CAPITOLO I

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«Buongiorno ragazzi!» Eloy si era svegliato di ottimo umore quella mattina, finalmente erano arrivate le vacanze Pasquali, dalla mattina successiva e per i successivi quindici giorni, si sarebbe potuto dedicare a tutte quelle cose che, fino a quel momento aveva dovuto lasciare indietro per mancanza di tempo. Aveva anche intenzione di divertirsi, cosa inusuale per uno come lui, perché aveva deciso che era arrivato il momento di provare a uscire un po' di più e... buttarsi nella mischia. Del resto, era ormai alla soglia dei trent'anni e si sentiva pronto per affrontare una relazione, ma non era ancora il momento per le frivolezze. Ora doveva rimanere concentrato.

«Vedo che ci siamo tutti questa mattina, molto bene. Verifica di scienze, contenti?» il brusio, che faceva da colonna sonora nella classe, sentendo l'odiata parola, cessò bruscamente.

«Vi prego signori! Ridipingete sulle vostre belle facce il sorriso raggiante che ho visto prima, la verifica sarà orale, e l'argomento non dovrebbe avere segreti per nessuno di voi, visto che si tratta della storia dell'evoluzione genetica della nostra specie, dal 2025 ad oggi.» nel corso dell'anno, avevano affrontato più volte quell'argomento e, siccome la legge obbligava le scuole, in particolare i licei, ad effettuare annualmente, almeno una verifica sull'argomento, aveva deciso di farla prima delle vacanze pasquali.

«Vediamo un po'... Camilo. In che anno fu isolato e riconosciuto il primo caso di maschio Omega?» Camilo si assestò meglio sulla sua sedia, grato di avere ricevuto una domanda abbastanza semplice.

«Il primo caso accertato di maschio Omega, fu scoperto nel 2025 in Italia, precisamente in Puglia, ad Altamura.» Eloy gli fece cenno di proseguire, mentre si sistemava dietro la sua cattedra.

«Si chiamava Pasquale Greco. Aveva dodici anni, quando la sua appendice s'infiammò e dovettero sottoporlo ad un'operazione per asportarla. Nel corso di un'ecografia, si accorsero che gli organi interni erano anomali e decisero di verificare, durante l'operazione, di cosa si trattasse esattamente e...» Eloy fece cenno a Camilo di sedersi e indicò Fidele, facendogli cenno di continuare il discorso che Camilo aveva iniziato.

«Scoprirono che nel suo corpo c'era un utero e le ovaie. L'utero era collegato all'ano, e aveva gli organi genitali maschili completamente funzionanti. Proposero ai suoi genitori di operarlo asportandogli utero e ovaie, ma si rifiutarono. Il suo caso fece il giro del mondo e alcuni scienziati si offrirono di aiutarlo a trovare una soluzione.» Eloy gli fece cenno di fermarsi.

«Jago... continua tu.» Jago si grattò la testa, cercando di ricordare altri particolari.

«Ah, ecco... l'anno successivo isolarono altri casi, in giro per il mondo, poi, accadde che, uno di questi ragazzi, ebbe il suo primo calore proprio nel corso di un esperimento e, uno degli studenti che aiutavano nelle ricerche, reagì a quel calore. Agendo per istinto, si accoppiò con l'omega e lo marcò. Sottoponendo lo studente a esami genetici, capirono immediatamente che, la mutazione a cui stavano assistendo, riguardava tutta la nostra specie.» Eloy gli fece cenno di fermarsi, aveva il sorriso sulle labbra, i suoi studenti gli davano davvero soddisfazione.

«Patricio, dopo quanti anni lo studio confermò questa teoria?» Patricio ci pensò un attimo.

«Ci vollero circa vent'anni. Ma, nel frattempo, i casi nel mondo si erano moltiplicati e, non si sapeva né come fermare il calore degli Omega né come riuscire a bloccare gli Alpha perché non li violassero. Prima che tutta la situazione sfuggisse di mano, ogni stato emanò delle leggi e le case farmaceutiche iniziarono a fare ricerca, in collaborazione con gli scienziati che avevano individuato la mutazione, per trovare una medicina che potesse aiutare sia gli Omega che gli Alpha.» Eloy annuì soddisfatto.

«Victor, elencami i generi.» Victor non poteva credere alla sua fortuna, gli era capitata la domanda più semplice.

«Esistono tre generi primari, Alpha, Omega e Beta. Tutti e tre i generi possono essere maschili o femminili. Soltanto i Beta di genere femminile e gli Omega di entrambi i sessi possono generare vite. Sia Omega che Beta possono essere compagni di Alpha o di Beta ma, un Alpha può creare un legame esclusivamente con un Omega. I Beta sono, attualmente, poco più del cinquanta per cento della popolazione mondiale. Il primo calore di un Omega avviene, normalmente, dai sedici ai diciotto anni, per questo motivo, fino all'università, a livello mondiale, le scuole sono divise per genere. Al compimento dei sei anni, si esegue il test di appartenenza che, si deve ripetere per ogni grado di scuola.» Eloy alzò la mano per fermarlo e indicò Fidel.

«Fidel, parlami del legame.» Fidel arrossì, era un ragazzo timido, ma pieno di passione, non era un caso che avesse scelto lui, per parlare di quell'argomento.

«Ehm... quando un Alpha trova il compagno giusto, avviene qualcosa di magico, ogni Alpha e ogni Omega emanano feromoni ma, l'odore che viene percepito da entrambi è diverso. Ad esempio, la ragazza che abita di fronte a casa mia per me odora di caffè e cioccolato, per un mio amico odora di biscotto allo zenzero. Dicono che dipenda dal grado di compatibilità del DNA come si percepisce l'odore dell'altro o quanto se ne sia attratti... ma io credo che, ci sia una componente sentimentale in tutto questo...» un brusio di risatine accompagnò questa sua poetica affermazione, indispettendo Eloy.

«Abel! Visto che trovi tanto divertente un'affermazione che io condivido in pieno, dimmi qualcosa sulle ultime scoperte!» Abel guardò rabbioso Eloy, mal sopportava che un Omega lo potesse trattare in quel modo, ma non poteva farci nulla. Senza assestarsi sulla sedia, ma addirittura esagerando la sua postura quasi sdraiata, lo guardò dritto negli occhi e rispose.

«Credo che si riferisca ai due nuovi sotto generi... Alpha Omicron e Omega Tao, giusto prof?» Eloy assentì.

«Allora, questi due sotto generi sono stati studiati nell'ultimo decennio e, solo tre anni fa sono stati riconosciuti, ed è per questo che lei, pur essendo un Omega, è abilitato insegnare in una scuola di soli Alpha. Solo un Alpha su un milione nasce Omicron e vale anche per i Tao. Gli Omicron riescono a resistere al calore degli Omega "normali", e sono gli unici che riescono ad avvicinarsi a un Omega Tao senza svenire, durante il loro calore. Gli Omicron possono provocare il calore anche nei Beta. Gli Omicron, inoltre, non hanno bisogno di inibire il loro calore, perché lo controllano, al contrario degli Alpha normali. Gli Omega Tao, hanno cicli di calore meno frequenti ma più violenti, durante il calore devono rimanere isolati, per non provocare svenimenti o anche convulsioni negli Alpha. Si dice che, l'aroma che sprigiona un Tao, possa essere percepito da un Omicron a chilometri di distanza. Finora non si conoscono casi di coppie Omicron/Tao, sembra che, le coppie siano incompatibili, poiché entrambi, a loro modo, dominanti.» quanto gli avrebbe voluto dare un paio di sberle a quel ragazzo! Era così arrogante e stupidamente saccente!

«Marcos... vorrei sapere da te come si deve comportare un Alpha nella vita.» Marcos adorava Eloy, pendeva dalle sue labbra, lo trovava così bello, intelligente e sexy. Sapeva di essere un semplice Alpha, e che Eloy non era alla sua portata, ma non poteva fare a meno di esserne perdutamente innamorato.

«A partire dalla pubertà, non deve mai uscire di casa senza portare con sé un pacchetto di preservativi. Non deve dimenticarsi le pillole per sopprimere il calore, che deve avere la prontezza di assumere, nel caso si trovasse davanti un Omega in calore. Sempre per questo motivo, sarebbe buona norma portare con sé delle pillole inibitori per i calori degli Omega, sempre nel caso in cui si trovasse di fronte a un Omega in calore potrebbero risolvere la situazione. Nel caso ci si accoppi con un Omega in calore, è necessario indossare sempre un preservativo, per evitare di dover far assumere al partner la pillola del giorno dopo. Nel caso di un rapporto con un Omega in calore, che non abbia indossato il collare protettivo, un Alpha ha sempre una scelta, invece del collo dell'Omega, è possibile mordere sé stessi, perché una volta marcato l'Omega, il vincolo creato non si può sciogliere e dura tutta la vita.

«Molto bene, davvero molto bene. Spero che mettiate in pratica tutte le raccomandazioni che Marcos vi ha appena elencato, signori.» Abel era infastidito, alzò la mano attirando l'attenzione di Eloy, che gli fece cenno di parlare.

«E lei prof, si è mai trovato al cospetto di un Omicron?» le mani di Eloy iniziarono a prudere, ma non poteva reagire, anche lui era un suo alunno, perciò, con riluttanza rispose.

«No, Abel, non mi è ancora capitato.» aveva capito dove voleva arrivare Abel, ma sperava non si spingesse a tanto.

«Quindi prof., lei non ha...» Marcus si alzò di scatto e in meno di un secondo fu addosso a Abel. Eloy scattò altrettanto velocemente nella loro direzione bloccando la zuffa sul nascere.

«IDIOTA! SEI DAVVERO UN IDIOTA ABEL! COME CAZZO TI PERMETTI!» il livello di feromoni nella classe, stava crescendo a dismisura e, anche se Eloy non ne era colpito, la cosa non gli piaceva affatto. Decise di fare assaggiare loro un po' del suo profumo, così si sarebbero calmati. Aveva imparato da tempo a sprigionare la giusta dose di feromoni, senza arrivare a fare del male a nessuno. Appena iniziò a sprigionarli, quasi tutti nella classe iniziarono a sentirsi stanchi, in questo modo, era anche riuscito a scoprire quelli che erano i maschi più dominanti.

«Bene, ora che vi siete calmati, voglio che prendiate il vostro libro di matematica e che iniziate a fare gli esercizi a pagina 74. Tutti tranne Abel e Marcus, voi venite con me, in direzione.» entrambi lo seguirono al piano superiore, questa volta non sarebbero scampati alla ramanzina del preside e, con tutta provabilità, avrebbero chiamato anche i rispettivi genitori. Infatti, i genitori di Abel furono i primi ad arrivare e, quando uscirono dall'ufficio, Abel aveva perso tutta la sua arroganza. Quasi nello stesso istante in cui loro uscivano nell'atrio antistante l'ufficio, entrò Javier, il fratello di Marcus.

«Che cazzo hai combinato? Papà è in tribunale e mamma è con un cliente e io stavo preparando un'arringa importantissima, spero che tu abbia violato qualcuno, perché ogni altra cosa che avresti potuto fare non sarebbe stata così importante per farmi precipitare qui.» non riuscì a rispondergli, il suo tono aveva richiamato l'attenzione di Eloy che si affacciò alla porta.

«Lei dev'essere il fratello di Marcus, salve io sono il prof. Blanco, Eloy Blanco,» gli tese la mano, e lui gliela strinse con decisione, senza dire una parola. Fulminò con lo sguardo Marcus ed entrò nell'ufficio, le sue narici si aprirono e respirò a fondo, non capiva da dove venisse, ma percepiva nettamente un odore, era quasi lo stesso profumo della torta di mele e cannella che gli faceva la nonna quand'era piccolo, istintivamente si avvicinò al collo di Eloy e inalò a fondo, l'odore proveniva dal professore. Eloy si voltò, trovandosi davanti i suoi occhi verdi come due smeraldi, notando che la pupilla si stava dilatando. Il suo cuore iniziò a battere irregolarmente e il suo collo fu percorso da brividi, si scostò velocemente da lui, mettendosi seduto a fianco di Marcus. Lasciò parlare il preside, non riuscì a spiaccicare parola, aveva la gola secca, si sentiva soffocare, era quasi come se stesse per entrare in calore, ma non era possibile... cercò di riprendere il controllo. Marcus se la cavò con una strigliata da parte del preside e Javier promise di metterlo in punizione, una volta che avesse parlato con i loro genitori. Quando, finalmente, quella riunione terminò e Javier se ne andò frettolosamente a riprendere il suo lavoro, Eloy e Marcus poterono rientrare in classe.

«Marcus, perdonami se te lo chiedo... tuo fratello, per caso è...» Marcus abbassò lo sguardo, sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, anche se sperava di no.

«Sì prof., mio fratello è un Alpha Omicron, purtroppo...» Eloy gli scompigliò i capelli e gli sorrise.

«Animo! Non hai nulla da invidiargli, sei un Alpha dominante e diventerai un adulto meraviglioso. Ma, ti prego, d'ora in poi, evita di reagire in questo modo, non ho bisogno di qualcuno che mi difenda, lo so fare molto bene da solo, credimi.» rientrarono in classe. Eloy ebbe appena il tempo di lasciare i compiti per le vacanze, che lo squillo della campana annunciò la fine delle lezioni. Rimase ancora una buona mezz'ora a riordinare le cose che si sarebbe portato a casa.

«Sei ancora qui?» Bruno Ruiz, il professore di spagnolo, era appoggiato allo stipite della porta e lo stava osservando da qualche minuto.

«Come vedi...» Bruno si avvicinò a lui sorridendogli.

«Spero tu non ne abbia ancora per molto, tra poche ore usciremo con gli altri, questa volta non ammetto scuse.» Bruno aveva preso il posto del vecchio professor Rojo, che era andato in pensione l'anno precedente. Quando era arrivato nella scuola, aveva fatto un certo effetto a tutti perché, oltre a essere un Alpha con i controfiocchi, aveva rivoluzionato, nel giro di poco tempo, tantissime cose, era un vulcano di idee, un leader naturale e un trascinatore. Malgrado queste sue innumerevoli qualità, e tutto il suo fascino, erano mesi che tentava di fare uscire Eloy, con scarso successo. Come aveva già fatto altre volte, Eloy aveva già una mezza intenzione di trovare una scusa plausibile, per evitare, per l'ennesima volta, di uscire ma, questa volta, Bruno non sarebbe stato così semplice da raggirare. In realtà, era forse la prima volta che aveva una vera ragione per evitare quell'uscita, da quando aveva avuto l'incontro con il fratello di Marcus, si sentiva molto strano, era come se la sua testa fosse più leggera e le sue gambe più pesanti.

«Non mi lascerai trovare nessuna scusa plausibile per questa sera?» Bruno gli si avvicinò, scrutandolo con un mezzo sorriso.

«Non pensarci nemmeno un attimo, potrei trascinarti fuori prendendoti per i capelli...» Eloy alzò le braccia in segno di resa. Bruno si scostò da lui, anche se si sarebbe volentieri lanciato sopra di lui.

«Ore 21. Ti passo a prendere io, e sappi che non tornerai a casa presto!» gli disse, mentre si allontanava nel corridoio strappandogli una risata.

Da tempo aveva capito di piacere a Bruno, non era impossibile creare una relazione con un Alpha normale per un Tao, ma avrebbe dovuto rinunciare a molte cose. Prima di tutto ad avere dei figli, cosa che, a pensarci bene, non gli dispiaceva affatto. Per lo stesso motivo, avrebbe dovuto rinunciare ad avere dei rapporti quando era in calore, Bruno sarebbe potuto impazzire, letteralmente. Era questo, il motivo principale per il quale stava cercando in tutti i modi di evitare di trovarsi da solo con lui, ma, quella sera, non avrebbe potuto evitarlo in nessun modo. Andò a casa e cercò di rilassarsi, s'immerse nella sua vasca e mise una musica jazz di sottofondo; normalmente, tutto questo sarebbe bastato a farlo rilassare completamente, ma non oggi. Ogni volta che chiudeva gli occhi, lo sguardo penetrante di Javier gli si parava davanti e il suo cuore sobbalzava, sentiva ancora il suo odore, come se gli fosse penetrato dentro e gli si fosse annidato nel cervello fino ad impregnarne ogni fibra. Era un odore così inebriante, anzi, era più di un odore, era un mix di essenze, annusare Javier era come entrare in un negozio di essenze. Immerse la testa dentro l'acqua, sperando che questo bastasse a cancellare tutto. Se solo non fosse stato un Omega! Fin da piccolo, aveva capito che la sua situazione famigliare era differente da quella di molti altri, non che stesse male o che gli mancasse qualcosa, anzi. La sua mamma, Maria, lo adorava, anche se lavorava, era sempre presente nei momenti importanti e non gli aveva mai fatto mancare il suo amore. Poteva dire la medesima cosa di suo padre, anche se non riusciva a capire per quale motivo non vivesse sempre con loro. Poi, un giorno, mentre era a passeggio con sua madre, non doveva avere più di 10 12 anni, vide suo padre con una bambina sulle spalle e una donna al suo fianco, mentre passeggiavano ridevano felici. Stava per avvicinarli, quando sua madre, senza dire una parola, lo prese per mano e lo trascinò via. Quando furono di nuovo a casa, la tempestò di domande, fino a che la costrinse a dargli una spiegazione. "Papà è un uomo molto importante, un avvocato famoso...", "sai, lui non poteva sposare una donna come me, una segretaria che proveniva da una famiglia di operai", "ma ci siamo innamorati e lui mi ha marcato, così si è preso la responsabilità di crescerti e non mi ha mai abbandonata ma... ha dovuto sposare la donna che la sua famiglia aveva scelto per lui...", capì, in quel momento, che quel padre che tanto amava, aveva fatto di lui un bastardo e essere Omega, improvvisamente, gli aveva dato la nausea. Quando poi scoprirono che non era un Omega normale, oltretutto, avrebbe voluto morire. Ma, con il tempo, scoprì che essere un Tao sarebbe diventata la sua via di fuga dall'essere un Omega. Fin dal suo primo calore, scoprì l'effetto devastante che aveva su tutti gli Alpha, era un "potere" insperato, che lo manteneva al sicuro, gli diede il tempo di crescere e diventare ciò che voleva, ma adesso... l'ultimo calore che aveva avuto, sei mesi prima, era stato difficile da superare, i soppressori non avevano funzionato e aveva passato i quindici giorni più difficili della sua vita. Il medico che l'aveva visitato era stato chiaro, quell'astinenza non gli stava giovando, doveva, al più presto, trovare un compagno compatibile e là dove non fosse stato possibile, almeno un compagno che riuscisse a calmare i suoi calori, anche se non sarebbe stato facile, altrimenti i calori lo avrebbero fatto impazzire, prima o poi.

Ma Eloy non era disposto a farsi marcare da chiunque, trasportato da un'effimera sensazione che gli facesse credere di essere amato, per poi scoprire che era solo l'effetto dei feromoni. Non voleva finire come sua madre, non voleva essere il secondo di nessuno, lui voleva essere amato a prescindere dal profumo che emanava, voleva che il suo Alpha amasse lui, non il suo odore!

Quella sera sarebbero andati a mangiare con altri colleghi in un ristorante marocchino e poi, avrebbero finito la serata in un locale a bere e a ballare. Si rimirò allo specchio, era davvero in forma, aveva indossato i suoi jeans preferiti e aveva messo una maglia nera piuttosto attillata, dando sfoggio del suo corpo. Il campanello suonò puntuale alle nove, si affacciò al balcone, anche da lontano poteva notare quanta cura ci avesse messo Bruno per prepararsi, forse, quella sera, avrebbe deciso di provarci, forse, Bruno poteva essere la sua scelta migliore.



Javier era rientrato nel suo ufficio come una furia, sbattendo la porta e urlando alla sua segretaria che non voleva più essere disturbato a meno che non si trattasse di Dio in persona. Si era gettato nella preparazione dell'arringa anima e corpo, ma dopo due ore di intenso lavoro, si rese conto di non essere riuscito a mettere in fila che poche righe. Si alzò in piedi di scatto e si girò verso la finestra che dava su Plaza Doctor Balmiz, ormai era pomeriggio inoltrato e non c'era molto via vai, poteva godersi la vista dei mosaici di Gaudì, quella vista riusciva sempre a rilassarlo, ma non oggi. Continuava a sentire sotto il suo naso quell'odore persistente di torta di mele e cannella e questo lo stava rendendo molto inquieto, ed era strano, perché quando era nell'ufficio del preside, quell'odore gli aveva fatto esattamente l'effetto contrario, lo aveva calmato. Era la prima volta che un contatto con un Omega lo colpiva così. Come Omicron, aveva il pieno controllo del suo istinto predatorio e, da tempo, aveva scelto di evitare di avere rapporti con gli Omega, odiava quella loro mielosa sottomissione, soprattutto odiava che cercassero di farsi mordere solo perché li scopava bene, lo nauseavano quegli atteggiamenti, erano una così facile preda! Ma quel professorino... non aveva neppure più in mente il suo nome, ma la sua faccia sì, accidenti se l'aveva in mente! Qualcuno bussò alla porta.

«Avanti!» esclamò un po' scocciato, domandandosi se dietro la porta ci fosse Dio in persona o se la sua segretaria non comprendesse più il significato della frase "non voglio essere disturbato da nessuno".

«Javier, dimmi che tuo fratello non ne ha combinata una grossa...» suo padre entrò nella stanza con l'aria di uno che aveva corso. Il posto della segretaria era in salvo, nessuno avrebbe potuto ritenere il grande capo.

«Antonio, tranquillo, non ha marcato nessun Omega... ma, a quanto pare, ha una cotta per uno dei suoi professori.» suo padre si sedette su una delle poltrone del salottino.

«Gli piacciono gli Alpha?» Javier scosse la testa ridendo.

«A quanto pare quel professore è un Omega, anche se non capisco per quale mo... - era un avvocato, si occupava prevalentemente di cause tra Omega e Alpha, spesso dovute a violazioni, come poteva non averci pensato fino a quel momento!

«Ora capisco...» Antonio sospirò

«Ti prego, insegui pure i tuoi pensieri e quando sei comodo, coinvolgi anche il tuo stanco padre...» Javier era sempre stato così, iper attivo e difficile da seguire, ma suo padre sapeva come prenderlo.

«Quel professore, dev'essere un TAO, altrimenti non potrebbe insegnare in un liceo di Alpha!» suo padre scoppiò a ridere.

«Ah, so di chi stai parlando! Eloy Blanco. Il professore di matematica e scienze. Figlio bastardo di Eduardo Blanco.» suo padre era di gran lunga l'enciclopedia universale più completa che lui avesse mai conosciuto, gli fece cenno di continuare.

«Conosci Eduardo, ti sei già trovato nell'arena contro di lui. Nei primi anni di università, si era innamorato di una ragazza, Maria. Avevano tenuto nascosta la loro relazione ed era diventata la sua assistente, appena finita l'università. Eduardo avrebbe voluto sposarla, e quando scoprì che suo padre voleva imporgli un matrimonio di convenienza, forzò le cose, marcò Maria e la mise incinta, ma questo non bastò a fare cambiare idea al vecchio Blanco. Gli diede la possibilità di riconoscere il bambino e di mantenere la relazione con Maria, ma, se non avesse sposato la donna che aveva scelto per lui, avrebbe perso tutto.» non doveva essere un caso, anche lui era nato da una famiglia dove il DNA era "puro", chissà se era questo il motivo per il quale a volte si presentava la mutazione genetica Omicron e Tao.

«Certo che se il professorino ha preso la metà del carattere di suo padre, povero chi se lo prenderà!» suo padre lo fissò incuriosito.

«Quando l'ho visto la prima volta, non ho pensato al suo carattere, ma a quanto fosse splendido...» Javier restò interdetto, non era facile sentire suo padre fare dei commenti di quel tipo, tantomeno su un uomo.

«Non c'ho fatto caso più di tanto...» suo padre si alzò.

«Ma tuo fratello sì... bisogna che gli faccia un discorsetto... ci vediamo a cena?» Javier diede uno sguardo all'orologio sulla parete di fronte, segnava le 19,13.

«No, stasera esco con alcuni amici.» suo padre gli diede un cenno di saluto mentre era già tra la porta e l'atrio.

Javier prese la giacca e si affacciò nell'ufficio della sua segretaria.

«Io vado, farebbe bene ad andare anche lei.» Isabel, una signora di mezza età, che era rimasta vedova, non era mai andata a casa un minuto prima di lui.

«D'accordo dott. Romero, le ricordo che deve essere in tribunale per le 10 domani mattina.» lo sapeva bene, avrebbe dovuto svegliarsi presto per finire il lavoro che non aveva fatto e questo lo aveva reso insoddisfatto e nervoso, rischiava di perdere una causa, e sarebbe stata la prima.

Arrivò nella sua dependance appena in tempo per farsi una doccia e mettersi qualcosa di comodo, quella sera sarebbe uscito con i suoi amici di sempre, Miguel Torres e Luis Moreno, si conoscevano dalla scuola primaria e si erano separati quando avevano conseguito il Bachiller (N.D.A. il Bachiller in Spagna è come l'esame di maturità in Italia), poi, ognuno di loro aveva seguito una strada diversa. Miguel era diventato un veterinario, Luis un medico generico e lui un avvocato. Erano ancora single e sempre a caccia di nuove avventure. Uscivano meno spesso insieme ma, quando accadeva, Javier non ricordava una sola volta in cui non si erano divertiti. Miguel arrivò a casa sua alle otto, puntuale come sempre.

«Signor Torres, come va? Infilato il braccio in qualche vacca oggi?» si stava infilando una maglia e aveva ancora i capelli umidi.

«Va molto bene Signor Romero, e sì, giusto l'altro giorno ho infilato un braccio dentro una mucca, sempre meglio che leccare il culo a quei giudici anziani e bavosi, comunque.» si guardarono un istante con l'aria di due che stavano per litigare poi scoppiarono in una fragorosa risata.

«Sei proprio un coglione, dai datti una mossa che ho una fame da lupi!» avevano appuntamento con Luis nel loro ristorante preferito, una bettola che avevano scoperto ai tempi del liceo. "El Puerto San Juan de la playa".

Quando arrivarono Luis aveva già occupato il tavolo ed era al secondo bicchiere di sangria, ne aveva ordinato una caraffa intera.

«Hey, per fortuna che a casa da qui ci vai a piedi!» alzò il calice verso di loro mentre si sedevano.

«Per fortuna che sono così paziente da continuare a sopportare i vostri ritardi!» non ci misero molto a mettersi in pari con il numero di bicchieri e, mentre ordinavano la cena, stavano già ridendo come pazzi ai racconti delle rocambolesche avventure del loro veterinario preferito.

«Allora ragazzi, novità amorose ne abbiamo?» notarono immediatamente lo sguardo basso di Luis.

«Ancora Luis?! Questa volta è bionda bruna o rossa?» Luis si raddrizzò sulla sedia e si schiarì la voce.

«Si chiama Rosalina, ha 24 anni e... è mia.» il silenzio crollò sull'allegra compagnia.

«Cazzo Luis! Sicuro di averla marcata definitivamente? Perché mi hanno detto che a volte se la marcatura non è completa...» mentre Miguel cercava delle scappatoie "tecniche", Javier stava già pensando a una causa da intentare nei confronti di quell'Omega che aveva "fregato" il suo amico.

«Ragazzi, non mi sono spiegato bene. Io VOLEVO marcarla, abbiamo aspettato il suo calore e l'ho marcata perché lei è la mia "compagna predestinata".» se prima erano perplessi ora erano sconvolti. Proprio Luis, quello che non credeva in quelle cose da donnette, proprio lui stava dicendo loro che aveva trovato la sua "compagna predestinata"?

«E vi dirò di più, spero di averla messa incinta. Non so come sia accaduto ma... fin dal primo istante in cui i suoi occhi si sono uniti ai miei, ho capito che c'era qualcosa tra noi. Poi, quando ci siamo baciati la prima volta ho provato un sentimento così travolgente e appagante che... lo so, lo so, non riuscite a capirmi... ma spero che prima o poi capiti anche a voi perché, credetemi, non esiste una cosa così appagante come questa.» li aveva spiazzati, entrambi.

«Ho conosciuto un Tao, oggi.» Javier aveva parlato quasi come fosse sovrappensiero.

«No, ma bene... rimarrò solo come un cane a quanto pare!» Miguel si scolò il bicchiere.

«In realtà, a parte un profumo migliore di quello degli altri Omega, non mi ha fatto tutto l'effetto che dicono dovrebbe farmi... anche se una botta gliela darei volentieri.» Miguel gli diede una pacca sulla spalla.

«E questo deve essere, vedi Luis, questo dovevi fare darle una botta e via. Ma no lui si innamora!» Luis scosse la testa.

«Ragazzi, se continuate così, tu Miguel finirai per innamorarti di un cavallo e tu Javier di una panca del tribunale.» tornarono a ridere e a raccontarsi le loro peripezie tra stalle, tribunali e vecchiette, a cui Luis misurava la pressione tre volte al giorno.

«Dove si va adesso ragazzi?» lo guardarono perplessi.

«Oh! Ma che vi credete! Ho piena fiducia e libertà da parte sua!» entrambi alzarono le sopracciglia e scoppiarono a ridere.

«Ne riparliamo dopo che avrete un figlio...» ma per ora erano ancora loro, erano ancora i tre moschettieri di sempre.

«Si va al CODE SOCIAL CLUB!» ma quella sera non erano i soli che sarebbero andati in quel locale.



«Professor Blanco!» l'esclamazione di Bruno lasciava poco all'immaginazione, così come il suo sguardo. Salirono in auto e inaspettatamente Bruno si lanciò su di lui e lo baciò. D'istinto Eloy lo spinse facendolo sbattere contro lo sportello dalla parte opposta.

«Oddio! Scusa, io... mi hai preso alla sprovvista. Ma che cazzo ti salta in mente!» Bruno con un occhio chiuso si stava massaggiando la spalla dolente.

«Secondo te cosa mi stava saltando in mente? Sono mesi che ti sto lanciando messaggi! Se non ti piaccio basta dirmelo non c'è bisogno di massacrarmi!» Eloy scoppiò a ridere.

«Scusa... non è che non mi piaci è...complicato, lo sai.» Bruno gli si avvicinò di nuovo.

«Quindi non ti sono indifferente...» non era mai stato così audace, era un lato di lui che non conosceva.

«Bruno... io non so se tra di noi potrebbe funzionare, un Alpha e una Tao...» Bruno mise in moto.

«Tu pensaci, ok? E se ti bacerò ancora non farmi andare all'ospedale. D'accordo?» avevano appuntamento con i loro colleghi in un pub, dove consumarono un pasto veloce, chiacchierando quasi sempre di lavoro. Quando finirono di mangiare una parte di loro, i più "anziani" andarono a casa, rimasero in cinque e decisero di continuare la serata andando a ballare.

Il locale era pieno quella sera, ma uno dei buttafuori era stato un alunno di Bruno e trovò loro un tavolo.

«Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?» Eloy aveva voglia di sentire la testa leggera, anche se aveva già bevuto un po' durante la cena non era ancora brillo.

«No, grazie, sto bene così.» gli gridò Bruno per farsi sentire in mezzo alla confusione e alla musica. Eloy si sedette al bancone in attesa che il barman lo degnasse di uno sguardo. Improvvisamente gli sembrò di essere entrato in un negozio di spezie, la testa iniziò a girargli vorticosamente. Sentì il calore del respiro di qualcuno dietro la sua schiena.

«Torta di mele alla cannella, inconfondibile professorino.» si voltò di scatto ritrovandosi di fronte gli occhi verde smeraldo e lo sguardo magnetico di Javier, non riuscì a far uscire una sillaba dalla sua bocca.

«Vorrei provare una cosa...» lo prese per mano e lo trascinò via, prima che la sua testa potesse riuscire a realizzare dove lo stesse portando, si ritrovò in un angolo buio dell'antibagno. Javier lo bloccò contro il muro, aveva la gola secca, sentiva di non avere più il totale controllo dei suoi feromoni, il suo odore ora doveva essere insopportabile. Javier era completamente immerso in lui e, di conseguenza, emetteva i suoi feromoni per contrastarlo, non aveva mai dovuto faticare come in quel momento per mantenere il controllo.

«Adoro la torta alle mele con la cannella...» gli succhiò il labbro inferiore senza distogliere lo sguardo dal suo viso, Eloy lo prese per i capelli e gli infilò la lingua in bocca. Era sempre più difficile per Javier mantenere il controllo, se si fosse lasciato andare gli avrebbe strappato i vestiti e lo avrebbe penetrato con forza lì dove si trovavano. Un dolore fortissimo lo colse impreparato, il sapore del sangue in bocca lo fece scostare da Eloy.

«Che cazzo credi di fare! Solo perché sei un Oblivion pensi di poter saltarmi addosso in questo modo!» Javier si asciugò il sangue dal labbro e fece un mezzo sorriso.

«Non pensavo di stare forzandoti professorino, visto come mi stavi tirando i capelli... e, sinceramente, quel bel rigonfiamento in mezzo alle tue gambe mi sta dicendo tutto il contrario.» Eloy arrossì violentemente.

«Vaffanculo Romero! Vaffanculo!» gli diede una spinta uscendo velocemente dall'antibagno. Non aveva più bisogno di bere, aveva appena provato una sensazione che, ne era sicuro, gli avrebbe dato giramenti di testa per il resto della sua vita.





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OBLIVION - LA STORIA DI JAVIER E ELOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora