allenatore.

È la seconda gara che perde in poco più di un mese ed è già al limite dell'esasperazione. Si allena ogni giorno, fa palestra, studia gli avversari e i loro punti deboli, ma è la seconda volta che non riesce a saltare l'ostacolo più alto e finisce in quarta posizione.

Si toglie il casco lanciandolo nello spogliatoio e si siede su una panca, tenendosi le mani tra i capelli.

"Cosa diavolo ti è preso? C'era gente che è venuta apposta per te e tu scappi a chiuderti qui dentro?"

Vincent irrompe insieme al suo sguardo più furioso, ma Stiles non lo guarda nemmeno.
"Sei arrivato quarto, non ultimo!" continua.

Ed è questo che fa sbottare il ragazzo.

"Fino ad un anno fa non sono mai sceso dal podio! Ero la stella della categoria! Ed ora che mi manca solo un anno per passare ai Seniores, mi vieni a parlare così? Voglio eccellere, Vincent! Non vedo perché accontentarmi! Come ci arrivo alle olimpiadi tra un anno? Se già il mio allenatore si accontenta della mediocrità, come posso farcela?" gli urla contro alzandosi.

"Stai dicendo che non vuoi che ti alleni?"

"Sto dicendo che voglio dare e ricevere il massimo"

"Bene. Ammetto i miei limiti e magari ho capacità limitate per le categorie inferiori, ma voglio il tuo bene, Stiles, ti alleno da dieci anni. Ti fidi di me?"

Stiles incrocia lo sguardo dell'uomo che ha di fronte e sì, certo che si fida. È come un secondo padre, lo vede una volta al giorno e passano anche le feste insieme. Quindi annuisce semplicemente.

"Prendi questa. È la mail di uno dei più grandi campioni di salto all'ostacolo degli ultimi quindici anni."

Stiles allunga una mano e poi legge il nome sul biglietto. La risata gli viene fuori spontanea.

"Sei serio? Non accetterà mai. Si è ritirato dopo l'infortunio e si dice non abbia voluto più vedere un cavallo. Come pensi possa allenarmi poi nelle sue condizioni?"

"Sarà difficile, ma tu sai essere abbastanza insistente quando vuoi qualcosa. So che faresti irruzione anche a casa sua pur di ottenere quello che vuoi. Sempre se lo vuoi"

Stiles abbassa di nuovo lo sguardo su quel pezzo di carta. Certo che lo vuole, è il suo idolo, ma ha letto troppe cose sui giornali per pensare di riuscire a convincerlo. Solo che Vincent ha ragione, ci proverà fino alla fine.



Il giorno dopo, Stiles si siede nella propria camera davanti al computer e una pagina bianca. Guarda il trattino per la scrittura lampeggiare per almeno mille volte, poi prova a scrivere.

To: Derek Hale ()
From: Stiles Stilinski ()

Gentile signor Hale
Salve Derek
Derek
Ciao!
Sono Stiles
Buongiorno, Signor Hale.
Sono Stiles Stilinski, non so se mi conosce, ma gareggio nella categoria dei Young Riders. Spero di non disturbarla, ma vorrei chiederle una cosa. Tra un anno e mezzo, quando sarò nei Seniores, vorrei partecipare alle olimpiadi di Rio de Janeiro. È il sogno della mia vita da quando avevo dieci anni e vidi un cavallo per la prima volta. Si chiederà perché glielo sto dicendo. Glielo spiego subito.
Non riesco a vincere. Il mio allenatore, che adoro ed è bravo e mi adora, non ha le competenze necessarie per portarmi così in alto. Non gliene faccio una colpa, ma è così. È stato lui a darmi la sua e-mail dicendomi di tentare e di chiederle se le va di allenarmi. Per me sarebbe un onore. La seguo da quando aveva quindici anni e sì, io ne avevo sette, ma la ricordo benissimo.
Sarebbe solo per un anno e mezzo, poi la lascio alla sua vita.
Spero di avere sua risposta,
Stiles.

Stiles clicca su invio con le mani sudate e il cuore che batte frenetico. È convinto di essere rifiutato, ma non può non chiedersi che reazione avrebbe nel caso in cui se lo trovasse davanti, se già ora sta quasi iperventilando. Dopo dieci minuti passati ad osservare la casella della posta in arrivo, sempre invariata e piena di pubblicità, decide di distrarsi prima con una doccia, poi facendosi un super panino con troppe cose dentro e infine giocando ai videogiochi. Manda anche un messaggio a Vincent per dirgli di aver fatto il suo tentativo e che è fallito, ma dopo tre ore, quando sta quasi per decidere di uscire di casa o impazzirà, il suono di una notifica lo fa bloccare con la testa nell'armadio.

Si fionda con fin troppo slancio sulla sedia con le ruote e sbatte con il ginocchio contro la scrivania, ma non gli interessa. Derek Hale ha risposto.

To: Stiles Stilinski
From: Derek Hale

No.

Stiles guarda lo schermo allibito. Poi incazzato. Poi furioso e di nuovo allibito. Gli ha scritto una mail di dieci righe e riceve in risposta solo una sillaba? Ma non sa dove sta di casa l'educazione? Non può trattenersi dal rispondere.

To: Derek Hale
From: Stiles Stilinski

Non mi saluta? Non mi spiega nemmeno il perché del suo rifiuto? Non mi merito nemmeno un po' di educazione? Dove è vissuto? Nelle caverne coi lupi?! Le avevo chiesto solo un piacere!

Questa volta Stiles deve aspettare solo dieci minuti per la risposta. Dieci minuti in cui si è mangiato dieci unghie.

To: Stiles Stilinski
From: Derek Hale

Non le devo nulla. Ringrazi che le ho risposto. Non mi importuni più.


To: Derek Hale
From: Stiles Stilinski

Importunare? Fare una richiesta vuol dire importunare? Non mi ha detto la sua motivazione, comunque!


To: Stiles Stilinski
From: Derek Hale

Non alleno nessuno, se lo faccia bastare.


To: Derek Hale
From: Stiles Stilinski

Certo che non me lo faccio bastare. Una parte di me ti sta per mandare a quel paese, ma ho davvero bisogno del tuo allenamento. Quindi mi merito una spiegazione valida.


To: Stiles Stilinski
From: Derek Hale

Chi ti ha dato il permesso di darmi del tu? E comunque non posso nemmeno salire su un cavallo, se sei mio fan dovresti saperlo.


To: Derek Hale
From: Stiles Stilinski

Certo che lo so. Ma so anche che per aiutarmi non ne avresti bisogno. Ho bisogno del tuo sapere. Non di vederti saltare.

Stiles, dopo aver inviato l'ultimo messaggio, necessita di un'altra doccia. Sapeva del carattere particolare di Derek Hale, ma quell'uomo è davvero odioso. "Tanto bello quanto antipatico" mormora scendendo le scale quando sente la porta di ingresso aprirsi.

"Figliolo, ora parli anche da solo?"

Lo sceriffo entra scrollandosi la pioggia di dosso e battendo i piedi sul tappeto.

"Si, pa', sto lentamente impazzendo, sta attento" gli risponde sorridendo, per poi aggiungere "ti va un bel misto di verdure bollite?".

In risposta riceve solo una specie di grugnito e si mette comunque ai fornelli.

Per i quattro giorni successivi, la sua casella di posta non notifica nessun messaggio in arrivo.

Tra gli ostacoli del cuore | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora