CAPITOLO 6

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30.01.14

Quattro giorni che non dormivo per questa maledetta tosse, sta mattina la sveglia suona prima del solito volutamente per rendermi un po' più decente nell' affrontare la giornata.. ' sisi, che vuoi prendere in giro Elena'

Shh, zitto subconscio.

Oggi non sono un morto che cammina, si, proprio oggi Venerdì 30 Gennaio, e ho un energia devastante in corpo.

Ma oggi ultimo giorno di una settimana terribile prima del week-and, non mi sento così malvogliata a partire.

Scendo dalle scale di legno a piedi nudi, sfiorando quasi solo con le dita dei piedi, e a stento riesco a mangiare, saltando anche il giro di sciroppo per la tosse secca dato che l'avevo finito otto ore fa.

Oggi è un giorno dove la mia routine cambierà di nuovo, la giornata prevedeva cibo, autobus, treno, scuola, intervallo, altre lezioni, treno, cibo, treno, autobus, palestra, cibo e " sonno".

Oggi sarebbe stata una bella giornata, me lo sento proprio, perché non sarà come al solito, sarà... diverso.

In autobus non chiudo occhio, fino all'ultimo secondo mandavo messaggi a Mattia, con così tanto cuori che in un giorno ne avevo visti e letti di più che in sei mesi con Nicola.

No, mi rifiuto di pensare a lui anche oggi.

Sono in stazione, nelle scale mobili non mi fermo, continuo ad avanzare e a superare gente morta, piatta in volto senza nessuna emozione, dei robot.

Quattro metri di sorpassi, spallate e imprecazioni, faccio una rampa di scale quasi volando e mi fermo davandi all' ultima rampa. Mi devo calmare.

Guardo quell'ultima rampa come se fosse una parete di montagna da scalare.

Mattia.

È oltre quella rampa e io mi devo calmare, altri messaggi sul telefono.

Lo noteranno il mascara in più? Eh no, e io come mi sono permessa di dedicare più tempo al trucco?

lo stomaco mi fa malissimo, me lo strapperei via dal mio corpo dal dolore.

Devo andare, altro respiro, tanto coraggio e antidolorifico per sta pancia perfavore..

Io odio i complimenti, mi disarmano,

forse perché non sono abituata a riceverli,

Forse per le mie auto critiche per quei tagli maledetti che mi ricordano di chi sono figlia.

Flashback.

Primo gradino

Nicola che mi diceva che stavo bene truccata pesantemente, come ai tempi del mio primo taglio, non aveva capito che stavo tornando in quel pozzo di tristezza che mi ha inghiottita per un anno.

Secondo gradino

Mio padre che mi picchia, io rannicchiata come un povero cane che viene bastonato, mia sorella che urla e piange al posto mio, io che non riuscivo a respirare dalla forza delle botte, riprendo il respiro solo dopo essere buttata nel pavimento e lasciata li per terra mentre mio padre e mia madre vanno a mangiare facendosi seguire a minacce da mia sorella, io li con il volto rosso le labbra viole e gli occhi rossi.

Devo solo respirare o rimango li.

Terzo gradino

l'opposto di Flimben che è venuto cinque mesi fa, e io che ero spaventata a morte perché sentivo che c'era qualcosa di oscuro, una tensione brutale.

La custode del freddo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora